F1 Alonso – A primo impatto, l’incidente occorso a George Russell durante l’ultimo giro del Gran Premio di Formula 1 in Australia è apparso come un errore del pilota Mercedes nel tentativo di inseguire Fernando Alonso. Tuttavia, dopo la gara, è uscita un’investigazione dei commissari nei confronti dello spagnolo che ha aperto un nuovo scenario sull’episodio; il due volte campione del mondo è stato poi giudicato colpevole e ha ricevuto una penalità di 20 secondi che lo ha relegato all’ottavo posto.



Ciò che non convince è la motivazione fornita dalla FIA, che ha penalizzato Alonso per “guida potenzialmente pericolosa”, contenuta all’interno dell’articolo 33.4 del regolamento sportivo, di seguito riportato: “In nessun momento una vettura può essere guidata in modo inutilmente lento, in modo erratico o in un modo che potrebbe essere considerato potenzialmente pericoloso per altri piloti o qualsiasi altra persona”. Tuttavia, l’interpretazione di cosa sia considerabile pericoloso o meno è piuttosto vaga e difficile da stabilire con certezza e anzi, alla luce di alcuni episodi controversi ma giudicati regolari in passato, come la difesa di Perez ad Abu Dhabi nel 2021, o il duello al limite tra Leclerc e Verstappen in Arabia Saudita l’anno successivo, si rischia di creare un precedente pericoloso.

Ma l’aspetto ancora più assurdo, come evidenziato dal pilota BMW Raffaele Marciello, è che Alonso è stato penalizzato per l’ammissione di aver effettuato una sorta di “dirty air testing”, e non un “brake testing”, quello sì molto più pericoloso e passibile di penalità. Infatti, la colpa di Alonso sarebbe stata quella di “confessare” la sua manovra, come recita la spiegazione della penalità a lui inflitta.
Il problema, è che in futuro, si potrebbero verificare episodi di piloti che, per evitare di essere penalizzati, potrebbero tranquillamente dichiarare di essere incappati in un errore e non in una mossa voluta, riuscendo in qualche modo a farla franca.

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