Alti e bassi per la Ferrari nelle FP2 del Gp del Messico, con Charles Leclerc vicino a Max Verstappen e Lando Norris nel giro secco, per poi soffrire di graining nel long run.

prove libere messico red bull

La classifica della seconda sessione di prove libere del Gp del Messico, dovrebbe dirci che è sempre la stessa storia, con Max Verstappen a dettare legge, invece per gli avversari c’è qualche speranza. Il campione del mondo è stato il più veloce in entrambi i turni, ma nella simulazione gara non ha fatto il vuoto come al solito. Si candida come avversaria di Verstappen e la Red Bull, la McLaren, che si è ripresa il ruolo di seconda forza, con Lando Norris che ha lanciato la sfida a Verstappen per pole e vittoria. Al loro inseguimento Charles Leclerc, che fino alla prima parte del long run è stato vicino a Verstappen e Norris, al contrario di Carlos Sainz, il quale nuovamente è dietro al compagno di squadra nel giro secco. Stesso discorso per la Mercedes e Lewis Hamilton lontani dai livelli di Austin, e Sergio Perez a cui nemmeno il tifo dei suoi tifosi, ha permesso di avvicinarsi a Verstappen. Andiamo a vedere dai grafici della simulazione qualifica e gara, cosa ci ha detto la seconda sessione del Gp del Messico.

Nel primo settore fin dalle FP1, abbiamo visto una novità rispetto alle ultime gare, con la RB19 tornare a fare la differenza in rettilineo. Infatti come vedremo più avanti, la Red Bull è scesa in pista con meno carico aerodinamico del solito, e hanno una delle top speed migliori. Invece Norris e la McLaren con un downforce maggiore della Red Bull, recuperano in curva il gap che prendono sul dritto. Tutto il contrario della Ferrari con Leclerc vicinissimo a Verstappen, e Sainz davanti a Norris, grazie all’efficienza aerodinamica della SF-23.

La vettura della Ferrari mette in evidenza nuovamente un’altro dei suoi difetti nella parte centrale. Se RB19 e MCL60 si equivalgono, con Norris che come nel T1 compensa una velocità di punta inferiore a Verstappen nei transitori, la SF-23 soffre da curva otto a curva 11 dove accusa tutto il gap, con Leclerc e Sainz che possono solo limitare i danni. Settore che potrebbe costare caro in qualifica alla Ferrari, che come arma a disposizione ha un po’ di margine nella power unit, non sfruttata al massimo Venerdì per l’altura. Perde contatto anche Hamilton con una Mercedes non brillante come in Texas sia negli allunghi, che nelle curve di media velocità.

La Ferrari a sorpresa è lontana da Red Bull e McLaren anche nel T3, dove fino all’ultimo tentativo era stata migliore. I cambi di set-up effettuati nel corso della sessione per migliorare la guidabilità e la gestione gomme della SF-23, hanno fatto perdere qualcosa nel terzo settore. Norris sfrutta il carico e la trazione della MCL60, per essere più veloce per la prima volta di Verstappen. Meglio di loro fa Hamilton autore dell’unico lampo del suo time attack.

I valori cambiano nel long run. Verstappen pur non facendo la differenza è sempre il più costante, e nel finale del suo long run i suoi tempi non si alzano. Questo grazie alla solita gentilezza con le gomme dell’olandese, gli consente di non soffrire mai di degrado gomme, come tutti gli altri. Norris partendo più forte che gli ha permesso di avere un passo migliore, nel finale va in difficoltà con gli pneumatici. Situazione simile a Leclerc, che nella prima parte del suo stint, è sui livelli di Norris e Verstappen, ma poi la pioggia e le temperature diverse, hanno visto sia la sua SF-23 che quella di Sainz, si forma graining, ed i loro crono crollare. Segnali di risveglio da parte di Perez che riduce ad un decimo il gap dal compagno di squadra, mentre la Mercedes si conferma una macchina da gara, con Hamilton con il quarto passo nel long run.

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