Ecco come Max Verstappen ha raggiunto a cinquantuno vittorie Alain Prost nel Gp del Messico, e i motivi di un’altra gara in difesa della Ferrari.

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Cambia la pista, ma in questo mondiale 2023 di F1 la storia è sempre la stessa, con Max Verstappen che ha dominato anche il Gp del Messico, eguagliando Alain Prost. Il campione del mondo si è imposto con il solito canovaccio, conquistando la prima posizione con una partenza perfetta, per poi andare in fuga con un passo gara insostenibile per gli avversari. Gradino più basso del podio amaro per la Ferrari, che ancora una volta la Domenica non è stata all’altezza di Red Bull e Mercedes. La brutta partenza di Charles Leclerc e Carlos Sainz, unita all’ormai classica incostanza della SF-23, ha costretto le due Rosse ad accontentarsi del terzo e quarto posto, dietro ad un superlativo Lewis Hamilton. Andiamo a vedere dai grafici del Gp del Messico i segreti dell’ennesimo capolavoro di Verstappen, e quando si è deciso il duello fra Hamilton e Leclerc per il secondo posto.

Verstappen ha costruito la cinquantunesima vittoria al via, bruciando le Ferrari nei primi metri, e prendendo con facilità la testa della corsa. Infatti Leclerc e Sainz hanno sprecato l’unica chance che avevano per lottare con l’olandese, e proprio scattando male, il monegasco ha rischiato il ritiro, ma fortunatamente Perez non ha danneggiato la sua SF-23. Verstappen pur potendo da quel momento gestire la gara a  suo piacimento, non fa il vuoto. La Ferrari nel primo stint è seconda forza, con Leclerc il quale dopo che la bandella si è staccata, accusa un gap di soltanto due decimi da Verstappen. La stessa cosa non riesce a Sainz, che gira quattro decimi più lento del compagno di squadra, e deve difendersi da Hamilton. La W14 n.44 ha qualcosa in più in termini di passo, ma l’efficienza aerodinamica e la velocità di punta della Ferrari, non gli consentono di attaccare Sainz. Il compromesso trovato Venerdì, permette alla SF-23 di avere una buona gestione gomme questa volta, e di poter pensare di fare soltanto una sosta. Tattica diversa per Verstappen che si ferma prima delle Ferrari e delle Mercedes.

La strategia della Scuderia di Maranello va in fumo, quando prima esce la safety car, e poi viene interrotta la gara per il bruttissimo incidente di Magnussen. In questo momento la Ferrari commette un altro errore di valutazione, decidendo di far ripartire Leclerc e Sainz con le Hard, mentre la Mercedes monta a Hamilton e Russell le medie. Dalla ripartenza come si è visto dal Bahrain, la SF-23 con le Hard fatica, e non è veloce come con le medie.  Non solo il gap da Verstappen aumenta a sei decimi, ma Leclerc non può far molto per resistere ad uno scatenato Hamilton. Nei giri successivi ancora una volta i calcoli della Ferrari si rivelano sbagliati, con Hamilton che mantiene un buon passo fino al traguardo. Insieme alla scelta conservativa del muretto Ferrari, a fare la differenza è stato Hamilton che da maestro qual è, alternando giri veloci ad altri più lenti, non ha il minimo degrado sui pneumatici. Questo è ancora più evidente nel confronto con Russell, che ha quel crollo atteso dalla Ferrari, prendendo un gap di otto decimi da Hamilton.

Dal grafico del passo gara complessivo, possiamo vedere come la Ferrari è stata la terza forza, palesando i soliti limiti. La SF-23 come al solito imprevedibile, con comportamento diverso non soltanto fra qualifiche e gara, ma anche con le diverse mescole. A questo si aggiunge una strategia non tanto sbagliata, ma più figlia degli errori di Austin, che di quanto stava succedendo in pista, confermando il problema di correlazione dati a Maranello. Per questo il bottino non può essere considerato magro. Senza il ritiro di Perez, e la qualifica da dimenticare di Norris, il piazzamento di Leclerc, che non ha trasformato nuovamente una pole in una vittoria, e di Sainz ,sarebbe stato diverso. Per ottenere un risultato migliore, sarebbe stata necessaria quella perfezione tanto invocata da Vasseur, che la Ferrari solo a Singapore è riuscita ad avere quest’anno.

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