In una lunga intervista concessa alla BBC,  Charles Leclerc ha rilasciato alcuni interessanti aneddoti sulla difficile strada che lo ha condotto dai kart alla Formula 1. Il monegasco si è così potuto soffermare in modo particolare sulla sua sofferta crescita personale, caratterizzata dalla perdita del suo padrino e punto di riferimento in pista, Jules Bianchi, e dalla successiva scomparsa del papà Hervé. 

Charles Leclerc

Nel 2011, quando Charles rischiò di non poter più correre per mancanza di fondi economici, Leclerc conobbe Nicolas Todt, che grazie alla sua posizione di manager e talent scout gli permise di entrare nella Ferrari Driver Academy. Jules, che già faceva parte della FDA, e suo padre sono stati i punti di riferimento della sua scalata nel mondo del motorsport sino alla F1. Proprio loro due gli hanno trasmesso l’aspetto chiave della sua personalità: l’umiltà.

Jules e papà mi dicevano sempre di tenere i piedi per terra e di continuare a lavorare sodo – ha rivelato Leclerc – Per questo penso che (l’umiltà ndr) venga da loro. Comunque non credo di essere mai stato arrogante, dunque è anche in parte un mio aspetto caratteriale”. 

Nonostante il brutto incidente che ha portato alla prematura scomparsa di Jules Bianchi, Leclerc ha confidato di non aver mai considerato di smettere di correre: “Fin da quando inizi sai quanto è pericoloso il nostro sport; non sarà mai uno sport sicuro. Jules mi ha sempre spinto e aiutato a migliorare. L’unico pensiero che ho avuto quando è successo l’incidente è stato quello di fare il meglio possibile per renderlo orgoglioso”.

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L’altro momento difficile è arrivato poco tempo dopo, quando nel 2017 Leclerc perse il padre alla vigilia di un fine settimana in pista. “Quel weekend fu veramente veramente brutto – ha affermato Leclerc riportando la mente al fine settimana di Baku – Le prove libere furono veramente difficili. Poi però dentro di me mi sono chiesto cosa lui avrebbe voluto che raggiungessi in quel weekend e la risposta fu molto semplice: vincere la gara! E così avvenne sia in Gara 1 che in Gara 2 (finì poi secondo per una penalità ndr)”. 

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