Jules Bianchi a causa di un gravissimo incidente nel Gp del Giappone 2014 di F1, entrò in coma e dopo nove mesi il 18 Luglio 2015 perse la vita.

5 Ottobre 2014 è un’altra data tragica nella storia della F1, perchè è il giorno in cui il circus perdeva uno dei suoi più grandi talenti: Jules Bianchi. Nove anni prima il francese, grazie ai risultati e vittorie fino ad allora ottenuti, e ad un test sul circuito di Jerez, era riuscito a coronare il sogno di ogni bambino, entrando a soli vent’anni a far parte della Ferrari.

La Scuderia di Maranello capì subito appena lo vide guidare, che aveva tutto per diventare un campione, e per lui scelsero il percorso che aveva fatto Felipe Massa, farlo crescere con calma prima di affidargli un giorno il volante di una Rossa. Bianchi prima di quella gara maledetta di Suzuka, stava ripagando le aspettative, ogni volta che nei test provava una Ferrari si metteva in luce, e, prima la Force India nel 2012 lo volle come terzo pilota, e poi l’anno seguente la Marussia lo fece debuttare in Formula 1.

Nonostante una vettura poco competitiva, Jules dimostrò il suo valore, battendo costantemente e nettamente il suo compagno di squadra Max Chilton. Prestazioni che fecero decidere la Ferrari, di sceglierlo insieme a Pedro De La Rosa per i test sui pneumatici 2014. Quella chiamata gli diede ancora più fiducia per la sua seconda stagione in F1, e nella sua Monaco fece un’impresa, tagliando il traguardo in nona posizione e conquistando i primi punti della carriera.

Quel piazzamento non passò inosservato, tanto che Luca di Montezemolo insisteva sull’introduzione della terza macchina, per affidare a lui una Ferrari. Il piano B, visto le difficoltà nella trattativa era di farlo andare in una squadra più forte, ed essere pronto per il grande salto. Jules quindi volò in Giappone felice perché era sulla strada giusta per realizzare il suo sogno, ma invece il destino gli voltò le spalle.

Dopo aver colto il ventesimo tempo in qualifica, la gara si stava svolgendo sotto il diluvio, e al 43° giro Adrian Sutil esce di pista alla curva Dunlop. I commissari lavorano per rimuovere la vettura dell’elvetico con l’aiuto di una ruspa, senza che incredibilmente esca la safety car. Scelta che si rivelerà fatale, con Bianchi che, a distanza di pochi minuti perde il controllo della vettura nello stesso punto, centrando violentemente la ruspa.

In quel momento la mente di tutti quanti tornò al 1° Maggio 1994, quando Ayrton Senna ad Imola andò a muro alla Curva del Tamburello. Infatti come vent’anni prima, la situazione immediatamente sembrava disperata. Jules quando fu soccorso aveva perso conoscenza ed arrivò in ospedale in coma, e la gara nonostante quanto era successo, riprese senza problemi.

La Fia mentre Bianchi lottava per la vita, istituiva una commissione d’inchiesta della quale facevano parte Charlie Whiting, Emerson Fittipaldi, Ross Brawn e Stefano Domenicali per indagare sull’incidente. L’esito fu una delle pagine più nere della storia della F1, con l’assoluzione di tutti i responsabili dando la colpa a Bianchi per non aver rallentato. Decisione che scaturì tantissime polemiche, e ancor di più quando il 17 Luglio 2015, Jules perse la vita dopo nove mesi di battaglia.

Nonostante siano passati otto anni, Bianchi è rimasto nel cuore degli appassionati, e sia la Federazione che la Ferrari gli devono molto. Il suo sacrificio ha portato all’introduzione dell’Halo, che nelle ultime stagioni ha salvato la vita a molti piloti. La Ferrari grazie a Bianchi ha creato la Driver Academy, e soprattutto gli ha fatto scoprire Charles Leclerc.

Bianchi a Maranello non faceva altro che parlare dell’immenso talento del suo fraterno amico Leclerc, che venne fatto entrare nella Ferrari Driver Academy. Proprio la riconoscenza ed il legame con Bianchi, è uno dei motivi per cui Leclerc a meno di rotture clamorose, rinnoverà il contratto, in quanto dal 5 Ottobre 2014 ha una missione: realizzare il suo sogno e quello di Jules, diventare campione del mondo con la Ferrari.

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