Dopo il movimento di personale dalla Ferrari alla Haas imposto dal taglio del budget, Binotto chiarisce il rapporto tra le due squadre

Dopo il clamoroso passaggio di Simone Resta, capo della progettazione telai, da Ferrari a Haas, era chiaro che si stava preparando qualcosa di grosso. Il trasferimento ha dato adito a diverse voci su possibili dissidi tra Resta e il team principal Binotto che avrebbero portato a quello che è stato visto come un declassamento per uno degli ingegneri di punta del progetto Ferrari. Ora si scopre, invece, che era solo l’inizio di un più ampio movimento di personale che è culminato nella realizzazione di un vero e proprio stabilimento Haas… a Maranello. Così diversi membri della Ferrari verranno ricollocati in questo nuovo progetto. Tutto ciò è avvenuto per via dell’introduzione del budget cap a partire dall’anno prossimo, in ragione del quale Ferrari sarebbe stata costretta a drastici tagli del personale. Il cavallino, invece, con un encomiabile guizzo imprenditoriale, invece di ridurre le proprie capacità, ha in un certo senso ampliato il proprio stabilimento.

Ma quali saranno i rapporti tra le due scuderie? La Haas sarà una scuderia “figlia” della Ferrari in una gerarchia paragonabile a quella che lega Red Bull ad Alpha Tauri? Secondo Binotto, la squadra americana rimarrà un cliente di Ferrari e manterrà la sua indipendenza. “Alcuni dei nostri collaboratori” ha dichiarato il team principal della rossa, “si uniranno al loro team, e penso che questa sia una grande opportunità per loro perché penso che in questo modo si rafforzerà la loro organizzazione tecnica. Questa scelta è stata necessaria per noi perché siamo stati costretti a ridurre il numero del personale a causa delle limitazioni imposte dal budget cap. La Haas, però, rimane un team indipendente dalla Ferrari. Non è un junior team e non ci sarà alcuno scambio di informazioni al di là di quanto previsto”.

Difficile credere che non si instaurerà un rapporto di collaborazione reciproca e che anche Ferrari non trarrà vantaggio da una situazione che gioverà sicuramente alla controparte, la quale, con questi innesti di prestigio, punta a fare un salto di qualità. Se si vuole credere alla natura non collaborativa di questo accordo, è chiaro comunque che avrà un carattere di “non-belligeranza”. Haas non sarà un team minore, ma neanche un concorrente, come si evince dalle parole di Binotto: “Se posso scegliere e devo ridurre la mia organizzazione, sono certamente più felice di sapere che questi ragazzi si uniranno al team Haas e lo andranno a rafforzare invece di essere semplicemente messi sul mercato e resi disponibili per altre squadre. Questo è il modo in cui concepiamo le collaborazioni”.

Viene da chiedersi cosa succederebbe nell’eventualità che la forbice prestazionale dei due team dovesse ridursi e entrambi si ritrovassero a combattere per gli stessi obiettivi. Rivedremo scene come la ramanzina di Helmut Marko a Jaime Alguersuari quando nel 2012, nelle prove libere del Gran Premio di Corea, il pilota della Toro Rosso sbarrò la strada all’allora pupillo della Red Bull, Sebastian Vettel? A Binotto toccherà chiarire in anticipo questi scenari, tenendo presente che la SF1000 di quest’anno, con le sue prestazioni scadenti, si è ritrovata più volte al fianco delle monoposto Haas in pista. Il consolidamento del rapporto tra le due scuderie è sicuramente una buona notizia per Mick Schumacher, il giovane neoacquisto della scuderia americana che, nonostante graviti già da tempo nell’orbita Ferrari, vede così aumentare le proprie possibilità di poter effettuare un giorno il passaggio a quella che Binotto non vuole che si chiami “la scuderia madre”.

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A proposito dell'autore

Laureato in Traduzione Specialistica, sono appassionato di Formula 1 e di tutto il mondo che le gravita intorno, soprattutto mi affascina l'aspetto umano di una competizione che porta l'uomo e la macchina agli estremi più assoluti delle loro possibilità.

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