Iniziamo con le dichiarazioni di Paul Hembery rilasciate a UOL Esporte, parole che giustificano, a suo parere, il comportamento della Casa Milanese in questa stagione; sì perché di nuovo è uscito fuori che le gomme sono state troppo conservative per la mancanza di test (ricordate il 2013), eppure ad inizio stagione lo stesso Paul aveva prontamente affermato che invece gli pneumatici sarebbero stati più aggressivi; ma ecco le parole del Direttore MotorSport Pirelli : “Potremmo essere stati un po’ troppo conservativi quest’anno, perché si sono viste moltissime strategie ad una sosta sola e questo Non è in linea con quello che vogliamo e con quello che ci è stato chiesto di fare, che era cercare di ottenere dai due ai tre stop” Francamente, ammettere questo a fine Campionato mi sembra poco coerente, trincerarsi dietro la mancanza di test è una bella strategia che forse può bastare ad un pubblico poco esperto ,ma gli ‘addetti ai lavori’ NON sono certo così facilmente influenzabili, e poi, forse c’è dell’altro…
E’ già da moltissimo tempo che ne parliamo e come oramai sapete questa è una spina che difficilmente riesco a togliermi, parliamo sempre di gomme ahinoi, questo articolo non vuole essere polemico e neppure fuorviante su quanto è accaduto durante la stagione a proposito degli pneumatici, per capire bene di cosa stiamo parlando dobbiamo tornare indietro al 2014, ricorderete che le vetture della scorsa stagione non avevano certamente la stessa stabilità di quelle odierne e la stessa Mercedes in certe occasioni perdeva aderenza (seppur meno degli avversari) a causa di un motore turbo che aveva un’erogazione non proprio dolcissima e meno progressiva della vettura 2015; stabilito questo dobbiamo quindi sottolineare altri parametri; le gomme 2014 quindi dovevano essere, per forza di cosa, più reattive verso attriti maggiori e temperature di esercizio meno dinamiche rispetto al 2015 questo dovuto anche a comportamenti meno equilibrati di tutto il pacchetto motore-telaio delle vetture appena costruite su motorizzazioni e parametri molto diversi dal 2013; in sostanza gli pneumatici 2014 dovevano essere più resistenti all’usura, avere dei range di esercizio maggiori e dare un grip sufficiente per offrire prestazioni degne di una F1; viene così da pensare che queste gomme fossero leggermente più ‘dure’ di quelle odierne, anche se il termine è improprio lo useremo lo stesso per facilitare il nostro ragionamento. Partendo proprio da questo assunto, gomme dure nel 2014; ci si sarebbe aspettato che la Pirelli migliorasse il prodotto 2015 offrendo dei range di utilizzo più selettivi, migliore grip e migliore o eguale durata; questo è accaduto in effetti ed anzi Paul Hembery dichiarò che avrebbero reso le gomme ancora più performanti della normale evoluzione, al fine di rendere le vetture, e quindi le gare, più spettacolari rendendo così i Gran Premi meno prevedibili e più interessanti. Fondamentalmente tali propositi erano dovuti anche al dominio Mercedes del 2014 che ha ‘ucciso’ il Campionato ed affossato gli ascolti TV; ovvio che in una tale situazione non si voleva penalizzare la Squadra Tedesca, ma offrire un prodotto che avrebbe messo del ‘pepe’ anche nella lotta tra i Team che erano dietro regalando così dello spettacolo…
Credo che tutto sia stato fatto in funzione di quanto detto sopra, però accade qualcosa di straordinario e, lasciatemelo dire, non previsto, la Ferrari che era molto distante nel 2014, con una strategia aggressiva e con una vettura adattata alle nuove gomme (attenzione anche con una grandissima crescita di tutto il pacchetto) vince inaspettatamente il GP della Malesia che poi era il 2° appuntamento, mettendo così in allarme la Mercedes convinta di fare una ‘passeggiata’ anche nel 2015. Ora non so cosa sia accaduto esattamente dopo, diciamo che ho una mia idea e rifacendomi a quel detto “pensare male è peccato ma ci si azzecca quasi sempre” vi propongo un raffronto tra le prestazioni del 2014-2015 della Malesia e del Brasile, i dati che andremo a considerare dovrebbero essere esplicativi per capire la differenza di prestazioni delle vetture. Prima, però, di guardare i numeri voglio far presente due cose, la prima è che le vetture normalmente hanno un’evoluzione di circa 1 decimo a GP, e che in inverno si può progredire di almeno mezzo secondo, e credo che di certo la Mercedes fine 2014 rispetto a quelle inizio 2015 pagava come minimo questo mezzo secondo se non di più; premesso questo le Frecce d’Argento in questa stagione sarebbero dovute essere più veloci di almeno 1,5 secondi (ad ogni GP) senza contare lo sviluppo degli pneumatici, ma solo per l’evoluzione della vettura stessa. Partiamo dal Gp Malesia, la pista è molto abrasiva e fa molto caldo, la Pirelli opta per gomme MEDIUM e HARD, nel nostro confronto andremo ad esaminare solo le gomme MEDIUM; la strategia di HAMILTON fu la seguente
2014
MEDIUM (0-15) MEDIUM (16-33) MEDIUM (34-51) HARD (52-56)
2015
MEDIUM (0-4) HARD (5-24) MEDIUM (25-38) HARD (39-56)
Ciò che a noi interessa sono le tornate dalla 16 alla 33 del 2014 e quelle dalla 25 alla 38 del 2015. L’unico confronto possibile in termini di tempo sono i giri sovrapponibili e cioè quelli dal 26 al 32 di entrambi i GP, tuttavia dobbiamo ricordare come nel 2014 le gomme avessero sulle spalle già 9 giri mentre nel 2015 erano appena state sostituite, ecco il grafico
Come si può ben vedere la Mercedes 2015 era molto più veloce di quella 2014, la media di questi 7 giri è di 1:46.835 (2014) e 1:44.224 (2015) un miglioramento di circa 2,5 secondi, in linea con quanto detto in precedenza; volendo essere più precisi possiamo dire che nei giri precedenti (2014) le prestazioni della vettura erano peggiorate di circa 3 decimi a causa dell’usura pneumatici dovuta ad una sosta anticipata (16° g.) rispetto al 2015 (25° g.). In sostanza la differenza reale si assesta intorno ai 2,2 secondi, quindi la MERCEDES versione 2015 in Malesia era di 2,2 secondi più veloce della versione 2014.
Fin qui nulla da eccepire, ed anzi tutto in linea con l’essenza stessa della F1, migliorare, crescere, progredire e quindi, fondamentalmente, essere più veloci, ed a questo proposito vi proponiamo le parole di Paul Hembery rilasciate dopo il GP inaugurale a conferma di quanto andiamo dicendo. Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli: “Il GP d’Australia di due settimane fa ci ha confermato ciò che avevamo visto già nei test pre-campionato: in ogni sessione a Melbourne i tempi sul giro sono risultati inferiori di due o più secondi rispetto al 2014”.
Arriviamo al GP del Brasile; e facciamo alcune considerazioni, la temperatura dell’asfalto quest’anno era inferiore di circa 9 gradi, l’asfalto era leggermente meno abrasivo, e poi il rialzo dei cordoli di 50 mm non ha giovato per ottenere tempi molto più bassi del 2014, tuttavia , tenendo bene il conto di quanto si evolve e di quanto è evoluta la stessa Mercedes che ha montato una Power Unit con una erogazione più lineare e ancora più potente, come minimo dovremmo rilevare dei tempi più bassi di circa 1 secondo rispetto al 2014 (come minimo…) o almeno in linea. In questo caso le gomme che ha portato la Pirelli sono state SOFT e MEDIUM. Andremo ad analizzare le prestazioni di Rosberg su questi compound, ed in particolare le tornate dalla 52 alla 63, ricordiamo che il Tedesco lo scorso anno fu sempre braccato dal suo compagno di Squadra che infatti aveva al traguardo un gap di soli 1,457 secondi, e quest’anno, proprio in questi giri Hamilton era molto vicino a Rosberg, poi alla tornata 64 il Tedesco alza il piede vedendo che Hamilton aveva mollato, quindi queste tornate ci sembrano le uniche veramente utilizzabili per il nostro confronto; ecco il grafico (GP BRASILE)
La media del 2014 è di 1:14.056 mentre quella del 2015 è di 1:15.261, in pratica la Mercedes 2015 è più lenta di quella 2014 di ben 1,2 secondi, a conferma di questo andiamo a vedere i giri veloci di Rosberg, 1:13.619 (2014), 1:14.957 (2015) anche qui, e non è casuale, circa 1,3 secondi a favore dei tempi dello scorso anno.
Ora mi chiedo, cosa è accaduto a queste straordinarie vetture dalla Malesia al Brasile? Tra l’altro nelle nostre Race Analysis anche in altre piste avevamo notato una ‘preoccupante’ involuzione delle prestazioni, ma dovute a cosa? Quello che oramai è di pubblico dominio è che la Pirelli ha reso le gomme più dure anche se mai Paul Hembery si è sognato di ammettere una cosa del genere, e questa cosa è passata sotto silenzio e alla fine accettata per ovvia, favorita dal dominio Mercedes, perché in fondo sembrava normale che i Tedeschi vincessero tranquillamente come nel 2014, tuttavia la domanda vera è proprio questa, se la Pirelli ha ‘indurito’ le mescole, perché lo ha fatto? In funzione di cosa? Della sicurezza? Come nel 2013? Eppure non se ne è mai parlato quest’anno. O forse c’era un Team o più di un Team a cui faceva comodo avere degli pneumatici del genere? Non sembra anomalo, per una vettura di F1 peggiorare i tempi invece che migliorarli a distanza di 1 anno? E ricordate quando Maurizio Arrivabene si lamentò dicendo che anche lui avrebbe voluto scegliersi le gomme?
Ora parliamo del modo con il quale verranno ‘riparate’ certe scelte, opinabili, del 2015; arriverà infatti la ULTRASOFT, una gomma ancora più morbida e performante versione 2016, allungando così la lista dei compound a disposizione, 5 mescole da asciutto invece di 4, credo però che non ci sia nulla di nuovo, in quanto la Medium di quest’anno è come la Hard del 2014, la Soft è come la SuperSoft e via dicendo… In pratica la SUPERSOFT del 2016 non sarà altro che la Soft del 2014; c’è anche da dire che ci sarà comunque l’obbligo di utilizzare almeno una mescola delle 3 che verranno messe a disposizione della Pirelli, il punto è che nulla potrebbe cambiare davvero durante le corse se quella più utilizzata sarà sempre la solita Medium (o anche la Soft) che è molto dura, anzi ci sarà il rischio che le gare diventino ancora più noiose quando si capirà che non vale la pena montare pneumatici che percorrono 5-6 giri (sempre che si mantengano le promesse…), la differenza potrebbe esserci nelle qualifiche, quando saranno a disposizione le mescole più morbide…
Ognuno dei nostri lettori si può fare una sua idea, tuttavia i numeri non mentono mai…
Marco Asfalto