F1 Alpine – DI luce riflessa, nella vita, non si vive mai. E meno che mai in Formula Uno. Pierre Gasly, pilota dell’Alpine, nel pianeta del circus, non è propriamente un novellino. Classe 1996, nativo di Rouen, si è messo alle spalle 130 Gran Premi e ne ha pure vinto uno conquistando quattro podi e 394 punti in carriera. Un bilancio che dovrebbe autorizzare a pensare a lui come a un pilota che, tra curve e rettilinei, dovrebbe ormai cavarsela egregiamente. Errore: come già in Bahrein, anche in Arabia Saudita, davanti alle Q2 , non si è trovato una porta spalancata ma un muro in cemento armato. E meglio non è certo andata, anche qui in replica rispetto al Bahrein, al suo compagno di squadra Esteban Ocon che partirà al suo fianco appena un gradino più su, diciassettesimo tempo contro diciottesimo.

E dunque, la crisi è conclamata. E una crisi è sempre figlia di una serie di fattori. Certo non aiutano gli esodi di massa del direttore tecnico Matt Harman e del responsabile della parte aerodinamica Dirk De Beer che, dopo il Bahrein, hanno deciso di dire “qui non ci stiamo più, a non rivederci”. E non aiuta il rapporto altalenante tra i due piloti che, un po’ come un apparecchio difettoso, un po’ va e un po’ non va. Ora si amano e ora si detestano. O, quantomeno, possono vedere come un calcio in mezzo ai denti l’idea di finire l’uno a mangiarsi la polvere dell’altro.

Un elemento di positività da cui partire, però, Ocon e Gasly ce l’hanno ed è il realismo con cui hanno analizzato la situazione non proprio idilliaca attraversata dal team e delle loro prestazioni. “Sapevamo- hanno dichiarato di recente- che arrivare in Bahrein con una vettura completamente nuova sarebbe stato difficile e alla fine si è rivelato così – è l’Ocon pensiero- dobbiamo cercare di reagire con rapidità, in questo sport non ci sono miracoli e ci vorrà del tempo per rimediare alla situazione, ma tutta la squadra sta lavorando duramente ed è motivata a cambiare le cose”.

Ocon parla , a proposito di Jeddah, di “pista molto veloce e fisica che richiede, come circuito cittadino, anche molta concentrazione per tutta la durata della gara”. Prova a vedere qualche spiraglio di sole anche Gasly. “L’inizio è stato difficile e il risultato finale in Bahrain era quello che ci aspettavamo in questa stagione – dice- il nostro obiettivo era continuare a imparare e migliorare, abbiamo molto da migliorare e troveremo le soluzioni, stiamo lavorando sodo con gli strumenti che abbiamo e questo richiederà un po’ di pazienza”. Intanto, però, la vettura arranca e parte della concorrenza ha già cominciato a macinare punti. Certo, riprendendo l’Ocon pensiero, i miracoli nel circus non esistono. Ma da una scuderia come l’Alpine è lecito attendersi messe più abbondante.

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