Un pilota fuori dal normale capace di imprese straordinarie , che a distanza di tanti anni fa ancora parlare di se.
Spesso in varie discussioni sul mondo dell’auto, o in generale dei motori riaffiora la classica domanda: ” qual’è stato il miglior pilota di sempre?” Bene secondo me dare una risposta a questa domanda non è semplice, innanzitutto va considerato che un vero e proprio paragone è molto difficile se non impossibile farlo , perchè in gioco ci sono troppi fattori, primo tra tutti le epoche e di conseguenza le auto erano diverse. In teoria si dovrebbero prendere tutti i piloti più forti dell’automobilismo, metterli su auto uguali e poi fare il confronto ma sappiamo che questo è impossibile da realizzare.
Comunque tornando alla domanda di prima, io mi sento di dare due risposte, la prima ovvero quella ” a caldo” e senza pensarci su due volte è: Ayrton Senna, il campione brasiliano rimasto nel cuore di tutti per le sue sfide soprattutto contro Alain Prost, ma non solo per questo infatti Ayrton aveva un’approccio tutto suo era concentrazione pura, tutto votato al risultato, bene come ho detto questa sarebbe la mia prima risposta “a caldo”. Ma poi riflettendoci bene l’unico pilota che mi fa venire qualche dubbio quando si tratta di eleggere il numero uno, tra i numeri uno è Tazio Nuvolari!
Il mantovano volante come fu poi ribattezzato dalla stampa è noto ai più per essere stato un’uomo forte, tenace, combattivo ma soprattutto senza paura, infatti proprio per sua stessa ammissione deve ringraziare suo padre per avergli fargli fatto vincere la paura, Nuvolari racconta che quando aveva otto anni nel suo giardino di casa c’erano dei cavalli, si avvicinò ad uno di questi ma all’improvviso il cavallo gli sferrò un calcio, per fortuna senza gravi conseguenze. Questo episodio segnò molto il piccolo Nuvolari tanto da fargli venire la paura di avvicinarsi ai cavalli, suo padre per fargli vincere questa paura, lanciò tra gli zoccoli del cavallo una moneta d’oro dicendogli ” se vuoi prenditela” dopo non poche esitazioni Nuvolari si avvicinò al cavallo e raccolse la moneta d’oro. Per ammissione di Nuvolari stesso disse ” quel giorno smisi di avere paura delle cose e della paura stessa”. Nuvolari però dovrà attendere un pò prima di cominciare a gareggiare, infatti fu chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale, e solo nel 1920 ottenne la licenza di pilota di moto da corsa.
Contemporaneamente cominciò anche la sua avventura nel mondo delle auto, dopo qualche anno e più precisamente nel 1924 sul circuito del Tigullio Nuvolari vinse la corsa ma il bello è come vinse la corsa! E questo probabilmente fu l’episodio che farà entrare Nuvolari nella leggenda! Infatti Nuvolari disputò una gara serratissima e questo lo portò a commettere numerosi errori, il più grave fu quello quando a pochi chilometri dall’arrivo la sua auto una Bianchi tipo 18 perse una ruota, a causa di questo Nuvolari perse il controllo della vettura e si cappottò in un fosso, il meccanico che era con lui rimase stordito dall’accaduto e non riuscì a riparare la macchina tant’è che Nuvolari chiese aiuto agli spettatori, dopo che riuscirono a partire contro tutti i pronostici vinsero la corsa, ma la particolarità fu quella che l’auto praticamente viaggiava sui cerchioni, senza sedile e soprattutto senza volante! Nuvolari ovviò a questo problema con una chiave inglese in poche parole girava con la chiave! Nel 1930 Nuvolari fu ingaggiato dall’ Alfa Romeo dove trionfò nella mille miglia a bordo di una 6c 1750 , la gara per la vittoria finale fu una questione tra lui e l’altro pilota Alfa Romeo Achille Varzi la gara culminò con la vittoria di Nuvolari con una mossa mai vista prima, infatti durante la notte Nuvolari spense i fari della sua Alfa per far credere a Varzi di non essere inseguito, proseguì al buio seguendo le luci di coda dell’avversario per poi superarlo quasi alla fine della corsa.
Fu probabilmente questo episodio a convincere a convincere Enzo Ferrari a far entrare Nuvolari nella sua neonata scuderia. la fama di Nuvolari crebbe così velocemente, tanto che Gabriele D’annunzio lo invitò al vittoriale per omaggiarlo con una tartaruga d’oro con la dedica ” all’uomo più veloce l’animale più lento”. Da quel momento la tartaruga divenne il suo portafortuna tanto da farsela cucire sulla sua divisa. Inoltre altra caratteristica a cui si deve l’invenzione a Nuvolari fu quella della sbandata controllata oggi noi questo termine lo abbiamo sostituito con drifting, memorabile fu la sua sbandata controllata durante il gran premio di Montecarlo, dove la pista già resa scivolosa dall’acqua in una doppia esse fu resa ancora più scivolosa dalla perdita d’olio di una vettura le cinque auto che giunsero dopo persero tutte il controllo finendo contro le barriere, quando arrivò Nuvolari riuscì a superare questa difficoltà con la tecnica della sbandata controllata, facendo rimanere increduli sia gli avversari e sia gli spettatori.
Ora io non sto qui a raccontarvi tutte le imprese di cui si è reso protagonista il mantovano volante perchè ne sono tante troppe, ma ho voluto semplicemente dire la mia su un uomo che veramente ha avuto una marcia in più e che come pochi altri ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’automobilismo, e che purtroppo il destino lo ha fatto morire troppo presto, a proposito di questo Enzo Ferrari disse ” «…non appena mi giunse notizia della sua fine partii per Mantova. Nella fretta mi persi in un dedalo di strade sconosciute della città. Scesi di macchina, chiesi a un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne uscì un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla macchina, per leggere la targa. Capì, mi prese una mano e la strinse con calore. “Grazie di essere venuto” — bisbigliò commosso — “Come quello là non ne nasceranno più”.» Sulla tomba di Nuvolari è incisa una frase: «Correrai ancor più veloce per le vie del cielo»