Le Qualifiche di Budapest hanno certificato la rinascita della McLaren, ma l’uomo copertina non può che essere un immortale Lewis Hamilton.

Le Qualifiche del GP d’Ungheria, undicesima tappa della stagione 2023 di F1, hanno regalato al pubblico una serie infinita di colpi di scena, culminati con la Pole Position conquistata da Lewis Hamilton all’ultimo tentativo del Q3. Era dai tempi di Baku che una vettura diversa da una Red Bull (in quel caso fu la Ferrari di Leclerc) non si prendeva la posizione al palo, mentre l’ultima Pole Position di una Mercedes risale allo scorso anno, quando sullo stesso circuito George Russell conquistò la sua prima, e fin qui unica, partenza dalla prima posizione. Per Hamilton, si rompe finalmente un digiuno di ben trentatré gare, iniziato a Gedda nel 2021. Ma la Pole conquistata oggi a Budapest dal sette volte campione del mondo ha un significato e una carica emotiva ben superiore alla maggior parte delle centoquattro conquistate in carriera.

Le immagini di un Hamilton quasi commosso nel parco chiuso bastano per capire che il numero 44 non ha perso un briciolo della passione per questo sport e della fame di vittorie che hanno caratterizzato la sua carriera. Neppure il torto di Abu Dhabi 2021 e la stagione 2022, la peggiore nella carriera del britannico, sono servite a scalfire la sua ambizione, quando invece avrebbe potuto tranquillamente gettare la spugna dopo tutte le vittorie e i titoli. Invece Hamilton non si è arreso, assumendo volontariamente, e a volte con risultati disastrosi, il ruolo di collaudatore della W13 sin dai primi eventi dello scorso anno. Il tutto sperando in un 2023 migliore, che però è iniziato con lo shock di un’altra vettura concettualmente fallace e con la realizzazione, da parte della scuderia di Brackley, che il management tecnico aveva bisogno di cambiamenti.

Il ritorno nel ruolo di Direttore Tecnico di James Allison, che lo stesso Hamilton ha definito un “comandante”, e gli upgrade introdotti tra Monaco e Silverstone hanno certamente aiutato le performance della W14, ma quest’anno il britannico ha fatto più volte la differenza con la sua guida, lasciando le briciole a quel George Russell che secondo molti aveva già assunto il ruolo di leader in Mercedes. I tre millesimi che separano Hamilton e Verstappen sono i tre millesimi del sacrifico, del lavoro e della passione di un campione totale, che a 37 anni ha saputo rimettersi in gioco per il suo team, incassare le critiche infondate di chi lo dava per finito e sopportare sconfitte anche cocenti. E a 38 sta disputando una delle migliori stagioni in carriera, impreziosita dal capolavoro inaspettato di oggi, dimostrando che un’annata sottotono non macchia il giudizio sul talento e l’ambizione dei fuoriclasse.

McLaren F1

Un capolavoro tecnico l’ha fatto invece la McLaren, vera rivelazione di Budapest. Tralasciando le ipotesi di un vantaggio fornito dalle mescole Pirelli introdotte a Silverstone, che secondo Alonso avrebbero cambiato i valori in gioco e sfavorito Aston Martin e Red Bull, la scuderia di Woking è arrivata all’Hungaroring senza grosse aspettative viste le alte temperature dell’asfalto e la presenza di molte curve lente, in cui la MCL60 fatica particolarmente. O meglio, faticava: se Piastri, quarto domani in griglia, ha confermato la superiorità della vettura papaya nelle curve veloci realizzando miglior tempo nel secondo settore, la vettura inglese si è ben difesa anche nei tratti più lenti, nei quali Norris ha perso la Pole Position per alcune imperfezioni a livello di guida.

Se per Hamilton non si può parlare di ritorno o rinascita, queste parole devono per forza essere associate alla McLaren, che da una decina di anni non si dimostrava così competitiva in circostanze e su piste completamente diverse tra loro come Silverstone e Budapest. Questa crescita non è frutto di circostanze, ma della lucida pianificazione e della pazienza di un team consapevole, lo scorso inverno, di aver intrapreso una strada di sviluppo totalmente sbagliata. La scelta di fermarsi ed investire in una vera e propria rivoluzione della vettura, oltre che in un pilota più adatto al team rispetto a Ricciardo, ha pagato in maniera straordinaria, catapultando il team nelle primissime posizione per la seconda gara consecutiva. Un ritorno importante e prestigioso ai vertici della F1, ma soprattutto meritato per aver svolto un lavoro migliore rispetto a quei team che avevano interpretato meglio i nuovi regolamenti, come Ferrari e Alpine, ma sembrano non trovare la propria strada.

Foto: https://twitter.com/MercedesAMGF1/status/1682802530667905027

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto