Siamo finalmente entrati nel primo dei 3 weekend consecutivi di gara che ci si appresta a vivere in questo appassionante 2018. Dopo 28 anni la Formula 1 torna a gareggiare sul circuito francese del Paul Ricard e dopo 10 anni si ritorna a far rombare i motori in Francia.
Con questo weekend ci si appresta a vivere un “tour the force” entusiasmante, con tre gran premi (Francia, Austria e Gran Bretagna) nell’arco di tre settimane. La prima tappa ha come destinazione Paul Ricard , il circuito francese con sede a Le Castellet.
Eravamo rimasti alla grande prova di forza messa in campo dalla Ferrari in Canada, con il trionfante Sebastian Vettel tornato leader del mondiale di una sola lunghezza su Lewis Hamilton, vittima di un weekend un po’ opaco in quel di Montreal, complice anche l’utilizzo di una Power Unit, ora, con ben 7 gare alle spalle.
Mercedes che aveva dovuto rinunciare a portare l’evoluzione del proprio propulsore endotermico per alcuni problemi al banco scoperti poco prima dell’inizio del weekend canadese e colta in contropiede, ha dovuto utilizzare la PU 1 ormai a fine vita. Il debutto della nuova unità termica era stato spostato proprio per questo appuntamento francese, ma rumors parlano di nuovi problemi di affidabilità al banco e solamente nel venerdì di libere sapremo se il team teutonico userà una evoluzione oppure una nuova PU identica a quella usata fino ad ora.
Mercedes che cercherà sicuramente il riscatto, sopratutto Lewis Hamilton che nel circuito dove per anni ha dominato la scena, ha vissuto uno dei suoi weekend peggiori in termini di performance (problemi alla PU in gara) di risultato finale ma anche di confronto con il compagno di team, visto che Bottas è riuscito ad artigliare il secondo gradino del podio.
La Ferrari, invece, arriva galvanizzata dalla vittoria di forza conquistata in Canada e vuole ulteriormente confermare i passi avanti mostrati a Montreal. In questo appuntamento francese faranno ritorno le coperture Pirelli con il battistrada ridotto di 0,4 mm e sarà il vero banco di prova per capire se il Cavallino non rivivrà l’incubo “crisi gomme” vissuto a Barcellona. La speranza dei tifosi ferraristi è che,ovviamente, questo non accada: si dice infatti che gli uomini in rosso per questo fine settimana porteranno una sospensione modificata con lo scopo di usare al meglio le coperture ribassate della Pirelli. Inoltre, non è da escludere, l’impiego della terza PU per Raikkonen, che potrebbe cosi avere l’unità evoluta utilizzata da Vettel in Canada.
Il terzo incomodo, da qualche gp a questa parte, ha un nome e cognome: Red Bull Racing. La scuderia anglo-austriaca, fresca del nuovo accordo con Honda per la fornitura della PU nipponica per i prossimi due anni, potrebbe giocare nuovamente da outsider anche al Paul Ricard. Il team diretto da Chris Horner punta a un risultato importante: Ricciardo avrà sicuramente voglia di rivalsa, dopo i problemi patiti per tutto l’arco del weekend canadese alla sua PU e Verstappen vorrà confermare il buon stato di forma che gli ha permesso di acchiappare il podio a Montreal.
Paul Ricard: Le caratteristiche
Il “Circuit du Castellet”, inaugurato nel 1970 e modificato negli anni, con i suoi 5842 m di lunghezza, fa ritorno nel calendario della Formula 1 dopo quasi 30 anni (ultima edizione vinta da Prost su Ferrari nel 1990). Dopo l’ultima edizione del 1990, il circuito francese è stato utilizzato per lo più per le sessioni di test, dotato di impianti di irrigazione ma privo di tribune fisse. Nel 2012, Bernie Ecclestone prese accordi con i proprietari per reinserire il circuito provenzale nel calendario di Formula 1 nel 2013, ma l’assenza di fondi necessari non permise la conclusione dell’accordo e il progetto fu abbandonato.
Il Paul Ricard è famoso per la Courbe de Signes, una curva che si percorre “a tavoletta” a oltre 340 km/h dopo essere transitati sul ” Mistral straight”, un lunghissimo rettilineo (quasi 2 km) diviso in due parti da una chicane, aggiunta successivamente, da percorrere a bassa velocità.
