F1 – In senso letterale, il termine significa “sacchi di sabbia”. Nel linguaggio della Formula 1 rappresenta la situazione di una scuderia che non starebbe spingendo la propria auto al limite del proprio potenziale per ingenerare nella concorrenza la falsa impressione di un avvicinamento di prestazione.

E proprio di “fare sandbagging” è l’accusa che la Mercedes rivolge alla Red Bull vincitrice dei primi tre Gran Premi della stagione. Il team manager della Red Bull Christian Horner ha rispedito l’accusa al mittente. Tutto è nato da un’osservazione del pilota della Mercedes George Russell secondo il quale la Red Bull si stava trattenendo. Per rinforzare il concetto, il pilota britannico ha aggiunto: “penso che siano quasi imbarazzati a mostrare tutto il loro potenziale, penso realisticamente che probabilmente hanno un vantaggio di sei -sette decimi sul resto del campo. Non so quale sia la differenza di passo al momento ma Max non ha motivo di spingerlo , nè la Red Bull, hanno fatto davvero un ottimo lavoro per essere onesti con loro , non possiamo negarlo, ma chiaramente dobbiamo alzare il nostro gioco”. Un concetto che alberga anche nei pensieri del dirigente dei tedeschi, Toto Wolff. Ma Horner non ci sta e replica: “c’è sempre un elemento di gestione che va avanti in ogni gara perché era una gara a una sosta- ha detto riferendosi all’ultimo GP d’Australia di F1 – c’era poi un elemento di gestione delle gomme , Checo non era in giro (Perez, ndr) trattenendo sette decimi al giro perchè non voleva dimostrarlo”. Considerazione tinta di sarcasmo. Altrettanta veemenza il patron della Red Bull usa nel rispondere all’osservazione di Russell secondo cui la Mercedes avrebbe potuto vincere in terra d’Oceania se le bandiere rosse non fossero scattate: “quindi avrebbero potuto vincere- ha detto sfoderando ancora ironia – ma stavamo facendo sacchi di sabbia, giusto va bene”.

Dal canto proprio Max Verstappen non ci ha certo messo dell’acqua almeno per diminuire il fuoco osservando gelido: “non c’è niente che possano davvero fare”. Sarà davvero così? Lo si vedrà a partire da Baku a fine mese.

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