Michael Schumacher vincendo il Gp degli Stati Uniti 2000 di F1, mise le mani sul titolo, grazie al ritiro di Mika Hakkinen, che gli permise di riprendere la leadership del mondiale.

Nella cavalcata della stagione 2000 di F1, c’è stata una gara che ha fatto capire a Michael Schumacher e alla Ferrari, che quello era l’anno buono per vincere il titolo. Schumy arrivò ad Indianapolis, dopo aver risposto alla doppietta di Mika Hakkinen all’Hungaroring ed a Spa, tornando alla vittoria in casa della Scuderia di Maranello a Monza.

La cosa importante di quel trionfo, non era stata di aver ridotto a due punti il distacco dal rivale nella classifica piloti, ma l’aspetto psicologico. La commozione che Schumy ebbe in conferenza stampa quando gli fu ricordato che vincendo a Monza aveva raggiunto il numero di vittorie di Ayrton Senna. Lacrime che lo fecero sbloccare e dandogli una grande forza, come dimostrerà nel Gp degli Stati Uniti.

Fin dal primo turno di prove libere, Schumacher cogliendo il miglior tempo mette in chiaro che ad Indianapolis vuole riprendersi la leadership del mondiale. Il Kaiser risponde alle McLaren che avevano piazzato l’uno-due nelle PL2 precedendolo, facendo segnare il giro più veloce nelle PL3, davanti al compagno di squadra Rubens Barrichello.

Il tedesco arriva alle qualifiche come uomo da battere, ed i pronostici vengono rispettati. Con il crono di 1.14.266 si prende la trentacinquesima partenza dal palo della sua carriera, rifilando un decimo a Coulthard e a Hakkinen. Invece Barrichello è quarto, non riuscendo né a completare l’uno-due della Ferrari, né a mettersi dietro Hakkinen.

Risultato che complica l’inizio della gara di Schumacher. Le condizioni cambiano rispetto al giorno prima con i piloti che partono con le gomme da bagnato. Coulthard che con una partenza anticipata lo supera al via. Lo scozzese nonostante una penalità che sconterà al pit stop, cerca di bloccare Schumacher, per aiutare Hakkinen. Il pilota della Ferrari al fine di evitare quanto successo a Spa nel 1998, all’inizio del sesto giro, grazie alla potenza del motore della sua F1-2000,  prende la scia a Coulthard e superandolo all’esterno, ed è il nuovo leader della gara.

Proprio in quel momento, il duo Schumacher-Ross Brawn indovina un’altra strategia. Quando tutti vanno ai box per passare alle gomme d’asciutto, il tedesco decide di rimanere in pista, fino al sedicesimo passaggio fa la sosta, ha un vantaggio di sedici secondi su Hakkinen. Il pilota della McLaren sfruttando i pneumatici già entrati in temperatura, con una serie di giri veloci riduce il gap.

Hakkinen spinge forte, ma viene tradito dal motore Mercedes, che si rompe nel 26°giro costringendolo al ritiro. Con il rivale fuori gioco, Schumy sembra poter amministrare e gestire l’ampio vantaggio, ma a pochi giri dalla bandiera a scacchi finisce fuori pista. Errore che sarà soltanto un piccolo brivido senza conseguenze.

Schumacher tagliando per primo il traguardo oltre ad imporsi nel Gp degli Stati Uniti, e a conquistare la seconda vittoria di fila, la quarantaduesima in F1, si riprende la leadership del mondiale. Per la Ferrari è una giornata perfetta. Oltre al  successo e allo strappo decisivo di Schumacher al mondiale, portando il suo vantaggio su Hakkinen a otto punti, c’è la doppietta completata da Barrichello. Indianapolis sarà la svolta del mondiale, e permetterà a Schumacher di chiudere i giochi quindici giorni più tardi a Suzuka.

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