Ecco i segreti del dominio di Max Verstappen nel Gp del Giappone con il quale ha regalato il titolo costruttori alla Red Bull, e i motivi per cui la Ferrari non ha conquistato il podio.

Gran premio Giappone

Gp del Giappone senza storia, con Max Verstappen che fin dal primo giro ha demolito gli avversari. L’olandese ha voluto come in tutto il week end, zittire e rispondere chi ha attaccato la Red Bull dopo Singapore. Verstappen se nella passata stagione in casa della Honda chiuse il mondiale piloti,  quest’anno ha regalato al suo Team il titolo costruttori. Alle sue spalle come in qualifica la McLaren, che come ci si aspettava alla vigilia a Suzuka ha ripetuto quanto fatto a Silverstone. Lando Norris ha tagliato il traguardo davanti a Oscar Piastri in top 3 per la prima volta in carriera. Giù dal podio la Ferrari che nonostante non si sia confermata sui livelli di Monza di Singapore, ha visto la SF-23 fare dei miglioramenti rispetto al Gp di Gran Bretagna. Infatti con il quarto posto di Charles Leclerc ed il sesto di Carlos Sainz, la Ferrari si avvicina ad una deludente Mercedes, è andato in scena un duello molto duro fra Lewis Hamilton e George Russell. Gara disastrosa di Sergio Perez che fra incidenti e penalità, ne ha combinate di tutti i colori. Andiamo a vedere nei grafici del Gp del Giappone, i segreti della prova di forza di Verstappen, e cosa ha impedito alla Ferrari di salire sul podio.

Verstappen come in tutto il week end è cattivissimo, già in partenza. Il pilota della Red Bull prima chiude Piastri, e poi quando vede all’esterno Norris fa la stessa cosa. Dopo l’uscita della safety car Verstappen vola, martellando su un passo inavvicinabile dagli avversari. Verstappen nel primo stint rifila sei e nove decimi alle McLaren e oltre un secondo alle Ferrari ed a Hamilton. Questi distacchi hanno allontanato qualsiasi sospetto, e spiegato che è il binomio Verstappen-RB19, il segreto del dominio della Red Bull. Suzuka sembra una pista disegnata per esaltare il downforce, fondo, ed efficienza aerodinamica della RB19, ma è Verstappen a fare la differenza. La stessa cosa avviene in casa McLaren seconda forza come in qualifica,  con Norris che presa la seconda posizione al via, è più veloce di Piastri. Invece la Ferrari non tiene il ritmo delle due MCL60, ma è ancora sfortunata quando ha l’unica possibilità di prendersi il podio. La  virtual safety car sembrava un’opportunità di poterla sfruttare con Leclerc, per superare Piastri, invece non è stato così.

Nel secondo stint il passo di Verstappen e Norris, si avvicina, solo perchè sono su strategie e mescole diverse. Se alla RB19 n.1 al pit stop è stato montato un altro treno di medie come alle Ferrari, le McLaren passano alle Hard.  La Rossa rispetto al primo stint riduce il gap da Verstappen che comunque stava già gestendo, con Sainz che per la prima volta nel week end è più veloce di Leclerc. Il monegasco rimane in corsa per il podio, con Piastri che dopo il sorpasso subìto da Norris alza molto i suoi tempi, ed è più lento anche di Hamilton.

Leclerc tenta la carta dell’undercut, che come si era visto nel primo stint, era molto potente. Leclerc rientra ai box prima di Piastri, e anche con un giro molto buono non riesce a superare l’australiano, vedendosi sfumare il podio. Da quel momento la Ferrari palesa le identiche difficoltà viste molto spesso quando mette gomma bianca, e non tiene il passo di Verstappen e le McLaren. L’unico lampo del terzo stint della Ferrari è il sorpasso di Leclerc a Russell, mentre Sainz costretto ad attendere un passaggio per la sosta, non riesce a riprendersi la quinta posizione.

Quindi il Gp del Giappone è andato secondo le previsioni, con Verstappen e la Red Bull che sono tornati a dettare legge come hanno fatto fino a prima di Marina Bay. Per la Ferrari il bicchiere è mezzo pieno. Diversamente da quanto si aspettava, non ha avuto un passo migliore per vincere la sfida con la McLaren, e salire sul podio. Possibilità che ha perso in qualifica, ma aver battuto la Mercedes, significa aver intrapreso la strada giusta nello sviluppo, e che il lavoro fatto a Maranello negli ultimi due mesi, ha migliorato la SF-23. Semmai questa prestazione ha dato l’ennesima conferma, su come progettare la prossima Ferrari, per risolvere i problemi nelle curve veloci e di carico aerodinamico della SF-23, di cui ha sofferto in particolare nel T1.

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