Il motore Ferrari ha sempre fatto parlare di se, nel bene e nel male la power unit di Maranello è sempre rimasta al centro di indiscrezioni ed articoli di giornale ripresi da testate giornalistiche in tutto il mondo. Tutti si ricorderanno certamente il motore del 2019, a ragion veduta probabilmente uno dei migliori mai creati, capace di sviluppare una potenza senza eguali; al termine della stagione venne tuttavia stipulato un patto tra Ferrari e FIA a seguito di alcune indicazioni di scuderie rivali che avevano segnalato alla Federazione la possibilità che il motore non fosse a norma con le regole FIA e che in qualche modo sfruttasse aree grigie del regolamento. Dalla stagione successiva effettivamente la power unit della casa di Maranello non fu più la stessa, nonostante ora a distanza di qualche anno la Ferrari sembra essere tornata in grado di produrre un motore altrettanto potente ma altrettanto inaffidabile, come tutti hanno avuto modo di testimoniare lo scorso anno quando la PU di Ferrari lasciò a piedi i suoi piloti in diverse occasioni, anche in momenti importanti di leadership.

Si decise così di concludere la stagione 2022 optando per una riduzione di potenza a fronte di un miglioramento sul fronte affidabilità che avrebbe quantomeno consentito ai due alfieri di portare a termine le gare senza vedersi bruciare il proprio propulsore prima della bandiera a scacchi, il che in parte pagò (almeno sotto questo aspetto). Per il 2023 poi erano state fatte promesse di un miglioramento dell’affidabilità senza dover rinunciare alla potenza originaria del motore 2022, ma ultimamente alcune indiscrezioni sembrerebbero smentire questo teoria.

Tali dettagli sembrerebbero arrivare da una scuderia non affiliata a Ferrari secondo cui:

Dopo attente analisi fonometriche sulla Ferrari una diretta rivale di Maranello si sia convinta che il motore 066/10 non sia sempre spinto al massimo. Come se il lavoro sull’affidabilità effettuato nello scorso anno a Maranello, e concluso nel corso dell’inverno, non avesse risolto del tutto i problemi e fosse dunque rimasta una fragilità residua, che va tenuta sotto controllo con una gestione attenta della potenza. Quella del Cavallino rimane comunque la power unit più potente di tutte (anche se di poco rispetto all’Honda)”.  come si evince da un articolo pubblicato dal Corriere dello Sport nell’edizione di ieri.

Nonostante queste siano solamente voci e nulla per ora viene (e probabilmente mai verrà) confermato o smentito dalla stessa Ferrari, la scuderia sembra aver ritrovato un po’ di linfa vitale nell’edizione del GP dell’Azerbaijan e si propone di portare importanti novità nei round di Miami, Imola e soprattutto Barcellona.

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