Nonostante le ultime due splendide vittorie ottenute da Charles Leclerc a Spa e Monza, il bottino sarà ancora tutto della Mercedes a fine anno.

A meno di eventi a dir poco imprevedibili, anche la stagione 2019 incoronerà la Mercedes e Lewis Hamilton campioni del mondo, entrambi per la sesta volta nella loro storia. La Ferrari ha vinto in maniera egregia gli ultimi due appuntamenti di Spa e Monza con un fantastico Charles Leclerc, ma il campionato attuale resta pur sempre deludente. Il monegasco è quarto in classifica iridata ed accusa 102 punti di ritardo dal britannico, mentre il Cavallino insegue le frecce d’argento con ben 154 lunghezze di differenza.

Questo significa che la Ferrari, nonostante le solite ed ormai fastidiose promesse invernali, sarà costretta ad alzare nuovamente bandiera bianca per quanto riguarda la lotta al mondiale. Il dato statistico è eloquente: al termine di quest’anno saranno dodici le stagioni senza titoli piloti, con quello di Kimi Raikkonen del 2007 che resta un lontano ricordo, seguito l’anno seguente dal costruttori ottenuto assieme a Felipe Massa. Un ulteriore particolare fa capire quanto sia stato fallimentare l’ultimo periodo di storia del Cavallino: il decennio compreso tra il 2010 ed il 2019 sarà il primo nella storia di Maranello ad essere privo di campionati del mondo vinti, qualcosa che mai si era verificata dal 1950 ad oggi.

I primi allori arrivarono sin dall’inizio, con il mitico Alberto Ascari che si aggiudicò le stagioni 1952 e 1953. Successivamente furono Fangio ed Hawthorn a portare al top la rossa negli anni’50, cedendo poi lo scettro a Phil Hill nel 1961 e poi a John Surtees nel 1964. Da lì in poi il digiuno durò per ben un decennio intero, visto che al mondiale la Ferrari ci tornò nel 1975 con Niki Lauda. L’austriaco si è successivamente ripetuto nel 1977, mentre due mondiali più tardi fu Jody Schekter ad imporsi davanti al compagno di squadra Gilles Villeneuve.

Il ventennio successivo fu forse il più difficile nella storia del Cavallino, sia per quanto riguarda i risultati che dal punto di vista umano. Nel 1988 infatti morì Enzo Ferrari, facendo poi spazio all’avvento dell’era di Luca Cordero di Montezemolo. Negli anni ’80, la Scuderia portò comunque a casa due titoli costruttori nel biennio tra 1982 e 1983. Si tornò a vincere soltanto nel 1999 con Michael Schumacher ed Eddie Irvine, con il tedesco che da lì in avanti fece incetta di mondiali piloti dominando fino al 2004. I tempi bui hanno sempre caratterizzato la storia della Ferrari, ma il digiuno ora sta diventando davvero importante e sembrano mancare le soluzioni a breve termine.

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