A parte il lunghissimo rettilineo, dove la potenza della PU sarà quanto mai fondamentale, il resto del circuito è costituito da moltissime curve veloci in appoggio, unite da alcune curve a “u”, dove conta moltissimo avere molta trazione meccanica( come Beausset,Bendor,Village,e le ultime due curve La Tour e Virage du pont) per uscire rapidi e non perdere tempo (settore 3). Curve rapide ma lunghe ed ampio raggio che metteranno parecchio sotto stress le gomme anteriori, sopratutto l’anteriore sinistra. Serve quindi una monoposto rapida sul dritto ma rapida anche nei cambi di direzione e che sappia “trazionare” nei tratti lenti.
Potremmo quindi vedere Mercedes e Ferrari darsi battaglia nei primi due tratti del tracciato e Red Bull primeggiare nel tortuoso terzo settore.
Gomme Pirelli : Le scelte dei team
Come detto in precedenza, la Pirelli, per questo weekend, porterà nuovamente in pista le gomme dal battistrada ridotto introdotte in Spagna. Per questo appuntamento, il gommista italo-cinese ha messo a disposizione dei team 3 tipologie di gomme a mescola soft: Soft, SuperSoft, UltraSoft.
Mercedes e Ferrari hanno fatto la stessa scelta, per ciò che concerne l’impiego della gomma Ultrasoft, diversificando,invece, tra piloti la scelta delle altre due mescole: Vettel e Hamilton avranno a disposizione 1 set di Soft e 3 di Supersoft; Bottas e Raikkonen, invece, 2 set di gomme gialle e rosse.
Red Bull più conservativa sulla mescola “viola” (7) proiettandosi sull’uso di più Soft e Supersoft (3).
Il team più “spregiudicato” nella scelta delle gomme viola Ultrasoft è la Williams, che porterà con entrambi i piloti 10 set.
Gp di Francia: il ritorno dopo 10 anni (2008)
Quello che rientra in calendario, dopo un’assenza durata dieci anni, è il decano di tutti i Gran Premi. La prima gara con questa titolazione si corse proprio in Francia, 112 anni fa, a Le Mans. Che allora era un tracciato triangolare della lunghezza di 103 chilometri e rotti, da ripetere dodici volte. Vinse l’ungherese Ferenc Szisz, su Renault, alla rispettabile media di 101,19 Km/h.
Molti anni dopo iniziò l’epoca della F1 e il GP Francia migrò più volte su vari circuiti: Reims, Le Mans, Rouen, Clermont-Ferrand, Digione, ma prima che, nel ’91, venisse inaugurato l’impianto di Magny-Cours, la parte del leone per le presenze l’aveva proprio il Circuit du Castellet, ovvero il Paul Ricard. Quello che, dopo l’ultimo GP corso nel ’90 (e vinto da Prost su Ferrari 641), era diventato, per la Formula 1, una pista destinata ai test, dotata di impianti di irrigazione artificiale e priva di tribune fisse.
Il circuito del Paul Ricard divenne famoso per quella curva, dopo il rettilineo Mistral, che metteva a dura prova i piloti, tanto che molti giornalisti, all’epoca, si posizionavano sempre ai bordi di quella curva per ammirare quale pilota la percorresse a piena velocità, senza decelerare, determinando così, di anno in anno, quale fosse il pilota migliore.
Si dice che l’unico pilota che, fin dagli esordi con la Toleman, riusciva a percorrere la Courbe de Signes a “tavoletta” senza dare alcun segno di decellerazione per tutta la percorrenza della curva, fu Ayrton Senna. Lo stesso che nell’86 ebbe un brutto incidente (senza conseguenze) a causa della rottura del motore.
Nello stesso anno, perse la vita il pilota Elio de Angelis durante un test privato, anche se si dice che se i soccorsi fossero stati più rapidi, il pilota si sarebbe potuto salvare dalle conseguenze di quel terribile incidente: il pilota romano mentre andava ad alta velocità vide l’alettone posteriore della sua BT55 staccarsi, perdendo il controllo della monoposto. Dopo diversi cappottamenti finì contro una barriera prendendo fuoco.
Da quel momento,per questioni di sicurezza, si decise di accorciare il tratto del rettilineo Mistral.
Nel edizione del 1988 andò in scena il grande duello tra Alain Prost e Ayrton Senna, sulla allora “perfetta” Mclaren MP4/4.
Nel 1999, l’allora patron della Formula 1, Bernie Ecclestone decide di comprare il circuito, rimodernandolo e facendolo diventare un tracciato utile ai test.
Giuly Bellani