COME INTERPRETARE IL PROGETTO FERRARI 2020

In Ferrari non sono contenti, o almeno,  questo dicono le voci riguardo a quanto ottenuto fino ad ora durante la fase di progettazione invernale pre 2020.

Infatti, sembrerebbe una revisione non da poco conto quella che stanno tentando in quel di Maranello sulla Ferrari 2020 e, come fatto, per Mercedes, cerchiamo dei punti di riferimento per sapere come interpretare i fatti che seguiranno nelle prossime settimane.

Innanzi tutto, cosa serve alla nuova macchina?

I DIFETTI DEL PASSATO

La rossa del 2019 ha patito principalmente tre aspetti, di seguito analizzati.

Due sono intuibili e sono anche già stati discussi durante la stagione passata, mentre il terzo potrebbe essere una conseguenza indiretta degli altri difetti.

LA MANCANZA DI UN ADEGUATO APPORTO DI CALORE AGLI PNEUMATICI

Fatto probabilmente legato alle sospensioni che, a livello di cinematismi, hanno mostrato una serie di differenze dalla più performante Mercedes. Abbiamo analizzato gli elementi sospensivi durante il GP di Montecarlo e, effettivamente, quelli del team tedesco sembravano poter forzare maggiormente la gomma, scaldandola meglio. Attenzione: questo non significa che le ruote non avevano aderenza per via di basso carico. Certamente anche la componente aerodinamica ha influito, come vedremo di seguito, ma è proprio l’apparato sospensivo che, configurato come nel 2019, non sollecitava la ruota ad un livello adeguato.

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Ciò potrebbe essere il motivo per il quale, come ricordo, nelle prime gare della stagione, la Ferrari 2020 era forte solo con alte temperature ambiente.

 

LA MANCANZA DI CARICO

L’ala frontale è stata forse la novità che più ha stupito durante lo scorso febbraio e forse perché nessuno poteva credere ad un elemento deportante cosi scarico. L’auto era sicuramente velocissima e ciò è stato dimostrato a Monza, a Spa e in Canada: piste con rettilinei lunghissimi.

Il problema di un carico ridotto sulla parte frontale, ovviamente, non poteva aiutare in tutte le altre occasioni dove la vettura soffriva di più il sottosterzo rispetto alle dirette avversarie.

È stata tentata più volte durante l’anno la ricerca di nuova deportanza, ma è molto complesso cambiare ala senza squilibrare l’intera vettura, specialmente se si parla di profilo anteriore. Infatti, è proprio questo il primo elemento che incontra il flusso, distorcendolo prima che possa proseguire attorno al resto della macchina. Modificare l’alettone frontale significa dover cambiare anche tutto il resto delle curvature. Ciò sarebbe difficilissimo da fare a stagione avviata.

È cosi che è nato anche il terzo problema.

MANCANZA DI TRAZIONE SULLA FERRARI 2020

Se le sospensioni non sollecitano adeguatamente la gomma, che non si scalda, e l’ala frontale non preme con forza l’asse anteriore sull’asfalto, ogni tentativo di carica il posteriore sarebbe inutile. Questo perché, su una macchina sotto-sterzante, aumentare sempre più l’aderenza delle ruote motrici, renderebbe ancora più deboli e gli pneumatici anteriori. Se la parte frontale scivola senza entrare correttamente in curva, quello che si può cercare di fare è rendere instabile anche il retro treno, facendolo derapare meglio. È un discorso di equilibrio aero-meccanico che porta a riparare il sottosterzo, aggiungendo del sovrasterzo.

Se vogliamo dirla in un altro modo, perché cosi sembrerebbe che la Ferrari desiderasse ruote motrici meno aderenti al suolo, potremmo affermare che non vi era la possibilità di incrementare troppo il carico al posteriore, visto che avrebbe reso sbilanciato l’equilibrio totale.

La macchina, si è visto durante il 2019, ha patito anche di una carenza in trazione: mancanza di carico significa questo. Gli pneumatici non scaricano a terra i cavalli senza una aderenza corretta.

CONCLUSIONI SULLA FERRARI 2020

Ecco che incominciamo a capire quello che sta avvenendo a Maranello: hanno finalmente avuto modo di dedicare del tempo per rivisitare tutta la vettura, a partire dal carico per arrivare alle sospensioni.

Quest’ultime servirebbero indubbiamente a far lavorare meglio le gomme e farle scaldare adeguatamente. L’accorciamento del passo e la riduzione di lunghezza del cambio, come voci dicono in questi giorni, sarebbe invece un passo per ottenere più agilità. Come detto, devono ritrovare un corretto bilanciamento e questa sembrerebbe proprio una azione di questo tipo.

Ovviamente, un passo più breve, se volto a ritrovare l’equilibrio completo della macchina, dovrà essere associato a carenatura, deviatori, alettoni e diffusori formati in modo tale da ritrovare il carico mancante del 2019. La somma dei singoli contributi da ciascuno degli elementi aerodinamici deve dare un risultato che sia più centrale rispetto alle 4 ruote.

Da questo punto di vista, spero veramente di vedere nuove carenature e soluzioni che possano mettere d’accordo i due aspetti di un corretto bilanciamento che, per l’appunto, viene definito “aero-meccanico”.

A presto, dall’ing. Alberto Aimar.

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