La strategia di gara adottata dalla Ferrari F1 con Leclerc durante il Gran Premio di Ungheria è stata indiscutibilmente la causa dell’ennesimo deludente risultato di questo 2022.

Se con Sainz a livello strategico c’è stato ben poco da fare, a causa dello scarso passo mostrato in gara dal pilota spagnolo, con Leclerc la storia è stata ben diversa.
Abbiamo già visto come negli scorsi giorni si sia letteralmente scatenato un terremoto mediatico contro Binotto e le sue dichiarazioni post gara, nelle quali il Team Principal della Ferrari aveva attribuito le colpe della debacle ungherese alle scarse prestazioni della vettura, assolvendo di fatto gli errori strategici.
Dichiarazioni che, naturalmente, avevano il solo scopo di proteggere i membri del muretto box dalle critiche feroci di tifosi e addetti ai lavori, che in realtà non hanno fatto che aumentare.



Ma tornando alla gara di domenica scorsa, andiamo a rivedere nello specifico che cosa è successo.
In Ferrari, giocandosi a conti fatti una buona parte del successo, scelgono di partire con le gomme medie, a differenza di Russell (primo in griglia) e Verstappen, entrambi su gomma rossa. Così facendo, i due ferraristi si precludono la possibilità di sopravanzare Russell al via, decisamente più lento delle rosse sul passo gara, condannandosi di fatto a perdere del tempo alle spalle del pilota inglese in una pista storicamente poco adatta ai sorpassi.

Leclerc, che mai durante i primi giri riesce a far vedere il suo vero potenziale in quanto bloccato negli scarichi di Sainz e Russell, non appena si ritrova via libera inizia ad inanellare una serie di giri piuttosto interessanti, dando finalmente pieno sfogo alla mescola più veloce di tutta la domenica, ossia la gomma media.

Al giro 19, Xavier Marcos, ingegnere di pista di Leclerc, chiede al proprio pilota indicazioni su quanto ancora potessero reggere su quel ritmo le sue gomme. Leclerc fa sapere di poter fare ancora 7-8 giri a buona andatura, lasciando intendere la sua volontà di rimanere in pista il più a lungo possibile. Sorprendentemente, però, dopo soli due giri Leclerc viene richiamato ai box per montare un nuovo set di gomme medie, accorciando notevolmente la durata del primo stint e rientrando in pista proprio davanti a Carlos Sainz, a qualche secondo di distanza dal leader della corsa George Russell. Siamo al secondo (terzo, se vogliamo considerare il mancato swap di posizioni tra Leclerc e Sainz) errore strategico piuttosto marcato nell’arco di soli venti giri.


Leclerc raggiunge in pochi giri Russell e, dopo una fase di studio alle spalle del pilota inglese, bravissimo in fase difensiva, finalmente porta a casa il sorpasso, piazzandosi davanti a tutti. Siamo al giro 31 e Verstappen, nonostante un passo gara simile se non inferiore a quello di Leclerc, ha già recuperato parecchi secondi di svantaggio (ricordiamo che l’olandese era scattato al via dalla decima casella), sfruttando i facili sorpassi concessi dai suoi avversari in pista e le fasi di traffico e di sorpasso dovute affrontare invece da Leclerc.


I tempi sul giro del monegasco continuano però a mantenersi ottimi, addirittura migliori di quelli di Verstappen, ma al giro 38 arriva il vero turning point del Gran Premio. La Red Bull richiama Verstappen ai box per montargli il secondo ed ultimo treno di gomme medie, chiamando Ferrari F1 a reagire. Ciò che tutti si sarebbero aspettati era un immediato pit stop di Sainz per provare a mantenere la posizione sull’olandese, usando il pilota madrileno come rallentamento nella rimonta di un Verstappen dal ritmo decisamente superiore. L’idea comune era che, data la scarsissima performance offerta dalle gomme dure (i due piloti della Alpine, in pista da quasi una ventina di giri con gomme bianche, avevano un ritmo lentissimo e lamentavano via radio la mancanza di grip, a causa della bassissima temperatura dell’asfalto e delle gocce di pioggia che iniziavano a scendere), Leclerc avrebbe dovuto proseguire indisturbato con il suo set di gomme medie fino a una ventina di giri dal termine, quando avrebbe poi montato gomma morbida per andare a caccia di Verstappen, sfruttando l’enorme gap prestazionale offerto dalle diverse gomme dei due.


Invece no, il giro seguente al pit stop di Verstappen, dal muretto della Ferrari richiamano inspiegabilmente ai box Leclerc, montandogli in maniera ancora più inspiegabile un set di gomme dure, da tutti (Pirelli compresa) indicato come mescola da evitare assolutamente. Leclerc, che al momento del pit vantava un comodo vantaggio di 26 secondi su Verstappen, si ritrova in pista con una macchina inguidabile, incalzato dall’olandese che, con gomma più calda e estremamente più performante, dopo un solo giro si beve il monegasco, portandosi virtualmente in testa al Gran Premio. Leclerc passa in un attimo dall’essere il pilota più veloce in pista all’essere il più lento dei primi sei, venendo raggiunto e sopravanzato anche da Russell.


Il team radio con cui al giro 40 Leclerc si lamenta della scelta del muretto è eloquente.
Le gomme dure, come ampiamente preventivato da tutti (fuorché dagli uomini della rossa) si rivelano disastrose, esponendo inoltre il pilota monegasco al rischio di testacoda o uscite di pista, a causa delle sempre più insistenti gocce di pioggia che rendono il tracciato umido e scivoloso.
Al giro 54 il ‘capolavoro’ targato Ferrari si completa, richiamando Leclerc per una terza sosta ai box, montando gomme rosse e ritrovandosi infine in sesta posizione, alle spalle di tutti i big. Da qui alla fine della gara sarà una lunga agonia per il pilota monegasco, relegato senza possibilità di replica a 30 secondi da Max Verstappen, clamorosamente vincitore del Gran Premio.


Analizzando giro per giro l’andamento della corsa, è davvero difficile (se non impossibile) trovare spiegazioni razionali per la strategia della scuderia di Maranello. Se a quelli dell’Alpine, anch’essi incappati nella gomma dura, si può dare l’attenuante dell’avere avuto poco o nulla da perdere e dell’essere stati i primi a montare tale mescola, per la Ferrari non esistono giustificazioni. Nel box della rossa avevano tutti i dati possibili per elaborare una strategia che consentisse a Leclerc di condurre una gara normale, evento più unico che raro in questo 2022.
E invece, si è deliberatamente deciso di mandare a rotoli la gara del monegasco, ad un certo punto del Gran Premio primo con ampio margine sulla concorrenza, ma ritrovatosi poi sesto a distanza siderale da Verstappen, ormai prossimo alla conquista del suo secondo titolo iridato.

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