Il GP di Imola (il nome scelto dalla FIA non mi piace nemmeno un pò) ha evidenziato alcuni dei problemi da risolvere per la Scuderia Ferrari. Casualità e concentrazione. Se il cerchio non si chiude, le cose vanno male male.

Ad Imola si è visto tutto ciò che di buono la Scuderia Ferrari ha creato dall’inizio 2022: un tifo che nemmeno gli Orange di Verstappen potrebbero immaginare. E purtroppo, le buone notizie si fermano qui.

Dopo aver mostrato un ottima macchina nelle prime 3 gare, Leclerc si trova primo nel Mondiale solo per le defezioni della Red Bull. Vero che in Australia c’è stato un dominio ed il Bahrain è stata doppietta, ma in Arabia la situazione era simile ad Imola.

Quando si trova davanti, Leclerc riesce a gestire la situazione di fuori-DRS stando molto al limite; quando invece è dietro, la RB riesce a gestire la fase più lenta del circuito potendo contare su un recupero di pochi centesimi a giro che, ad un certo punto, portano al DRS.

E ad alcune casualità, per le quali il cerchio non si chiude per la Ferrari.

Capitolo Primo: casualità.

In Arabia ci si è messa la Virtual Safety Car, nella recente Sprint Race è stato un problema dovuto al graining, nella gara di Imola la mancanza di DRS per qualche giro di anticipo.

Per non parlare di quei famosi ormai 37 secondi che in direzione gara hanno impiegato per dare bandiera rossa e far finire il giro a Max. Cosa sarebbe accaduto in Australia se avessero fatto lo stesso? Sainz pole?

Un po’ di FIA anche ci sta dentro a queste casualità. Altrimenti il cerchio non si chiude per davvero.

Capitolo Secondo: concentrazione.

Paragrafo Uno: Sainz.

Da quella bandiera rossa in Australia, Sainz ha perso la sua concentrazione. Errore in qualifica, errore in gara, altro errore ad Imola in qualifica quando aveva tutte le carte in regola per stare davanti a tutti.

Super gara sprint nel mezzo contro avversari non certamente irresistibili e poi si è messo nei guai da solo: vero che non è colpa sua, è stato tamponato. Ma la sua capacità deve andare oltre quello che possono combinargli gli altri.

Paragrafo Due: Leclerc.

Primo errore di concentrazione, proprio quando non deve accadere. Charles deve essere superiore alla voglia di rimonta, di strafare. Non ha bisogno di strafare. E’ già straordinario.

Ma questo errore mina le sue sicurezze e quelle della squadra.

Paragrafo tre: Team.

Gli errori dei piloti sono sempre in relazione a qualche mancanza interna: evidentemente non si è correttamente riusciti a gestire la situazione Sainz che la stessa ha continuato a proliferare, portando inevitabilmente ad un weekend negativo sotto tutti i punti di vista ed influenzando l’atmosfera.

Si dice che quando accade qualcosa all’esterno, bisogna guardare all’interno per trovare la risposta. Il Team deve essere pronto ad ignorare l’errore del singolo per evitare che si espanda. L’obiettivo è comune.

Spunti di crescita, motivi di rivalsa, senza discendere troppo nel tecnico di un blocco aerodinamico dovuto al porpoising o la mancanza di sviluppi (o meglio, non deliberati).

Se il cerchio non si chiude, il Mondiale non si vince.

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