Niki Lauda vince il secondo titolo in F1, arrivando quarto nel Gp degli Stati Uniti Est del 1977, riscattò quanto successe al Fuji nel 1976, e disse addio alla Ferrari da campione del mondo.

Quel giorno Niki Lauda l’aspettava dal 24 Ottobre 1976, quando decise di rientrare ai box nel primo giro del Gp del Giappone di F1. La decisione di non voler rischiare di nuovo la vita, dopo essersi salvato per miracolo al Nurburgring, gli aveva fatto passare un inverno difficile, fra gli attacchi della stampa italiana, ed i dubbi della Ferrari, sulle sue possibilità di tornare quello di prima dell’incidente.

In particolare quello più deluso era Enzo Ferrari, che se da un certo punto di vista capì il suo gesto, da un’altra come confessò ad alcuni giornalisti, non lo riusciva ad accettare. Il Drake che ha sempre amato chi guidava con coraggio e senza paura, pensò che Tazio Nuvolari e Guy Moll che erano fino a quel momento i suoi piloti preferiti, non avrebbero preso la stessa decisione. Quindi all’inizio del campionato 1977 in pochi scommettevano sul riscatto dell’austriaco, e le prime gare sembravano confermare i pronostici.

Al debutto, il suo rivale James Hunt sembrò confermare di essere il favorito per la pole, ma invece in gara commise un errore quando era in fuga. Stesso destino di Lauda che già in difficoltà nei primi giri, al ventesimo passaggio per la rottura del motore, fu costretto al ritiro, mentre fu a sorpresa la Wolf di Jody Scheckter a vincere. Le cose non andarono meglio in Brasile, dove fu il suo nuovo compagno di squadra, Carlos Reutemann, ad imporsi, mentre Niki si dovette accontentare del gradino più basso del podio.

In molti dopo quella corsa lo davano per finito, ed in Ferrari già avevano dato il ruolo di prima guida a Reutemann. L’unico a credere nel suo riscatto era proprio Hunt che ben conosceva il coraggio di Lauda, e che non si arrendeva mai. Ebbe ragione, ed in Sudafrica in una giornata tragica per la morte di Tom Pryce, fu la Ferrari n.11 a trionfare. Nonostante un detrito della Shadow danneggiò la 312 T2 di Lauda, che lo fece transitare sotto la bandiera a scacchi a motore spento, riuscì a tornare alla vittoria.

Dovrà aspettare quattro mesi per ripetersi. In quell’anno l’avversario della Ferrari, non era più la McLaren con Hunt che a causa dei tanti ritiri uscì ben presto dalla lotta iridata, ma la Wolf di Scheckter e la Lotus di Mario Andretti. Lauda nelle gare successive, dimostrò di aver ritrovato anche la sua solita regolarità e di poter lottare per il titolo, con la seconda piazza nei Gp degli Stati Uniti dell’Ovest, Monaco e Zolder, e in Francia con il quinto posto diventando leader del mondiale.

Quella fu la svolta del suo mondiale, e arrivando dietro ad Hunt e Jones in Gran Bretagna e Austria, e conquistando la seconda vittoria stagionale in Olanda, diede la spallata al campionato. Lauda arrivando di nuovo secondo nel Gp d’Italia regalò in casa il titolo costruttori alla Ferrari, e andò a Watkins Glen per conquistare quel punto che gli mancava per laurearsi campione del mondo.

Lauda nelle qualifiche si deve accontentare della seconda fila, cogliendo il quarto tempo con Hunt in pole. Niki in gara decide di non correre rischi, visto che la gara inizia con pista bagnata, ed al via scivola in sesta posizione, mentre Watson unico a partire con gomme d’asciutto, va in testa. La tattica di Lauda dà i suoi frutti quando grazie agli errori degli altri piloti, torna quarto così come Hunt riconquista la leadership della gara.

Posizioni che difenderanno fino al traguardo, e ancora una volta il destino legò questi due campioni. Nel giorno che Hunt ritrova la vittoria, Lauda ad un anno dall’incidente del Nurburgring e dal ritiro al Fuji, si riprende il titolo laureandosi campione del mondo. La gioia per la vittoria del secondo titolo insieme alla Ferrari dura poco, ma dopo pochi giorni si consuma il divorzio.

Il Drake era sicuro, nonostante la trattativa per il rinnovo non era stata ancora chiusa, che l’austriaco avrebbe guidato per la Ferrari anche nella stagione successiva. Lauda al ritorno dall’America chiede un incontro al Enzo Ferrari, il quale si aspetta che gli chieda un aumento dell’ingaggio come aveva fatto nei mesi precedenti. Invece Lauda va a Maranello per comunicare al Drake che ha già firmato per la Brabham di Bernie Ecclestone, aggiungendo: “vedremo dove sarò io fra due anni e dove sarà la Ferrari fra due anni”.

Enzo Ferrari che in un primo momento cercò di rilanciare, dopo quelle parole perse le staffe per l’affronto, e decise di scegliere come suo erede Gilles Villeneuve. La situazione esplose definitivamente in Canada, quando Lauda non scende in pista per le Libere, e affermando che la vettura non ha il potenziale per vincere. La Ferrari gli propone di provare la vettura di Villeneuve, ma Lauda decide di tornare in Austria, e di saltare il Gp del Giappone per gastrite.

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