E’ un momento complicato per Red Bull. Forse, però, solo all’apparenza. Il “caso Christian Horner” sta dividendo l’opinione pubblica, e il fatto che ancora non si sappia nulla sulla sua posizione a pochissimi giorni dai test pre-stagionali di Formula 1, pone non poche domande.

Il team principal della Red Bull ha partecipato regolarmente alla presentazione della RB20, momento utile per parlare con la stampa e ribadire la sua posizione in un team unito, compatto e concentrato per la nuova stagione che sta per iniziare, avendo tra l’altro l’appoggio degli azionisti.

E’ chiaro che ci si debba anche proiettare al futuro e farsi delle domande su chi potrebbe, eventualmente, sostituire Horner alla conduzione del team. I migliori candidati, secondo grandprix247.com, sono il direttore tecnico Pierre Waché o il direttore sportivo Jonathan Wheatley. Con anche l’inserimento di Gerhard Berger.

CHI SONO I CANDIDATI A SOSTITUIRE HORNER IN RED BULL

Pierre Waché, come si legge dalla biografia della Red Bull, è entrato a far parte del team nel 2013. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Meccanica dei fluidi, studiando all’Institut National Polytechnique de Lorraine a Nancy e Georgia Tech, Atlanta. La specialità accademica di Waché era l’ingegneria biomeccanica. Studiava l’interazione tra le cellule nel flusso sanguigno, ma scoprì di avere anche “la corsa nel sangue”: “La mia passione erano più gli aspetti tecnici della scienza e dell’ingegneria”. Michelin ha reclutato Waché nel 2001 per studiare l’interazione tra le superfici della pista e la gomma dei suoi pneumatici di Formula 1, diventando capo progetto presso Michelin, responsabile dell’aderenza e della simulazione per la F1.

Per poi passare alla BMW-Sauber come ingegnere delle prestazioni dei veicoli, lavorando prevalentemente su pneumatici e sospensioni. È diventato capo del gruppo prestazioni dei veicoli del team svizzero. E poi, nel 2012, membro del comitato tecnico della Sauber, responsabile dell’ingegneria di gara e delle prestazioni dei veicoli.

Perché a Pierre piace la F1?: “Perché è l’unico posto al mondo in cui si svolge una vera competizione di ingegneria. Per un ingegnere, questo è meraviglioso. In un settore normale, la concorrenza è dal lato degli affari. Cerchi di vendere di più, di creare un prodotto migliore, ovviamente, ma non confronti mai i prodotti uguali. Qui hai le regole e cerchi di trarne il miglior prodotto. L’unica limitazione sei… te stesso.”

Il direttore sportivo della Red Bull Racing Jonathan Wheatley, invece, ha iniziato la sua carriera in F1 alla Benetton come meccanico all’inizio degli anni Novanta. Nel 2001 è diventato Capo Meccanico della Squadra Corse prima di scegliere di lasciare la squadra all’apice del suo successo come vincitore del campionato di F1 con Fernando Alonso. Dal 2006, la seconda stagione della Red Bull come costruttore di F1, Jonathan, è stata una caratteristica sul muretto dei box. Ed è stata molto influente nello sviluppo e nei successi del team di gara. “Sono estremamente orgoglioso di questa squadra e amo ogni secondo di lavoro qui”, ha dichiarato di recente.

E nonostante so continui a pensare a sostituti come Newey, Marko o addirittura Binotto, l’altro nome rientrato nella lista è quello di Gerhard Berger, ex pilota austriaco di F1 ed ex team manager della Toro Rosso. Sotto il suo controllo, Vettel ha ottenuto la prima vittoria al Gran Premio d’Italia del 2008. Prima che il team senior della RBR aprisse il suo conto di vittorie nella massima serie.

Berger ha anche gestito il DTM, nonché l’azienda di autotrasporto di famiglia e ha una vasta esperienza di senior management a tutti i livelli di corse, avendo guidato per Ferrari e McLaren, nonché Benetton, Arrows e ATS. Il 64enne austriaco, con forti legami con la Red Bull, avrebbe il compito di guidare la squadra e gestire le PR BS che i Team Principal di F1 normalmente fanno nei fine settimana di gara.

Nel frattempo, l’indagine interna condotta da un avvocato nominato dal consiglio di amministrazione della Red Bull deve ancora pubblicare i suoi risultati. Con rapporti che suggeriscono che non accadrà nulla almeno fino alla prossima settimana.

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