Oggi, lontano dai clamori e dai festeggiamenti della Vittoria Mercedes nello scorso Campionato, vogliamo rendere omaggio alla Scuderia Tedesca, perché proprio adesso?

Innanzitutto per il motivo che ‘a bocce ferme’ certi risultati possono essere valutati nella loro esatta proporzione e poi perché, come ben sapete non andiamo a caccia di lettori, scriviamo per passione ed in questi giorni, proprio poco prima dell’inizio della nuova stagione ci siamo chiesti più volte cosa è accaduto esattamente nel 2014, con tutte le Scuderie impegnate in una sfida che poi ha visto moltissimi in difficoltà… La Mercedes AMG Formula One Team ne è uscita vittoriosa ed anzi, ha letteralmente sbaragliato gli avversari con una superiorità per certi versi disarmante facendo supporre, in qualche caso, di non aver neppure spinto troppo…

Ottima è stata la gestione dei due Piloti, Rosberg ed Hamilton, soprattutto dopo alcune scintille nate per una atteggiamento o per fatti casuali capitati al Pilota Tedesco,

Hamilton_VS_Rosberg.
del quale io avevo pronosticato la Vittoria finale, insomma un Dream Team da fare invidia e che ha raccolto moltissimo come giustamente meritava. Hamilton ci ha fatto vedere grandi rimonte ed anche qualche errore, Rosberg ha condotto la stagione nel segno della continuità anche se con pochi picchi di talento, una Squadra ben assortita con un Pilota veloce ed aggressivo ed un altro costante.
Ma dietro c’è stato un gran lavoro preparato per anni con cura come spesso sanno fare i Teutonici, programmazione, scelta giusta dei componenti del Team, risorse tecnologiche e finanziarie, pensare che si possa vincere senza tutto questo è pura utopia e la Mercedes ha fatto tutto ciò di cui era capace e nel migliore dei modi… Il 2014 è stato l’anno della rinascita delle Frecce d’Argento (Silberpfeil), quel mito costruito negli anni ’30 quando la Casa Tedesca vinse 34 GP su 56 disputati e poi consolidato negli anni ’50, si ignora l’esatta origine del nome in quanto esistono due versioni differenti dell’accaduto; la prima risale al 1932 quando una Mercedes SSKL di 7100cc riesce a spuntarla di una manciata di secondi sull’Alfa Romeo  P3 ‘Monza’ di 2300cc sul velocissimo circuito dell’AVUS, si narra che alla fine di un lungo duello vinto dalll’esemplare guidato da Manfred Von Brauchitsch colorato d’argento passando sotto al traguardo sia stato chiamato ‘Freccia d’Argento’ dallo Speaker alla radio facendo nascere così la definizione ancora oggi usata; la seconda versione invece, è frutto di un semplice quanto banale espediente, sembra che nel 1934 il Direttore Sportivo Alfred Neubauer per far rientrare nei limiti di peso le Mercedes-Benz W25

durante in GP del Nurburgring, abbia fatto raschiare nella notte la vernice lasciando a vista la carrozzeria in alluminio lucido accendendo così le fantasie del pubblico; questa versione sembra poco accreditata perché in quella gara non c’erano limiti di peso, però rimane la più autorevole in quanto citata anche sul mensile Mercedes-Benz Magazine. Tuttavia origine del nome o meno, le Frecce d’Argento fecero parlare di se ancora negli anni ’50 ed esattamente nel 1954 e nel 1955, due stagioni storiche e che forse verranno bissate quest’anno; nel ’54 viene ingaggiato Juan Manuel Fangio già Campione del Mondo e venne messo al volante di una W196 a ruote scoperte

che verrà in seguito alternata alla W196s a ruote coperte a seconda dei circuiti; la vettura è rivoluzionaria per certi versi, telaio a traliccio in tubi di magnesio del peso di soli 36 kg (materiale molto difficile da lavorare soprattutto in quell’epoca) e carrozzeria leggerissimi, peso totale di  650 kg e 750 kg per la versione carenata, motore 8 Cilindri in linea bialbero di 2496cc con distribuzione a valvole desmodromiche, iniezione diretta e 260 cv a 8500 rpm; al progetto parteciparono gli Ingegneri Kraus, Scherenberg, Gossman e Nallinger, quest’ultimo un esperto di motori ma anche di sospensioni, fu infatti uno dei ‘padri’ delle sospensioni a ruote indipendenti; i collaudi e gli sviluppi vennero invece affidati a Rudolf Uhlenhaut. La W196 rimase e rimane ancor oggi una vettura capace di far sognare gli appassionati per le sue raffinatezze tecniche e le sue Vittorie e portò la Casa della Stella a Tre Punte a far rivivere e consolidare  il mito delle Silberpfeil in tutto il Mondo vincendo il Mondiale Piloti (il premio per i Costruttori non era ancora stato istituito) per due anni consecutivi con una striscia di risultati incredibili con 9 Vittorie totali su 12 partecipazioni, 8 pole position, 9 giri veloci, 17 podi e 5 doppiette; tra l’altro stabilisce un record che detiene insieme all’Alfa Romeo, entrambe al loro esordio nel primo GP conquistano pole, Vittoria, doppietta e giro veloce. Insomma Gloria e dominio anche se solo per 2 anni, perché al termine del 1955 la Mercedes decide di ritirarsi fino a ricomparire nel mondo della Formula Uno solo nel 1994 come motorista. Il ritorno fu svolto acquisendo la Ilmor Engineering un’Azienda Britannica specializzata in motori e fondata tra gli altri da Mario Illien, la Scuderia cliente fu la Sauber che raccolse 1 punto in classifica nel GP d’esordio col Motorista Tedesco, nell’anno seguente la Mercedes affida i suoi motori alla McLaren, collaborazione che fu abbastanza fruttuosa con 2 Titoli Mondiali vinti da Hakkinen nel ’98 e ’99 ed uno vinto da Hamilton nel 2008; in seguito, nel 2009 la Casa di Stoccarda fornì i motori anche ad altre Scuderie, alla Force India ed alla Brawn GP che in quella stessa stagione vince il Mondiale Piloti con Button ed anche il Campionato Costruttori. Nel mese di Novembre del 2009 Ross Brawn vende la Scuderia alla Mercedes che rientra, di fatto, nella Formula Uno come Costruttore; il resto è storia recente, la sponsorizzazione del gruppo Petronas, l’ingaggio di Michael Schumacher e di Nico Rosberg fino alla realizzazione della ‘vettura perfetta’, la W05 che ha fatto incetta di Vittorie nel 2014. La decisone di rientrare è il frutto, probabilmente, della volontà di affermare ancor di più la sportività del Marchio che già produce vetture stradali che hanno un’impronta di eleganza e performance, fino ad arrivare alle nuove tecnologie ibride che saranno sempre più presenti nel futuro e qui si intravvede la capacità del Management di Stoccarda di affermare il proprio destino dando a vetture semi-elettriche un’impronta sportiva e prestazionale che invece non è percepito dal consumatore come DNA dell’ibrido, andando così a conquistare importanti fette di mercato, in una sorta di ‘gara’ che si sta consumando soprattutto tra Tedeschi e Giapponesi assertori convinti delle nuove ‘unità propulsive’, non è un caso infatti che quest’anno anche la Honda sarà presente nel Mondiale di F1. Cosa ci aspetta nel 2015? Con una superiorità così definita sarà difficile se non impossibile che alla Mercedes sfugga il Titolo Mondiale…

Marco Asfalto   

Twitter : @marcoasfalto

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