Ormai è diventato un vero e proprio “caso Horner”. Il Team Principal della Red Bull si è difeso come meglio ha potuto, ringraziando la famiglia per il supporto e chiedendo che finisca tutto il caos creato dalle accuse mosse contro di lui per presunti comportamenti inappropriati.

Il caos generato ha provocato diverse reazioni. Durante il primo Gran Premio della stagione, in Bahrain, sono state diffuse le presunte chat incriminatorie tra Horner e la dipendente coinvolta. Con Jos Verstappen che ha “minacciato” di portare via il figlio dal team se il team principal dovesse rimanere, alimentando il fuoco che arde all’interno del box.

In vista del fine settimana del Gran Premio dell’Arabia Saudita, RacingNews365 ha appreso che la dipendente che ha denunciato Horner è stata sospesa dalla Red Bull con l’intero stipendio.

“Sono l’unico nominato” – ha risposto Horner alla domanda se fosse preoccupato per il danno causato alla sua reputazione – “È stato ovviamente un periodo molto difficile. Sono molto fortunato di avere una bellissima famiglia e una moglie che mi sostiene molto. Quando ci sono bambini coinvolti non è carino. La realtà è che c’è stato un reclamo che è stato sollevato. E’ stato gestito nel modo più professionale dal gruppo – non dalla Red Bull Racing ma della Red Bull GmbH che ha analizzato per bene i fatti.”

Dobbiamo andare avanti e concentrarci su ciò per cui siamo qui

L’obiettivo, dunque, è guardare avanti. “È giunto il momento di concentrarci sul motivo per cui siamo qui. Ovvero per correre in F1” – ha ribadito Horner – Penso che ora sia il momento di guardare avanti e tracciare una linea sotto questo”.

La vicenda, dunque, pare essere stata archiviata ma fino a che punto nel paddock non si parlerà più di “caso Horner”? Forse, il campionato in corso, non sarà più uno dei protagonisti della stagione.

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