Ferrari F1 – Il sostituto del team principal Ferrari, Jerome d’Ambrosio, ha commentato il presunto disaccordo strategico di Lewis Hamilton durante il Gran Premio d’Austria.
Hamilton ha eguagliato il suo miglior risultato da quando è in Ferrari con un quarto posto al traguardo, subito dietro al compagno di squadra Charles Leclerc, nella gara di domenica di 70 giri al Red Bull Ring, a bordo della SF-25 aggiornata.
Tuttavia, il sette volte campione del mondo è parso contrariato per il timing del secondo pit stop. Nonostante si sentisse ancora a suo agio con le gomme, Hamilton aveva chiesto via radio di prolungare il proprio stint, ma quando l’ingegnere di pista Riccardo Adami lo ha invitato a rientrare, ha risposto: “Non voglio fermarmi.”
A fine gara, Hamilton ha minimizzato l’episodio:
“A dire la verità, in quel momento non sapevo quanti giri mancassero. Il ritmo non era eccezionale, ma avevo la sensazione di poter continuare.”
D’Ambrosio, che ha sostituito il team principal Fred Vasseur (assente per motivi personali), ha chiarito che la Ferrari ha semplicemente seguito la strategia ottimale.
“Si trattava più che altro di una questione di assetto e di allungare di qualche giro, nulla di fuori dal normale,” ha spiegato il belga. “In Austria si cerca sempre la strategia più efficiente per ridurre il tempo totale di gara. È quello che abbiamo fatto con entrambi i piloti. A essere sinceri, non c’era motivo per fare qualcosa di diverso: le McLaren erano nettamente avanti e George piuttosto distante dietro. Eravamo in mezzo, con entrambe le vetture, quindi abbiamo adottato la strategia standard più sensata. Dal punto di vista del pilota, è normale porsi delle domande: è la scelta giusta? Possiamo fare altro? È il loro mestiere, sono piloti di Formula 1. Ma alla fine contano i numeri, e quella era la strategia più logica.”
D’Ambrosio ha poi sottolineato il contributo che Hamilton sta offrendo al miglioramento del team Ferrari:
“Io sono nel team da ottobre, e Lewis è arrivato a gennaio, quindi abbiamo già avuto moltissime discussioni su come possiamo migliorare. Ogni giorno ci svegliamo, andiamo in fabbrica e ci chiediamo: come possiamo fare meglio? Dall’ingegneria all’esecuzione in pista, fino ai feedback da dare ai piloti. È un lavoro di squadra, dove ognuno cerca di spingere avanti ogni area.
Quando Lewis è entrato in squadra, abbiamo parlato apertamente di tutto questo, proprio come facciamo anche con Charles, che ha una grande esperienza.
Abbiamo riunioni regolari per discutere insieme come fare passi avanti.”