Max Verstappen e la Red Bull hanno dominato il Gp del Bahrain, campanello d’allarme invece in casa Ferrari con Charles Leclerc costretto al ritiro, e Carlos Sainz soltanto quarto dietro a Fernando Alonso.

Il mondiale 2023 si apre come si era concluso ad Abu Dhabi, con la vittoria senza storia di Max Verstappen nel Gp del Bahrain, che ha ribadito di essere l’uomo da battere per il titolo. La prova di forza della Red Bull e la prima doppietta stagionale è completata da Sergio Perez. Peggior inizio non poteva esserci per la Ferrari, che oltre a non essere riuscita mai a contrastare il Team di Milton Keynes, Charles Leclerc è stato tradito come l’anno scorso dall’affidabilità della power unit e costretto al ritiro, mentre Carlos Sainz non è andato oltre il quarto posto.  Altro mvp della gara di Sakhir Fernando Alonso, che ha portato l’Aston Martin sul podio, davanti ad una deludente Mercedes con Lewis Hamilton quinto e George Russell sesto.

Verstappen ha messo al sicuro la vittoria in partenza, presa la testa della corsa con grande facilità è andato in fuga. Questo grazie anche ad una Red Bull che con la RB19 ha un carico aerodinamico maggiore della RB18, migliorando ulteriormente, come si era già visto nei test, il passo gara e la gestione gomme. Una RB19 di un altro pianeta rispetto agli avversari, ha permesso a Perez di riprendersi la seconda posizione dopo essere stato superato da Leclerc al via. Il monegasco stava limitando i danni e sembrava avviato a conquistare il podio, quando nel 41° giro è stato tradito come tante volte l’anno scorso dal motore Ferrari.

La power unit insieme al degrado dei pneumatici e ritmo gara erano le aree su cui a Maranello si erano concentrati bloccando lo sviluppo della F1-75 alla pausa estiva, invece sono stati fatti passi indietro. Infatti oltre a non aver risolto i problemi di usura gomme, andando in crisi a sorpresa con le Hard e non con le soft con le quali c’è stato la stesso degrado gomme della Red Bull. Questo è dovuto ad una SF-23 che rispetto alla F1-75, ha perso tanto carico e stressa maggiormente i pneumatici in curva, per cercare di avere una maggiore efficienza aerodinamica e velocità sul dritto, che non sta dando i suoi frutti. Recupero in rettilineo che però è inutile visto che nonostante le rassicurazioni il motore continua ad essere un tallone d’achille, nonostante a Leclerc prima della gara siano state cambiate batteria e centralina.

Oltre per la power unit ed il secondo sul passo preso dalla Red Bull, il campanello d’allarme viene anche dai problemi di porpoising avuti da Sainz nel finale, che hanno permesso a Fernando Alonso di superarlo. Lo spagnolo nell’ultimo stint come nelle FP2, ha girato sul passo della Red Bull, e con due sorpassi spettacolari su Hamilton ed il connazionale si è preso il podio. Proprio per questo in Ferrari c’è bisogno di correre ai ripari ed aggiornamenti, e più che a Jeddah, pista favorevole alla SF-23, la controprova ci sarà in Australia su una pista da alto carico aerodinamico, dove sarà importante capire se come già ha deciso la Mercedes dopo il deludente esordio, c’è bisogno di una versione B della SF-23 per contrastare la Red Bull.

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