Il presidente della Fia si dice disponibile ad ascoltare tutte le opzioni messe sul tavolo dalle scuderie per le nuove power unit del 2026, ma non accetta ricatti da parte di nessuno.
Ridurre i costi
A Portimao, oltre alla gara, si è tenuto, lontano dai riflettori, un avvenimento altrettanto importante che ha posto le basi per il futuro dello sport. I vertici del mondo della Formula 1 si sono riuniti per discutere, assieme alle scuderie, del tipo di motore che si vorrà adottare dopo il cambio del regolamento relativo alle power unit che entrerà in vigore nel 2026. Jean Todt, presidente della Fia, ha presieduto la riunione e sembra avere le idee molto chiare su certi aspetti: “ Per quanto mi riguarda” ha dichiarato in un’intervista a Auto Moto und Sport “ la Formula 1 è ancora troppo costosa. Abbiamo raggiunto grandi risultati, ma dobbiamo ridurre ulteriormente i costi”. Il problema costi è un punto su cui tutti i team concordano all’unanimità; non solo le attuali power unit non attirano nuovi investitori e costruttori, ma fanno anche fuggire quelli già presenti, come nel caso di Honda, che ha annunciato il suo addio a fine 2021. Perciò, secondo il 74enne francese, bisognerebbe sfruttare questa corsa all’austerità innescata dalla crisi Coronavirus per rendere lo sport più accessibile e attrattivo per nuovi costruttori.
L’ibrido fu una scelta giusta in Formula 1
Ma Todt non rinnega il passato e sostiene che la scelta di passare ai V6 turbo ibridi aveva un senso nel 2014: “Nel 2014 passare alla tecnologia ibrida era la giusta decisione. Non potevamo più rappresentare i vecchi motori ad aspirazione naturale in un simile clima politico”. Neanche il fatto che questa tecnologia così complessa non sia veramente trasferibile alle macchine da strada sembra sconcertare l’ex team principal della Ferrari: “La Formula 1 dà una direzione. Un trasferimento diretto di tecnologia praticamente non è mai possibile”.
No ai ricatti
E allora che direzione prenderà questo sport in un futuro sempre più improntato all’ecosostenibilità dove sarà sempre più facile puntare il dito contro il motorsport? Ebbene, Todt non ha ancora una risposta, ma è aperto ai suggerimenti delle scuderie e disposto ad ascoltare le richieste di tutti, a patto, però, che nessuno si permetta di imporgli la propria visione: “Rispetto l’opinione di tutti, ma non permetterò a nessuno di ricattarmi. A nessuno” ha dichiarato Todt riferendosi alle esternazioni di vari rappresentanti della Red Bull, che minacciavano un addio al circus se la FIA non avesse acconsentito al congelamento dello sviluppo motori a partire dal 2022. “A Maggio” ricorda “la Red Bull ci ha intimato di non arrestare lo sviluppo dei motori a qualunque costo, altrimenti la Honda avrebbe lasciato lo sport, ora vogliono il contrario. Cambia tutto così in fretta in questo settore.”
Nuove prospettive per le Power Unit
Al di là delle questioni di principio, il nodo dei motori sembra non avere una soluzione al momento. Tuttavia, a sbrogliare la matassa potrebbe essere l’introduzione di carburanti a zero emissioni. Infatti, è proprio in quella direzione che, a detta di Todt, le grandi case dovrebbero puntare tutti i loro sforzi economici: “Anche i produttori di benzina ci hanno minacciato di andarsene se lo sport non dovesse diventare più competitivo. Ma è più importante che si concentrino su come investire denaro nello sviluppo di carburanti a zero emissioni. In fin dei conti, quello che conta per me sono le argomentazioni, non le minacce. […] Dobbiamo raggiungere il livello zero di emissioni, il prima possibile”. Così il motore non sarebbe veramente un problema e si potrebbe scegliere la via più praticabile tra un’ampia gamma di opzioni a disposizione.
Certo, ad ora le strade praticabili sarebbero altre, come quella delle celle a combustibile, le quali, per quattro attrarrebbero alcune aziende, avrebbero comunque lo stesso problema di costi delle attuali power unit. Ma Todt non esclude niente a priori, anche perché i costanti progressi tecnologici nel settore aprono vie che fino ad allora sembravano inesplorabili: “Due o tre anni fa nessuno credeva nelle celle a combustibile. Ora improvvisamente sono diventate il Sacro Graal. Sinceramente, non so cosa pensare. Per questo voglio avere tutte le opzioni sul tavolo e farle vagliare dai miei esperti. Le emozioni devono starne fuori, perché portano solo decisioni sbagliate. E non possiamo più permettercele”.
Si pensa inoltre, sotto la spinta di certe scuderie, di anticipare l’introduzione dei nuovi motori al 2023. Mattia Binotto, team principal Ferrari, si dice possibilista, a patto che si chiarisca fin da subito la direzione da prendere e che non si commetta lo stesso errore del 2014: “Questa volta dobbiamo tenere d’occhio i costi fin da subito” ha dichiarato in calce all’incontro.
Insomma, una Formula 1 che vuole essere sempre più green, ma non sa più come darsi un’aura di eco-sostenibilità, spera nell’avvento di eco-combustibili super efficienti per coniugare attrattività economica e tutela (quantomeno apparente) dell’ambiente nella continua sfida al progresso che caratterizza questo sport fin dal suo primo giorno.