Lewis Hamilton ha affermato che la sua W14 e la SF-23 di Leclerc non erano le uniche vetture oltre il limite di consumo del plank ad Austin.

La squalifica di Lewis Hamilton e Charles Leclerc dal GP degli Stati Uniti è stato il grande tema del giovedì del GP di Città del Messico, quartultimo appuntamento della stagione 2023 di F1. Le vetture dei piloti di Mercedes e Ferrari sono state controllate dai commissari della FIA a fine gara, insieme a quelle di Max Verstappen e Lando Norris, e sono risultate non conformi al regolamento per un’eccessiva usura del plank nella zona posteriore. Il fatto che su quattro monoposto scrutinate ben due siano risultate non conformi al regolamento ha generato in molti tifosi e addetti ai lavori il sospetto che anche altre avrebbero ricevuto lo stesso giudizio se fossero state sottoposte ai controlli. Un sospetto rinvigorito dalle parole di Hamilton, il quale ha affermato in Messico che, secondo le informazioni a lui giunte, in molti se la sono cavata con fortuna ad Austin.

Foto: Mercedes-AMG F1 Media Centre

Queste le parole del sette volte campione del mondo, citato da Autosport: “Ero appena uscito dalla Conferenza Stampa e stavo per andare a farmi una vasca gelata. In quel momento Toto è arrivato di corsa e mi ha detto che eravamo stati segnalati dagli stewards. Ero distrutto, avevamo fatto una bellissima gara. Non ho saputo della squalifica finché non sono tornato a casa. Ero deluso, ma dobbiamo comunque prendere i lati positivi di quella giornata. Molte fonti diverse mi hanno detto che tante altre macchine erano illegali, ma non sono state controllate e quindi hanno evitato la squalifica. Sono sedici anni che corro in F1 e questo scenario si è già verificato altre volte: alcuni hanno evitato certe sanzioni, mentre hanno avuto sfortuna e sono stati sorteggiati per i controlli. Penso che debba essere adottato un sistema migliore per far sì che tutto sia corretto ed equo.”

“Questo problema non si era mai verificato prima ad Austin.” – ha proseguito Hamilton – “E’ emerso perché c’era la Sprint. Una soluzione semplice sarebbe cambiare l’approccio al weekend, magari permettendo di modificare la parte inferiore delle vetture o comunque non obbligandoci ad avere un setup fisso dal venerdì mattina. Soprattutto ad Austin, visto che è la pista più sconnessa su cui corriamo e spesso qui ci sono rotture. Inoltre, alcune macchine saltellano più di altre, come la Ferrari. Basta guardare la mia testa o quella di Charles. Anche noi abbiamo parecchi problemi di bouncing: le nostre teste si muovono moltissimo perché il fondo colpisce l’asfalto, non perché l’altezza da terra è troppo ridotta.”

Hamilton
Foto: Alessandro Martellotta per Newsf1.it

Il sette volte campione del mondo ha infine sottolineato che l’infrazione tecnica riscontrata ad Austin non ha avuto alcun effetto sulle ottime performance della W14: “Bisogna sottolineare che lo scorso anno la nostra macchina funzionava bene quando era molto, molto bassa e rigida. Oggi la nostra monoposto si comporta meglio ad altezze da terra maggiori. Il problema non è che giriamo troppo bassi: si è trattato solo di una circostanza sfortunata e siamo risultati fuori dal regolamento per 0,05 mm. Queste misure non fanno la differenza tra vincere o perdere, quindi l’errore di misurazioni non rappresenta il motivo per cui siamo stati così competitivi. E’ per questo che la squalifica fa male. Ad esempio, se avessimo cambiato le molle al posteriore magari la situazione col bouncing sarebbe migliorata lo stesso. Speriamo di confermare queste prestazioni anche questo weekend. Penso che non ci saranno problemi.”

Foto copertina: Alessandro Martellotta per Newsf1.it

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