F1 2022 – I team dovranno risolvere i problemi che affliggono le vetture della stagione in corso prima dell’estate, quando inevitabilmente tutti gli sforzi dovranno concentrarsi sulla progettazione delle vetture di nuova generazione.

Corsa allo sviluppo F1 2022

Con il gran premio del Bahrain alle spalle, è possibile tirare un primo bilancio sui punti di forza e di debolezza riscontrati dalle varie scuderie sulle proprie vetture. Tuttavia, quest’anno il tempo a disposizione per effettuare le dovute correzioni e sperimentazioni sarà più che mai limitato. Secondo la Gazzetta, Ferrari avrebbe già mandato in produzione le parti da “aggiornare” sull’attuale vettura, che verranno implementate da qui al gran premio di Barcellona o di Monte Carlo. Dopodiché, l’attenzione del team di F1 si sposterà sul 2022, anno in cui il grande cambio regolamentare promosso dalla FIA darà vita a vetture totalmente diverse rispetto a quelle attualmente in pista. Infatti, è prevista già per la fine di giugno la consegna dei disegni delle cosiddette parti omologate delle monoposto 2022, tra cui telaio e scatola del cambio. E lo stesso vale per tutte le altre squadre, incluse quelle che si giocano le prime posizioni della classifica, come Mercedes, che dovrà risolvere presto i suoi problemi di stabilità per stare al passo con la Red Bull in questa stagione e lavorare contemporaneamente allo sviluppo in ottica 2022.

F1 FIA
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Lo spettro del congelamento power unit F1 2022

Ma le difficoltà non sono finite. Il 2022 segna anche il primo anno di “congelamento” dello sviluppo delle power unit, che rimarrà in vigore per tre stagioni. I nuovi motori saranno omologati ad inizio 2022 e da quel momento non potranno più essere modificati. Ferrari dovrà dunque affrettarsi a chiudere il divario prestazionale con i primi della classe o rischia di non poter contare su un motore all’altezza per ben tre anni. I segnali sono incoraggianti e sicuramente la power unit Ferrari ha fatto un salto di qualità rispetto al 2020, ma non è certamente ancora ai livelli di Honda e Mercedes, come hanno dimostrato le battaglie su pista con McLaren e Aston Martin, entrambe motorizzate Mercedes. Significativo il controsorpasso sul rettilineo di Vettel, con gomme usuratissime, ai danni di Leclerc, con gomme fresche. Il monegasco ovviamente ha subito ripreso la posizione, ma in quel frangente sono apparse evidenti le differenti prestazionali tra le due power unit.

Anche per Red Bull la sfida non è da poco. Honda, che attualmente fornisce la power unit alla casa austriaca, ha annunciato l’addio alla F1 a fine stagione. Le due parti hanno raggiunto un accordo per cui Red Bull erediterà la proprietà intellettuale del motore Honda e ne porterà avanti lo sviluppo con una società fondata per l’occasione e denominata Red Bull Powertrains Limited. Honda dovrà quindi fare il massimo sforzo per lasciare alla scuderia un motore competitivo che segnerà il destino della Red Bull per le prossime tre stagioni.

Budget cap: un ulteriore ostacolo

In questo quadro, si inserisce anche l’ostacolo del budget cap, ossia il tetto alla spesa imposto dalla FIA per far fronte alla crisi economica innescata dalla pandemia, cercando, al contempo, di riequilibrare la competizione su pista dando le stesse possibilità a tutte le scuderie partecipanti. Il tetto è fissato per quest’anno a 145 milioni di dollari, un taglio non indifferente se si considera che la spesa delle maggiori scuderie si aggirava attorno ai 350-400 milioni nelle stagioni passate.

Insomma, le squadre sono chiamate a ridisegnare completamente le vetture e a progettare una power unit che possa essere competitiva nell’arco di tre stagioni con un budget limitato. Non è un caso, dunque, se certe scuderie di bassa classifica, come la Haas, abbiano deciso di abbandonare totalmente lo sviluppo 2021 per concentrarsi direttamente sulla progettazione della vettura 2022. Il regolamento 2022 è stato ideato per riappianare le differenze prestazionali tra le squadre e le scuderie più piccole sperano di poter sfruttare l’occasione per competere al pari con i rivali attualmente inarrivabili. Non è un caso, dunque, che alcune di esse abbiano deciso di puntare tutti gli sforzi sulla prossima stagione. Viene da chiedersi, tuttavia, se una scuderia come la Haas, che è sembrata in evidenti difficoltà fin dalla prima uscita stagionale, riuscirà a risollevarsi dal danno d’immagine che subirà a seguito dell’annata disastrosa che sembra prospettarsi per loro.

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A proposito dell'autore

Laureato in Traduzione Specialistica, sono appassionato di Formula 1 e di tutto il mondo che le gravita intorno, soprattutto mi affascina l'aspetto umano di una competizione che porta l'uomo e la macchina agli estremi più assoluti delle loro possibilità.

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