F1 – Suzuka: analizziamo quelle che sono le 5 verità del GP del Giappone, ovvero ciò che ha caratterizzato la corsa nel paese del Sol Levante. Dalle qualifiche sino al trionfo inaspettato di Bottas.

1) Il sabato da reinventare

Non capita quasi mai che il sabato della race week sia cosi libero. Per i meccanici è tempo guadagnato per controllare a fondo le vetture; per gli ingegneri è gioia e dolore in quanto avranno lavorato molto sui dati ma saranno andati abbastanza alla cieca per le strategie. E i piloti? Ognuno ha vissuto l’attesa del GP del Giappone a modo suo. Verstappen, Sainz e Hulkenberg si sono dati battaglia a suon di Fifa (e non sappiamo ancora chi ha vinto), Albon e Russell hanno inventato un nuovo modo di giocare a bowling; c’è chi ha riposato ed ha studiato i dati, c’è chi si è allenato, chi si è semplicemente rilassato su Netflix. E poi c’è Grosjean, che ha costruito una piccola “Tyrrel P34 6-wheels“. Un gran bel modo di passare il tempo!

2) Hagibis

Senza di lui avremmo vissuto un GP diverso, ma forse non troppo. Ha influenzato non poco le condizioni del weekend ed ha fatto anche abbastanza il bravo, per quanto riguarda almeno la gara. Lo stesso non si può dire della situazione generale: finora 2 morti e 3 dispersi, diversi feriti e più di un milione di sfollati. Dati si presuppone in aumento dopo il suo spostamento verso la parte nord dell’isola. La sua corsa ancora non è finita.

Meteo Giappone

3) Le qualifiche

Mai ci saremmo aspettati che le Ferrari fossero Mr. Hyde: terribili, veloci, paurose. Tutti i problemi di inserimento nello snake e di traiettoria fino alla spoon sembravano essersi risolti magicamente nella notte. Il lavoro teorico fatto dagli ingegneri (sicuramente con molte indicazioni dei piloti) ha permesso di stravolgere totalmente quelli che erano i piani Mercedes del venerdì, ovvero di una tranquilla passeggiata al sesto titolo Costruttori. Il titolo è arrivato lo stesso, ma attraverso un altra strada. Grande Seb per aver ripreso una pole che gli mancava dal Canada e per aver dimostrato che è tornato ad essere un pilota tutto d’un pezzo.

Ferrari Binotto

4) Il jump start di Vettel

La partenza si sa, è un momento cruciale, fondamentale, dove ci si gioca in prima persona tutto il lavoro pre-gara, tutti gli sforzi per qualificarsi avanti a tutti. Capita che questi sforzi siano vanificati, capita anche ai migliori. In Ferrari questo lo sanno bene, qui a Suzuka è già capitato che il poleman (Schumacher) ebbe problemi allo start; sarà per questo motivo che per dimostrare di essere i migliori, entrambi i piloti hanno sbagliato la partenza? In realtà l’errore principale lo fa Vettel, che si muove leggermente prima dello spegnimento e distrae anche Leclerc. Se non fosse stato per questa sbavatura avremmo assistito probabilmente a tutta un altra corsa. Bottas è stato un fulmine, ma difficilmente avrebbe avuto molte occasioni di superare le Ferrari. Il contatto tra Leclerc e Verstappen è una conseguenza della partenza errata ed è chiaramente un incidente di gara.

Vettel

5) Bottas-time

La vera chiave di lettura del GP del Giappone è qui. Bisogna dargliene atto: ha fatto una partenza fenomenale! Si è preso la vittoria allo spegnimento dei semafori. E se l’è ripresa quando, un pò sottotraccia, si è messo a girare forte dopo aver intuito che forse Hamilton non sarebbe rientrato a cambiare gomme, facendo capire a Toto che va bene essere un gregario, ma fino ad un certo punto. Bravo, molto bravo a mettersi il compagno dietro per tutto il weekend, finalmente anche in gara.

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