L’ex ingegnere di pista del brasiliano Felipe Massa, per undici anni al muretto della scuderia di Maranello, oggi è direttore “Data Systems” e consulente tecnico della Formula One Group.

La Gazzetta lo ha incontrato a Milano, durante il forum della Aws, azienda che fornisce una piattaforma tecnologica strategica per la F.1.

E non ha potuto non parlare del momento che sta vivendo proprio la Ferrari nel 2022.

In che modo avete aiutato a sviluppare le vetture 2022?

“Siamo partiti da un sondaggio fra gli appassionati, da cui è emersa la voglia di vedere duelli più ravvicinati in pista. Come F1 dovevamo cercare una soluzione per ridurre l’effetto negativo delle turbolenze sui sorpassi. Abbiamo studiato la fluidodinamica di due macchine, messe una dietro l’altra, e siamo arrivati a realizzare un modello di monoposto, assieme alla Federazione, da cui le squadre sono partite per progettare le vetture secondo il nuovo regolamento. Il contributo della Aws è stato molto importante per velocizzare i tempi di analisi dati delle nostre simulazioni”. 

Si aspettava una Ferrari così competitiva?

“Sapevamo che con le nuove regole qualcuno avrebbe potuto fare un grosso passo avanti. Da ex ferrarista sono felice che sia stata la rossa. Adesso hanno la macchina globalmente più veloce sui vari circuiti. I problemi di affidabilità sono legati al fatto di avere spinto tanto sulle prestazioni. Ma era necessario rischiare per tornare al vertice”

Binotto è l’uomo giusto al posto giusto?

“Quando sono arrivato alla Ferrari, nel 2003, era ingegnere motorista di Michael Schumacher. Poi è diventato capo di quell’area e più tardi direttore tecnico, quando io ero già passato alla Williams con Felipe. La sua qualità migliore è la capacità di gestire gli uomini. Quindi è perfetto come team principal”

Come ha imparato l’italiano? 

“Ci facevano fare dei corsi aziendali, ma mi sono annoiato dopo due lezioni, così l’ho imparato dai meccanici. Il mio è l’italiano della Ferrari: un misto di modenese, inglese e un po’ di francese. Alla quarta settimana capivo già la vostra lingua, ma non l’ho detto ai ragazzi della squadra perché volevo sentire come parlavano di me nel box. Erano commenti coloriti… Ho fatto passare altri due mesi, poi ho svelato la verità, e qualcuno è impallidito (ride)”

Come vede la Ferrari oggi?

“C’è la spinta per tornare a vincere come ai tempi d’oro”. 

Leclerc è un leader? 

“Lui, Max e Lewis sono in grado di elevare il livello di tutta la squadra, trascinando gli altri e trasmettendo uno spirito vincente. La stessa capacità che aveva Michael Schumacher alla Ferrari, quando faceva da catalizzatore, attorniato da Todt, Brawn e Byrne. Da questi piloti arriva la spinta per reagire agli errori e migliorare”.

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