Ecco come la Ferrari ha piazzato l’uno-due nelle qualifiche del Gp del Messico, e battuto Max Verstappen.

Ferrari F1 Messico

La Ferrari non finisce mai di stupire, e nelle qualifiche del Gp del Messico, centrando una doppietta dopo aver faticato per tutta la sessione, migliorando di quasi un secondo nella Q3. Sarà Charles Leclerc alla quarta pole position stagionale, la ventiduesima della carriera, a partire davanti a tutti, seguito dal compagno di squadra Carlos Sainz, che completa dopo un anno una prima fila tutta Ferrari. Le due Rosse hanno costretto Max Verstappen, ad accontentarsi del terzo tempo, quando fino alla Q2 sembra il favorito per la partenza dal palo. Accanto a lui domani ci sarà Daniel Ricciardo Mvp di giornata, portando l’Alpha Tauri in quarta posizione, precedendo Sergio Perez, che è stato battuto da colui che è candidato a prendere il suo sedile in Red Bull nel 2024. Passo indietro della Mercedes rispetto ad Austin, con Lewis Hamilton sesto e George Russell ottavo, in mezzo alle due W14, scatterà Oscar Piastri, mentre l’altra McLaren di Lando Norris a sorpresa è stata eliminata nella Q1. Andiamo a vedere dai grafici della Q3 del Gp del Messico, come è nato l’uno-due della Ferrari.

La Scuderia di Maranello fa capire dal T1 di essersi nascosta. Leclerc e Sainz nella Q2 avevano accusato tre e sette decimi da Verstappen, ma nel primo settore nelle FP3 e nelle prime due manche, non erano stati sui livelli del campione del mondo. Invece nella Q3 sono più veloci, e questo è dovuto ad una SF-23 che sprigionando tutti i cavalli della sua power unit con una top speed sul rettilineo di sei chilometri orari superiore alla Red Bull. Leclerc e Sainz grazie al motore Ferrari, sul dritto guadagnano 49 e 15 millesimi a Verstappen, ma dopo aver limitato i danni nelle prime tre curve, nelle quali la SF-23 Venerdì soffriva. Già fuori dai giochi Perez, Hamilton e Piastri. Se la RB19 n.11 è lontana come al solito dalle prestazioni di Verstappen, la W14 e nella MCL60, pagano il motore Mercedes, che sugli allunghi non è competitiva come ad Austin.

L’uno-due della Ferrari viene costruito nella parte centrale. Infatti il T2 nelle FP2, sembrava il replay del T1 di Suzuka, Losail e Austin, con una SF-23 che nei transitori pagava dazio a Red Bull, McLaren e Mercedes. Invece Leclerc e Sainz perdono soltanto 35 e 82 millesimi da Verstappen. L’ottimo secondo intermedio è merito oltre di una Ferrari che nel Q3 ha alzato il volume della power unit, ma anche della SF-23 che nelle curve di media-velocità non perde tanto come al solito dalla RB19. Stesso discorso vale per Ricciardo, che in Messico sembra essere tornato quello ammirato in Red Bull, transitando secondo e più veloce di Perez, Hamilton e Piastri al T2, entrando in corsa per la seconda fila.

Il grande lavoro fatto nella notte dai meccanici Ferrari, lo si può vedere anche nel T3. Qui la SF-23 nelle FP2 non era stata forte come nella prima sessione, ed invece nella Q3 torna sui livelli delle FP1. Il fattore principale è il compromesso su cui si è tanto concentrata Venerdì, e aver trovato improvvisamente la finestra di funzionamento delle gomme, che ha permesso a Leclerc e Sainz di spingere fino al traguardo. Il resto lo fa il piede dei due piloti Ferrari e la trazione della SF-23, che nello snake e nello stadio, compensano quanto Verstappen recupera nel guidato. A fare la magia però è Ricciardo, che facendo il record nel T3, si prende la quarta posizione e toglie la seconda fila a Perez. Ancora male Hamilton e Piastri, i quali come per tutto il giro non sono mai stati in grado di lottare con le Ferrari e Verstappen.

Vedremo se la Ferrari riuscirà a ripetersi, la simulazione gara delle FP2 non lasciano molte speranze, ma il long run di Leclerc e Sainz nelle PL3 erano buoni, senza più quel graining di cui aveva sofferto Venerdì.  Il momento decisivo del Gp del Messico sarà la partenza, e l’unica possibilità per la Ferrari di battere Verstappen, è che Leclerc e Sainz facciano gioco di squadra come a Singapore, e alla prima curva siano ancora nelle prime due posizioni, in modo da poter gestire passo e gomme. A caccia di riscatto Perez, che non può finire in casa dietro a Ricciardo, e le Mercedes e McLaren con Hamilton, Russell e Piastri che sperano nella W14 e nella MCL60 di solito più forti in corsa, mentre Norris sarà chiamato alla rimonta.

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