Il tre volte vincitore di Le Mans, André Lotterer, si racconta a NewsF1. Il pilota Porsche prenderà parte anche al prossimo campionato di Formula E e ci dice la sua sul passaggio dal Diesel Audi all’elettrico.

Tra i piloti più interessanti del panorama mondiale del motorsport, occupa un posto importante il grande André Lotterer. Famosissimo all’estero, un pò meno forse in Italia per via del nostro attaccamento eccessivo alla Formula 1 che ci porta a trascurare altre discipline sportive, il tedesco può vantare ben tre vittorie alla 24 ore di Le Mans, dove si è imposto con l’Audi nel 2011, 2012 e 2014. Andrè ha trionfato anche nella prima stagione assoluta del FIA WEC, disputata proprio nel 2012 con la R18 e-tron quattro.

Dopo il ritiro della casa dei quattro anelli dall’endurance a fine 2016, Lotterer ha disputato il suo ultimo anno con un team ufficiale nelle corse di durata con la Porsche, perdendo la vittoria a Le Mans ad un paio di ore dal termine, per un guasto sulla 919 Hybrid quando era in testa. Dopo un’ulteriore apparizione con il team privato Rebellion, Andrè si è concentrato sulla Formula E, dove ha corso prima con il team Techeetah, per poi entrare nella squadra ufficiale Porsche. Andrè Lotterer ha accettato di raccontare la sua carriera a NewsF1, rispondendo alle domande che gli abbiamo posto.

1) André, la tua carriera nell’endurance ti ha visto correre tanti anni con Audi, per poi chiudere con la Porsche. Puoi spiegarci le differenze tecniche tra la R18 e la 919?

”Il primo confronto da fare è sicuramente quello tra diesel e benzina, cosa che certamente dava origine a molte differenze tra le due vetture. La Porsche aveva un sistema ibrido più grande che cambiava lo stile di guida, ma era più efficiente. La 919 faceva la differenze nei rettilinei, era fatta soprattutto per quello. L’Audi contava di più sul carico aerodinamico e sulla velocità in curva”.

2) Tornando un pò al passato, puoi parlarci dei tuoi inizi nel motorsport. Cosa ti ha portato a concentrarti sulle gare endurance?

”La passione per le corse mi ha accompagnato sin da quando ero bambino. Mio padre aveva una squadra corse in Belgio quando ero molto giovane ed all’età di sette anni mi ha permesso di iniziare a gareggiare con i kart. Ho vinto la mia prima gara ad otto anni, riuscendo in seguito a farmi strada attraverso diverse categorie. Prima di puntare tutto sulle gare di durata ho vinto molto in altre categorie, ma devo dire che vincere per tre volte Le Mans ed anche un mondiale endurance beh, sono stati i momenti più intensi della mia carriera”.

3) Cosa si prova a vincere a Le Mans?

”Quella che ho probabilmente sentito maggiormente, a livello di emozioni, è stata la prima nel 2011. Si tratta della gara più impegnativa per piloti, team ed auto. Vincere è incredibile, perchè sembra infinita viste le tantissime cose che accadono durante quella giornata. Devo dire che, nonostante siano passati nove anni, le emozioni in me ripensando a quel giorno non sono cambiate. Le Mans 2011 resterà con me per sempre”.

4) Dopo il 2017 ti sei trasferito in Formula E, un qualcosa di decisamente nuovo. Hai incontrato delle difficoltà particolari nel passaggio tra i due campionati?

”La Formula E è completamente diversa da qualsiasi altra categoria. Le corse si svolgono in circuiti cittadini, nelle metropoli di tutto il mondo, il che significa che non si tratta di piste permanenti. I cittadini sono stretti ed impegnativi, ti costringono a manovre di sorpasso piuttosto spettacolari. I week-end più duri sono quelli in cui si svolge tutto il programma del fine settimana in una sola giornata, con prove libere e qualifiche al mattino e gara al pomeriggio. Hai pochissimo tempo per entrare in simbiosi con la pista. Per team e piloti è fondamentale concentrarsi sull’efficienza, creando una strategia che si basi su una buona gestione dell’energia, in quanto ne abbiamo a disposizione una quantità limitata durante una gara”.

5) La tua metodologia di lavoro è cambiata nel passaggio tra Audi e Porsche?

”Si, effettivamente ho modificato alcune cose. Le operazioni in pista vengono effettuate in modo diverso, per cui ho dovuto imparare alcune novità in termini di comunicazione attuando un efficiente flusso di feedback. Gli strumenti in macchina erano più sofisticati, ma soprattutto nel WEC le differenze non erano esagerate, in quanto si trattava della stessa categoria, per cui le richieste erano le stesse pur essendo due case costruttrici differenti”.

6) So che hai una vasta collezione di auto private, quale è la tua vettura preferita?

”Adoro la mia Porsche 911 GT3 RS, sicuramente la mia preferita, anche se devo ritenermi molto fortunato nel possedere un parco auto di questo livello. Passando al presente, la moderna e rivoluzionaria Taycan è completamente elettrica ed è molto futuristica. Adoro il design ed il concetto di costruzione di questo modello”.

7) Il mondo si sta muovendo verso nuove tecnologie come l’elettrico e l’idrogeno e forse nel mondo delle corse sentiremo sempre meno il rombo dei motori. La cosa ti preoccupa?

”Il motorsport di oggi non riguarda solo il rumore dei propulsori, poichè le corse sono sempre state un banco di prova per le case automobilistiche, permettendo loro di sviluppare tecnologie del futuro. Il momento attuale è molto interessante, con il cambiamento dell’industria dell’automobile che sta passando dal motore a combustione a quello elettrico, e tutto ciò, portato nel motorsport, è un messaggio forte. Personalmente mi sento un privilegiato, in quanto gareggio in Formula E, che è senza dubbio il campionato più futuristico e vicino al nuovo concetto di automobili”.

André Lotterer ci ha dunque fornito un bel panorama riguardo al cambiamento che noi tutti appassionati di motori stiamo vivendo. I piloti appaiono affascinati dalla sfida a cui sono sottoposti, protagonisti di un passaggio del testimone tra combustione ed elettrico che segnerà la storia.

 

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