Michael Schumacher dopo aver vinto il Gp d’Italia 2000 di F1, scoppiò a piangere in conferenza stampa, quando gli fu ricordato che aveva eguagliato il record di vittorie di Ayrton Senna.

Da quel tragico 1° Maggio 1994 molto spesso nel mondo della F1 e dello sport, si è parlato di quale grande duello Imola ci ha privati e la curva del Tamburello. Però da quel giorno nonostante fra Senna e Schumacher si fosse già accesa la rivalità, e ci furono anche alcune polemiche, le loro strade s’incrociarono più volte come solo il destino sa fare, in particolare quella della Ferrari.

Prima di quell’incidente, era Ayrton il pilota sul quale Luca di Montezemolo aveva puntato per riportare il titolo a Maranello. Senna fin da subito non trovò il feeling con la Williams e la FW16 progettata da Adrian Newey, e non riuscì nelle prime gare a contrastare Schumacher. Proprio alla vigilia del Gp di San Marino s’incontrò con Montezemolo, a cui disse che voleva lasciare la Williams e andare in Ferrari.

Gli ultimi dettagli si sarebbero dovuti definire dopo Imola, ma non fu possibile. 48 mesi più tardi sarà Schumacher a fare la scelta che non ha potuto fare Senna, dicendo addio alla Benetton, con la quale vinse due titoli consecutivi per andare poi alla Ferrari. Però la missione del Kaiser non fu facile, ed anche alla vigilia di Monza 2000, il mondiale sembrava sfuggire ancora una volta.

Infatti a Spa Schumacher subì un colpo che sembrava da ko, con il famoso sorpasso di Hakkinen all’Eau Rouge, che rafforzò la leadership del mondiale, e il campionato 2000 sembrava il replay delle ultime tre stagioni. Monza quindi per il tedesco e la Ferrari era una sorte di ultima chance per riaprire il campionato, erano obbligati a vincere, visto che Schumacher non vinceva da Montreal.

Le cose si misero bene con la pole di Schumy e Barrichello che completò l’uno-due della Ferrari. Però purtroppo il giorno dopo il via della gara, ricordò quanto successe ad Imola sei anni prima. Una carambola al via che vide coinvolti Barrichello, Coulthard, Frentzen, Trulli, causò la morte di Paolo Gislimberti che fu colpito da un detrito. Schumacher alla ripartenza riuscì a mantenere quella freddezza che lo ha sempre contraddistinto, e tagliò per primo il traguardo e ridusse a due punti il distacco da Hakkinen.

Però Schumacher qualche minuto più tardi, dimostrò per la prima volta di essere umano. In conferenza stampa quando gli fu chiesto “Michael, hai raggiunto le 41 vittorie di Ayrton Senna, significa molto per te?”. Dopo la sua risposta: “Sì significa molto per me”, scoppiò a piangere sorprendendo tutti, giornalisti e tifosi, ed a consolarlo fu il suo rivale Hakkinen. Quella commozione fece capire al mondo chi era il vero Schumy, e quanto pensasse ancora all’incidente di Imola.

Quel pianto a dirotto fu soprattutto la svolta della storia fra Schumy e la Ferrari. Michael s’impose anche nei tre Gp seguenti, e a Suzuka con una gara d’anticipo a ventuno anni da Jody Scheckter, riportò il titolo a Maranello. Il destino ha voluto che quell’aggancio a Monza, non è stato solo il segreto della vittoria di quel mondiale, ma anche del ciclo vincente della Ferrari. Proprio per questo la storia di Schumacher e Senna saranno sempre legati, perchè Michael è riuscito a realizzare il sogno di Ayrton: vincere in F1 con la Ferrari.

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto