Adrian Newey è sicuramente uno degli ingegneri di più successo nella storia della Formula 1. Non appena entrato nel team RedBull, nel 2006, è subito diventato una figura chiave. Grazie a lui il team austriaco ha ottenuto 13 titoli mondiali, 7 nel campionato piloti con Sebastian Vettel e Max Verstappen e 6 nel campionato costruttori.

Dal 2014 Newey ha preso parte a vari progetti nel gruppo RedBull. Dopo il 2018, però, Newey si è ritirato dalla gestione quotidiana degli affari tecnici di F1 quando Wache è stato promosso direttore tecnico.

Nonostante sia vicino al pensionamento, avendo ben 65 anni, Newey rimane coinvolto nella progettazione della vettura, come l’irraggiungibile RB19. Il suo contributo viene sempre elogiato, e sempre considerato fondamentale per rendere la macchina competitiva.

“È insostituibile, sì: non puoi sostituirlo! ha dichiarato Wache. “Nella nostra quotidianità, non fa parte del nostro processo. Piuttosto, arriva lateralmente cercando di aiutarci o sfidarci su diversi aspetti del team. Potrebbe riguardare il design meccanico, l’aerodinamica o la dinamica del veicolo”.

L’esperienza di Newey, maturata dopo periodi di successi in Williams e McLaren seguiti da quasi due decenni in RedBull, è inestimabile. Wache ritiene che il 65enne abbia “la maggior esperienza nell’intero schieramento in termini di ingegneria e concorda sul fatto che ora sia lui il mentore del team.

“Devi sfruttarlo come esperienza, poiché ha meno tempo per noi” ha detto. Lui è più… non conosco la parola in inglese , quando dici che qualcuno è lì per sfidare un aspetto delle cose. Non è lì per pianificare, per elaborare il concetto completo della macchina”.

Alla domanda se Newey agisce come una sorta di cassa di risonanza, con il team che gli propone idee, Wache ha confermato: Sicuramente. E dopo, ci sfida. Ti dico che direi più che sfidante che [concordante]”.

“Credo che sia positivo. Perché quando ti distanzi un passo, vedi anche cose diverse. Ha un background diverso da tutti noi. E inoltre, ha conoscenze che noi non abbiamo. Perché non abbiamo ancora vissuto quelle esperienze”.

Oltre all’esperienza di Newey, il francese è particolarmente impressionato dalla sua umiltà, sottolineando la sua propensione al mantenimento di un sano ambiente di lavoro: “È una persona molto intelligente e rimane molto aperto. Le persone di grande successo di solito pensano che la loro idea sia la migliore, e lui non è così. È molto aperto. Credo che lavori in questo modo: come mentore e sfidandoci”.

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