A poco meno di una settimana dal GP di inizio della stagione è interessante cercare di dare risposta alle tante domande che circolano sui media; cosa è accaduto alla Ferrari? E perché Hamilton non ha brillato come suo solito? In questi articoli di race analysis cerchiamo di dare risposte guardando il comportamento della vettura in pista ma soprattutto analizzando i tempi; sembra quasi ovvio che i numeri devono essere letti in un certo modo e non sempre è facile avere un quadro completo osservando il timing, tuttavia una idea di quanto accade possiamo farcela indipendentemente dagli ‘insider’ che spesso forniscono spiegazioni che possono essere vere ma anche delle semplici chiacchiere.

In molti hanno osservato che Vettel e Leclerc sembravano avere problemi con la macchina, le spiegazioni sono state le più svariate, pista con dossi, poca benzina, problemi di ricarica batterie o un semplice depotenziamento a causa dell’impianto di raffreddamento che è stato rivisto in maniera molto profonda, questa ultima ipotesi sembra la più vera anche perché la presa d’aria sopra il pilota (airbox) è stata completamente rivista e appare più piccola come superficie rispetto a quella 2018.
Nel raffronto che andremo a vedere abbiamo comparato i tempi di Hamilton e Vettel in due distinte fasi della gara, da ricordare che Hamilton ha accusato un problema al fondo che, a suo dire, gli ha impedito di rincorrere Bottas.

In questo grafico possiamo constatare come alla ripartenza dopo il pit stop di entrambi (Vettel lap 14; Hamilton lap 15) nessuno dei due ha veramente affondato il pedale del gas, ma mentre il Britannico aveva il potenziale per realizzare giri abbastanza veloci (laps 21 e 26), il Tedesco non riusciva invece a migliorarsi in modo significativo tanto che l’andamento del timing ( in giallo) è quasi costante; anche Hamilton non ha un guadagno finale di rilievo e la sosta anticipata per coprire il pilota Ferrari ne ha forse condizionato questa parte della gara; Bottas era lontano ed in fondo, in ottica mondiale, gli bastava controllare il rivale.

Discorso diverso in questa altra fase della gara, quando l’interrogativo su quanto potranno durare le gomme comincia a dare una risposta

Da notare come il pilota Mercedes cerca di affondare in alcuni passaggi (35 e 42) alternando questi tempi ad altri più alti, tuttavia in questo spazio di tornate si migliora di quasi 1 sec. a dimostrazione che la minuscola lesione del fondo non dovrebbe aver avuto una importanza così vitale come egli ha raccontato ai microfoni. Da ricordare che nel 2018 Hamilton abbassò i tempi (1:27.954-1:27.098) dal giro 32 al 46 di circa 9 decimi quasi in linea con il 2019

Vettel invece ha mantenuto un regime cronometrico costante e non si è giovato affatto del minore peso della sua vettura dovuto al consumo di carburante e il guadagno in queste tornate è ininfluente in quanto davvero scarso.

In definitiva ci sentiamo di affermare, anche se non con sicurezza matematica, che Vettel ha condotto la gara depotenziato e che Hamilton non aveva nessun vero problema se non quello di controllare Vettel e respingere gli attacchi di Verstappen sempre ben rintuzzati dal Britannico.

Marco Asfalto

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