Andrew Shovlin, capo degli ingegneri di Mercedes, ha evidenziato i fattori che hanno reso molto complesso il weekend della Stella a Gedda.

Il weekend di Gedda, seconda tappa della stagione 2024 di F1, ha sostanzialmente confermato le gerarchie già viste in Bahrein. La Red Bull mantiene un vantaggio rassicurante sul primo degli inseguitori, la Ferrari, che sembra essersi distaccata dal gruppo composto da McLaren, Mercedes e Aston Martin. La grande delusione di inizio campionato è la Stella, che dopo le belle premesse dei test non è riuscita a massimizzare il potenziale della W15 e ha visto sorgere altre criticità riguardo alla monoposto. A Sakhir il grande problema è stato il surriscaldamento della Power Unit, mentre in Arabia Saudita si sono presentate nuove problematiche. Nel classico video di analisi del weekend pubblicato sul canale YouTube del team, Andrew Shovlin ha evidenziato in quali fondamentali la W15 ha sofferto maggiormente.

“Abbiamo iniziato con un assetto simile per entrambe le vetture nelle FP1…” – ha esordito l’ingegnere britannico – “…poi i piloti hanno preso strade differenti. […] Tuttavia, i problemi che abbiamo avuto in Qualifica e gara si sono presentati su entrambe le monoposto. Ciò significa che non si tratta di un dettaglio, bensì di una questione di fondo che dobbiamo scoprire. […] La performance della macchina non erano eccelse nel primo settore, mentre nelle altre due porzioni di circuito e sui rettilinei eravamo molto competitivi. Con Piastri, Lewis riusciva negli ultimi settori ad accumulare un distacco tale da rendere complesso il sorpasso, che a Gedda è già molto difficile. Quando Lewis ha cercato di superare Norris, è successo l’inverso: Lando se ne andava nel primo settore, poi fino all’ultima curva Lewis riusciva ad avvicinarsi, ma non ad entrare in quel cruciale mezzo secondo che gli avrebbe permesso di attaccare.”

Ma perché la Mercedes soffriva così tanto nel primo settore? Secondo Shovlin: “Ci sono diversi fattori. Uno è un bilanciamento non eccelso: il primo settore è ricco di curve veloci e ha i muri molto vicini, quindi lì serve fiducia nella vettura. Spesso scattava del sovrasterzo se si mettevano sotto stress gli pneumatici, e questo era abbastanza destabilizzante per i piloti sia in qualifica che in gara. Sul giro singolo abbiamo anche sofferto di bouncing, che invece non è stato un fattore negli stint lunghi. Il grosso problema è che nel primo settore non avevamo abbastanza grip: su questo stiamo lavorando duramente, perché a Melbourne ci saranno curve simili. Dobbiamo capire perché non avevamo la stessa aderenza che invece possedevano i nostri principali avversari. Solo in quel settore, a seconda della monoposto con cui si effettua il paragone, perdevamo 0.3″-0.4″, mentre eravamo tra i più veloci sui rettilinei.”

Foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team Media Centre

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