Nel giorno del ritorno al Pasodoble delle Ferrari, il suo volto si tinge di delusione. L’eptatitolato Lewis Hamilton è stato tra i tre piloti (gli altri due sono stati il compagno di squadra George Russell e il finora inarrivabile asso pigliatutto della Red Bull Max Verstappen) che hanno dovuto abbandonare anzitempo i sogni di gloria in Australia.

Che la sua vettura non fosse proprio cucita su misura del suo sogno di primeggiare lo sapeva benone. Il copione che si è registrato in terra oceanica, però, non lo aveva previsto. E così è arrivato un ritiro che non si materializzava dall’8 ottobre 2023 quando dovette fermarsi ai box in modo permanente sul circuito di Lusail, in Qatar.

All’inizio, pur non avendo clamorosamente varcato la porta che immetteva nelle Q3 nelle qualifiche, qualche buona vibrazione di riscossa l’avvertiva comunque. “La mia gara stava andando bene- ha affermato dopo la gara- prima che soffrissimo del problema alla Power Unit, qui è difficile superare ma avevamo guadagnato qualche posizione con la gomma morbida, è stato un ritiro sfortunato, dal momento che alla fine mancava davvero molto. Stavo cominciando a spingere, ma il motore si è fermato all’improvviso, ma queste cose succedono e so che torneremo più forti”.

In Giappone tra due settimane, insomma, Hamilton promette di dimenticare, e fare dimenticare, la debacle di Melbourne. “Miglioreremo la macchina man mano che la stagione andrà avanti – prosegue- lo abbiamo fatto negli anni passati e confido che lo faremo di nuovo, è difficile non essere competitivi come ci aspettavamo di essere al momento ma continueremo a lavorare sodo, sono concentrato su quanto devo fare con la squadra”. Il suo vaticinio sul ritorno del prisco splendore si estende però in là nel tempo. Senza regalarsi e regalare illusioni, dice che le campane a festa non le si potrà vedere subito. Ma arriverà un giorno in cui le si potrà sentire forti e chiare.

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