Ecco come è nata la pole di Charles Leclerc e della Ferrari nelle qualifiche del Gp degli Stati Uniti di F1.

@Scuderia Ferrari Press Office

La SF-23 si conferma Dottor Jekyll e Mr Hyde nelle qualifiche del Gran Premio degli Stati Uniti di F1, dove a sorpresa ad imporsi è stato Charles Leclerc. Il monegasco ha ricordato, a chi già lo stava mettendo in discussione dopo la vittoria di Sainz a Singapore, che sul giro secco ha pochi rivali, tornando in pole dopo tre mesi. Lo stato d’animo di Leclerc è cambiato nel giro di pochi secondi, quando a Verstappen che sembrava averlo beffato, gli è stato tolto il tempo scivolando in sesta posizione, che lo costringerà alla rimonta in gara. Ad approfittare della penalità del campione del mondo, sono stati anche Lando Norris, che come Leclerc ha voluto ristabilire le gerarchie in casa McLaren dopo il Qatar, che ha preceduto Lewis Hamilton, l’altra Ferrari di Carlos Sainz e George Russell. L’ultimatum della Red Bull non ha dato i frutti sperati, con Sergio Perez soltanto nono, davanti ad un altrettanto sottotono Oscar Piastri decimo.  Andiamo a vedere dai grafici della Q3 delle qualifiche del Gp degli Stati Uniti, i segreti della pole di Leclerc.

A differenza di quanto successo in Qatar, il lavoro di preparazione fatto a Maranello premia la Ferrari. Il T1, che sulla carta ancora una volta non era un settore favorevole alla SF-23 per la presenza di molte curve veloci, invece l’ha vista sui livelli della RB19. La Ferrari è stata la seconda vettura nel T1, non solo  grazie alla solita forza del suo motore, ma anche ad una SF-23 che nei cambi di direzione del primo settore e in particolare allo snake si difende bene. Il resto lo fanno Leclerc e Sainz, che perdono appena sei e quarantanove millesimi da Verstappen, che non fa il vuoto come a Losail e Suzuka. All’inseguimento delle Rosse Hamilton, che infligge un decimo a Russell, e Norris che ha dovuto limitare i danni in una parte di pista congeniale alle caratteristiche della McLaren.

Nella parte centrale a primeggiare è la Mercedes, che con gli aggiornamenti portati negli Stati Uniti sembra aver fatto un passo in avanti. Sia Hamilton che pennella curva 11, ma anche una W14 che sembra aver risolto, con il pacchetto di sviluppi il punto debole dell’efficienza aerodinamica, fanno sì che Verstappen accusi un distacco di quaranta millesimi. La MCL60 si conferma ora forte anche sul dritto eguagliando la Ferrari, che nonostante un assetto più scarico degli avversari ed una velocità di punta maggiore, non fa la differenza.

Invece la trazione della SF-23 permette alla Ferrari di tornare nel T3 sui livelli del primo settore, con Leclerc che dimostra come con il fondo portato a Suzuka, di aver ritrovato fiducia nella macchina. Il monegasco fa un capolavoro in tutte le curve lente dell’ultima parte di pista, e infliggendo un distacco di un decimo a Norris e Hamilton, oltre a recuperare il gap che aveva dopo il secondo settore, si prende la pole. Situazione opposta per Sainz, che invece proprio con l’ultimo aggiornamento stagionale, ha perso il feeling che aveva con la SF-23 fino a Singapore, e prendendo un decimo da Leclerc finisce dietro a Norris ed a Hamilton. La felicità di Leclerc e della Ferrari era stata interrotta da Verstappen, ma per battere lo storico rivale, ha rischiato il tutto per tutto superando i limiti di pista in curva 19.

Prestazioni che ora andranno verificate nello shootout, ma soprattutto nella Sprint dove la Ferrari scoprirà qual’è il suo passo gara ed il degrado gomme, e se in questo week end può essere più competitiva di Suzuka e Losail, e sfruttare la partenza dalla sesta posizione al via del Gp degli Stati Uniti di Verstappen.

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