Si approda a Silverstone: pista complessa e per esperti del volante.

Le sue curve in sequenza richiedono una precisione di guida estrema per mantenere la giusta traiettoria tra i vari cambi di direzione.

Al contempo, rettilinei medio lunghi concedono opportunità di sorpasso e difendersi, con un elevato carico aerodinamico, sarà molto difficile.

Per capire al meglio come settare le vetture per affrontare al meglio il weekend di gara serve una analisi particolarmente precisa del circuito e proprio per questo iniziamo subito con lo studio dei valori in campo.

Partendo dall’aspetto CURVE, deduciamo dal seguente schema che persiste un equilibrio tra curve strette e larghe: per esempio, le veloci Maggotts, Becketts e chapel  si antepongono a cambi di direzioni a tornante come la curva Luffield.

Il triangolo indicatore è posto esattamente al centro della scala graduata e allora serve un ulteriore parametro per sapere quanto carico viene richiesto alle superfici deportanti delle auto: la permanenza in curva.

Silverstone è caratterizzato da permanenza ridotta delle vetture sui tratti curvilinei, che si presentano di breve estensione nella maggior parte dei casi.

Ciò significa che spesso e volentieri non è necessario rallentare troppo l’auto per poter affrontare una curva.

Senza rallentare, il flusso che colpisce alettoni e fondi piatti sarà maggiormente energetico e quindi la deportanza potrebbe raggiungere livelli adeguati anche evitando eccessive incidenze delle appendici aerodinamiche.  Ciò significherà riduzione della resistenza all’avanzamento.

Se non è necessario elevare troppo inarcamenti e livelli di angolazione che le ali opporranno rispetto al flusso, ovviamente, le velocità di punta sui rettilinei ringrazieranno.

Qualsiasi tecnico acconsentirebbe a ridurre lo sforzo che la vettura esercita all’avanzamento quando i profili sono troppo aggressivi sulla corrente d’aria e qua a Silverstone tutto questo è ancora più gradito. Sebbene i rettilinei non eccedano in lunghezza, molti di questi iniziano dopo curve particolarmente veloci ed è quindi possibili sfruttare al massimo la potenza del motore.

In definitiva, si prevede una gara per la quale i carichi aerodinamici richiesti saranno forniti dalle alte velocità dei mezzi piuttosto che dall’aumento delle incidenze alari.

In alcuni casi potrà ancora essere utile un aiuto, ma sarà possibile vedere superfici aerodinamiche da carichi medi piuttosto che da alti coefficienti di spinta a terra.

 

Alberto Aimar

 

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