La Ferrari nel Gp d’Ungheria è stata anonima come a Silverstone, mettendo nuovamente in evidenza quali siano i suoi limiti: assenza di carico aerodinamico, mancata correlazione fra simulatore e pista, ed incapacità di sviluppare la macchina come gli avversari.

Nuova gara non da Ferrari nel Gp d’Ungheria, con la SF-23 che ha costretto Charles Leclerc e Carlos Sainz a non essere mai protagonisti. Infatti per la Ferrari è stata un’altra corsa sulla difensiva, senza mai avere il passo per lottare per il podio, tagliando il traguardo soltanto al settimo ed all’ottavo posto. Invece Max Verstappen ha risposto al duello perso in qualifica con Lewis Hamilton, dominando ancora una volta, facendo conquistare alla Red Bull la dodicesima vittoria consecutiva. Alle sue spalle come a Silverstone Lando Norris con la McLaren, che si è confermata seconda forza del campionato, ed il compagno di squadra Sergio Perez, il quale con una bella rimonta, ha allontanato al momento la minaccia di Daniel Ricciardo. Deluso anche Lewis Hamilton che per una brutta partenza ed una W14 non sugli stessi livelli della RB19 e della MCL60, non è andato oltre la quarta posizione. Hamilton ha preceduto Oscar Piastri, che dopo un ottimo inizio di corsa è crollato, e l’altra Mercedes di George Russell autore anche lui di un bel recupero cancellando l’eliminazione in Q1 di Sabato. Andiamo a vedere dai grafici del Gp d’Ungheria, i motivi dell’ennesima prova di forza di Verstappen, e della débâcle della Ferrari.

Verstappen sfruttando la brutta partenza di Hamilton prende la testa della corsa, seguito da Piastri e Norris. Fin dai primi giri Verstappen dimostra che ha perso la pole oltre per la magia di Hamilton, anche per un set-up mirato sulla gara, e che gli aggiornamenti  hanno fatto fare alla Red Bull un grande miglioramento. Se a Silverstone almeno nelle prime fasi le McLaren erano riuscite a tenere il passo del campione del mondo, questa volta hanno accusato un gap di mezzo secondo. Ancora più in difficoltà Hamilton, con una Mercedes che come Venerdì non ha mostrato un grande ritmo gara, che ha girato sugli stessi tempi di Leclerc, mentre a regalare l’unico lampo della corsa alla Ferrari è stato Sainz, autore di una grande partenza.

La situazione per la Ferrari peggiora, ed oltre all’errore al pit stop di Leclerc, e la sua penalità di cinque secondi, con le hard la SF-23 come già successo tante volte quest’anno, va in crisi. Sainz e Leclerc insieme ad avere un passo di oltre un secondo più lento di quello di Verstappen, pagano cinque e tre decimi anche a Norris e Hamilton. Invece Piastri dopo aver perso il secondo posto, fatica non riuscendo a replicare ai tempi del compagno di squadra.

Stesso copione nel finale di corsa, con la Red Bull che continua a volare. Se Verstappen fa un altro sport, anche Perez con le novità portate in Ungheria, ha ritrovato almeno in gara il feeling con la RB19, conquistando il podio. Norris amministra il secondo posto, mentre un danno al fondo costringe Piastri a dover subire il sorpasso anche di Hamilton, che nel terzo stint ha un ottimo passo di soli tre decimi più lento di Verstappen. Invece alla Ferrari è mancato ancora una volta il coraggio di osare, visto che la SF-23 già nel secondo stint aveva sofferto con le hard, ma ha preferito andare sul sicuro piuttosto che montare a Leclerc e Sainz le medie.

Dal grafico del passo gara complessivo, possiamo vedere ancora meglio, quanto quella di Budapest è stata una doccia fredda per la Ferrari, mettendo a nudo vecchi e nuovi punti deboli. Infatti le dichiarazioni alla vigilia di Vasseur, sono l’ennesima prova  che il simulatore ha dato delle indicazioni a Maranello, che non sono state confermate all’Hungaroring. La SF-23 nel corso del week end è cresciuta meno degli avversari, mettendo in evidenza un altro problema della Scuderia di Maranello, l’incapacità dei tecnici di estrarne il potenziale in pista. Inoltre se la Ferrari è migliorata nella gestione gomme con gli aggiornamenti, invece McLaren e Mercedes hanno fatto un netto passo in avanti, aumentando il carico aerodinamico a differenza della SF-23, sia sul giro secco che sul passo gara. Problema conosciuto da molti anni in casa Ferrari, che è costato molti mondiali, e che fa capire come Canada e Austria sono state soltanto delle illusioni. Vedremo come andranno le cose a Spa, ma il Gp d’Ungheria pone forti interrogativi sulla capacità del reparto corse di far tornare competitiva la Ferrari nel 2024.

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