Sochi è un circuito di moderna concezione, di difficile interpretazione, essendoci poca armonia nella filosofia del disegno: lunghi rettilinei, la curva più lunga del mondiale, ma anche curve ad angolo retto.
Il sistema di recupero di energia è fondamentale ed è molto stressato, come il motore che, nella curva più lunga, ha per 6 secondi uno sbilanciamento dei liquidi interni, che vengono spinti verso la bancata destra.
Discorso diverso per le gomme: l’asfalto non è molto usurante, ma l’anteriore destra è sottoposta ad un carico notevole nella curva più lunga, per poi essere lasciata “in pace” in quasi tutto il resto del circuito.
Caratteristica del circuito è il grande consumo, che potrebbe costringere i team in gara a dover ricorrere a soluzioni di emergenza quali il lifting (rilasciare l’acceleratore in rettilineo delicatamente, sacrificando la velocità di punta ma risparmiando carburante).
Questa alternanza di rettilinei e curve strette costringe i team a cercare un assetto intermedio.
Ferrari riporta la stessa ala di Baku, ma le bandelle sono quelle introdotte a Singapore, evidente segno che questa modifica non è legata solo alla bassa velocità del circuito asiatico;
modifica anche all’ala anteriore, con flap più rettilinei e i due “tunnel” di generazione di vortici più estesi ed accentuati.
Mercedes risponde modificando il flap anteriore esterno, che si va a fondere con la bandella, con il flappetto immediatamente dietro che si divide in due.
Aggiunta anche una caratteristica pinnetta lungo la parte arretrata dell’halo e modificata la parte anteriore laterale del fondo, quella immediatamente sotto gli imbocchi pancia, con un nuovo supporto.
Intervento molto importante della Mercedes che cambia totalmente la struttura dell’ala posteriore. Fino ad ora infatti il team aveva utilizzato un mono pilone centrale che, passando attraverso lo scarico, andava a sorreggere centralmente l’ala posteriore. Questa soluzione, offre sicuramente un’ottima penetrazione aerodinamica, a discapito però della rigidezza della struttura, tenendo conto che le bandelle non hanno funzione di supporto.
Sin dall’inizio dell’anno la Ferrari era andata controcorrente con due piloni, con la radice ai lati dello scarico, soluzione copiata quasi scolasticamente da Mercedes. Insieme a questa importante modifica, le frange della bandella sono state estese, tanto che la forma originaria oramai è indistinguibile. Sicuramente in Ferrari ci sarà un mix di orgoglio e rabbia per la retromarcia del team della Stella, che raramente aveva “inseguito” nell’aerodinamica, portando solitamente soluzioni estreme ed innovative
Gli altri team cercano di recuperare il gap: Renault introduce un fondo con veri e propri flap (sciabole) longitudinali,
mentre Sauber dedica attenzione alla parte che controlla il tyre squirt posteriore, introducendo parti in carbonio blu (potrebbe essere stata pigmentata la resina epossidica) al fondo ed all’anteriore.