In Ungheria Mercedes e Hamilton trionfano, su un tracciato “pro Ferari”, giocando “di squadra” (sacrificato Bottas per la strategia).
Ferrari paga un errore strategico e problemi al pit-stop, oltre a qualifiche non perfette sul bagnato, che l’hanno privata della possibilità di lottare per la vittoria, e rendono ancora più in salita la rincorsa iridata.

Hamilton è in un momento di grazia. La sorte, la sua perizia di guida su pista umida (probabilmente ad ora è il migliore in quelle condizioni), e un team completamente a sua disposizione (Bottas oramai corre in totale funzione dell’inglese, sia strategicamente, sia con manovre al limite dell’“intimidatorio” in pista, come nei contatti con Vettel e Ricciardo).

Per la Ferrari sembra sempre più difficile riuscire a lottare contro questa “graniticità teutonica”, e inizia a mostrare qualche errore di troppo, sia a livello di team che di piloti.
Infatti, Vettel negli ultimi 2 Gp non è sembrato perfettamente sereno, e la sua prestazione di sabato sul bagnato non al top, unita all’errore in Germania, hanno fatto perdere alla Scuderia due probabili vittorie.

Il team invece, dopo aver pensato ad una strategia azzeccata (tenere Vettel fuori più a lungo con gomme Yellow Soft), è mancato nella sua perfetta attuazione.
Infatti, non far rientrare Vettel due giri prima, quando si trovava nel traffico dei doppiati, lo ha messo nella condizione di trovarsi “sul filo” con Bottas (che aveva risparmiato pesantemente gli pneumatici, girando lentissimo in precedenza, per poi tirare al massimo in corrispondenza dello stop del ferrarista), e il problema accusato al pit sull’anteriore sinistra ha relegato inesorabilmente il tedesco dietro l’alfiere Mercedes.
Lasciando così ad Hamilton il solo compito di gestire le gomme in gara.

Alla fine il sorpasso finale “con brivido” di Vettel sul finlandese della Mercedes salva un po’ la situazione in ottica mondiale, ma Ferrari è consapevole d’aver perso punti importanti in entrambe le classifiche.

Anche perché, dal punto di vista tecnico, Mercedes sembra aver recuperato alcune sue debolezze.
La partenza in primis (ottimi spunti per i due piloti delle Frecce d’Argento) la velocità sul dritto (segno che sembrano aver risolto alcuni problemi della Power Unit Phase 2.1), e la gestione del passo sugli pneumatici a mescola più tenera.

Soprattutto sul versante gomme, sembra che a Brackley, nel breve giro di poche settimane, abbiano “capito” come far durare a lungo le Pirelli in gara (impressionante il lungo stint di Hamilton in Germania e molto ben gestiti gli stint di entrambi i piloti su mescola Soft qui in Ungheria, anche se agevolati dal poter guidare “in aria libera”, condizione più favorevole per le gomme).
Salvo cambiamenti sulle gomme (ma Pirelli non ha comunicato nulla in tal proposito), è un passo che potrebbe definirsi decisivo nello sviluppo del campionato.

Ora avremo un mese circa di pausa (ma prima ci saranno i test di martedì e mercoledì prossimi, sempre qui sul tracciato dell’Hungaroring) in cui tutti i team delibereranno gli ultimi upgrade importanti prima di dedicarsi alle monoposto 2019 rinnovate nell’aerodinamica.
In particolare, dovremo vedere già nella prossima gara in Belgio le ultime specifiche delle Power Unit Ferrari e Mercedes.

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di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

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