Niki Lauda ci ha spesso abituati ad esternazioni fuori dai canoni, diverse e qualche volta sorprendenti; che dica ciò che pensa sembra quasi ovvio, anche se non lo sappiamo realmente; tuttavia ad una persona sincera si può riconoscere gratitudine per il suo atteggiamento ‘pulito’ ma questo non significa abbia ragione.

Ora c’è da dire che cominciamo ad essere stufi di come Verstappen venga spalleggiato da Federazione, Liberty Media e Red Bull; la casa delle lattine ha puntato sul giovane Olandese e con il suo potere cerca di favorirne le prestazioni in pista (es. in Canada non è stato consentito a Ricciardo di adottare una strategia per passarlo) ma soprattutto a livello di immagine; e questa ultima è una esigenza importantissima visto che i tanti incidenti che lo hanno coinvolto hanno mandato su tutte le furie tanti tifosi, i primi quelli del suo compagno di squadra, i secondi quelli della Ferrari, troppo spesso nel mirino del giovane quanto presuntuoso pilota RB.

Le parole di Lauda, in questa ottica, suonano come una valorizzazione di Verstappen che non ha fondamento alcuno; Villeneuve era un altro tipo di persona, e come ha detto il figlio Jacques, campione del mondo nel 1997, a Le journal de Montreal, ci sono differenze sostanziali, ecco le sue parole: Sono d’accordo sul fatto che Verstappen rischia come faceva mio padre, ma c’è una grande differenza, Mio padre aveva rispetto per i suoi avversari e ha imparato dai suoi errori. Ha avuto un’educazione completamente diversa e francamente non capisco affatto il paragone”

Rischiare infatti non significa necessariamente essere veloci ed essere grandi piloti, le vetture della attuale F1 hanno un gran carico aerodinamico e tanta cavalleria, come quelle dell’epoca di Gilles Villeneuve, ma le differenze sono sostanziali, le macchine di oggi sono facili da guidare e la grande difficoltà consiste nel gestire la complessità delle regolazioni e delle informazioni che giungono al pilota. Ai tempi di Gilles, ci volevano gli attributi per guidare quei mostri; difficilissimi da tenere in pista, figuriamoci ottenerne prestazioni eccellenti; cambio manuale, vibrazioni; una visione del tracciato completamente diversa; e poi, cosa di cui non parla nessuno; è migliorata la frenata e il grip delle gomme; prima con uno pneumatico che non fosse in temperatura era facile farsi male andando a sbattere alla prima curva; ora c’è la radio e i sensori; i driver sanno esattamente quando poter forzare, vengono avvisati della posizione degli altri; hanno vetture agili e morbide nell’erogazione; una volta ci voleva il piede di velluto e le mani d’acciaio, spesso a fine gara arrivavano i crampi. No signori, i paragoni con altre epoche non hanno mai funzionato; men che meno questo, Verstappen non sarà mai come Villeneuve, non sappiamo se gli manchi la tecnica e l’intelligenza, come la capacità di trarre esperienza dai suoi errori; ma una cosa gli manca sicuramente, il Cuore…

Marco Asfalto

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