F1 2022 La HAAS mostra la prima monoposto nata con i nuovi regolamenti. I calcoli svolti dagli ingegneri FIA, in collaborazione con AWS, saranno stati sufficienti?

Presentata la prima monoposto F1 del 2022 Interessante rispetto ad esempio alla Red Bull RB 18 che invece è una semplice Show Car . Ogni team, ingegnere e tecnico ha studiato ogni minimo dettaglio del nuovo regolamento per assemblare il pacchetto migliore cercando di presentarsi al via del prossimo mondiale di Formula 1 con una macchina vincente. Finora le varie scuderie hanno sviluppato le nuove vetture ad effetto suolo con modelli virtuali provati al simulatore e modellini in scala per la galleria del vento ma per il progettista della Haas Simone Resta manca ancora un tassello, il riscontro della pista:

Simone Resta torna in Ferrari

“L’unica cosa che conta è la performance in pista con i piloti. Abbiamo davvero bisogno di vedere come il pacchetto funzionerà e come interagirà con le gomme, con l’assetto, e così via”. I nuovi regolamenti, studiati da FIA e Liberty Media, hanno lo scopo di migliorare lo spettacolo e ridurre le turbolenze in scia ma, sempre secondo l’ingegnere italiano, sarà l’asfalto a dirci se l’obiettivo è stato raggiunto: “Potremo essere in grado di giudicare solo quando saremo in grado di stare un secondo dietro a un’altra macchina in una curva veloce e capire come sarà l’erogazione confrontandola al 2021”.

Anche in passato la Federazione aveva cercato nuove rivoluzioni tecniche ma la realtà di oggi è completamente diversa. I team di Formula 1 hanno dovuto sviluppare il tutto senza la possibilità di test in pista e con l’introduzione del budget cup. La vera arma in più utilizzata da FIA e dalle stesse scuderie sono le simulazioni CFD. Nel 2009, infatti, era già stata avviata una revisione del regolamento. Anche in quel caso le monoposto dovevano seguirsi più facilmente ma il margine di libertà era così ampio per gli ingegneri che annullarono tutte le cose buone pensate solo con poche settimane di test nella galleria del vento. Grazie alla partnership con AWS la FIA ha tratto un enorme vantaggio utilizzando la sua tecnologia cloud per eseguire simulazioni CFD.
Per la riuscita dei nuovi regolamenti era fondamentale simulare due auto insieme, solo così si poteva analizzare l’impatto completo del disturbo creato dai flussi. L’ex ingegnere di Ferrari e Williams Rob Smedley ha dichiarato: “La chiave per superare questa barriera tecnologica era una simulazione CFD con 2 monoposto”. Dai modelli estrapolati il confronto tra le monoposto 21 e quelle 22 è sbalorditivo. Se un’auto corre tre lunghezze dietro quella davanti, la perdita è del 35%. Se l’auto si trova all’interno di una singola lunghezza, questo aumenta fino al 47%. Il vantaggio aerodinamico offerto dall’effetto suolo, che incanala in modo più efficiente l’aria sotto l’auto, e dall’alettone anteriore meno complesso, riduce queste perdite rispettivamente al 4% e al 18%.
Ma per arrivare a questo risultato non è così semplice. Ecco l’analisi di Smedley: “Una simulazione CFD con un’auto, se la si esegue sotto le restrizioni dei test aerodinamici del team, è di circa cinque ore (200-250 milioni di celle)”.Se volessimo usare la stessa tecnologia e la stessa potenza di calcolo per una simulazione di due auto sarebbero quattro giorni (550-600 milioni di celle)”. Replicare una singola simulazione ogni 4 giorni sarebbe stato proibitivo ma grazie alla collaborazione con AWS Il progresso in termini di tecnologia è stato enorme: “Ha portato l’iterazione del progetto da quattro giorni a circa sei-otto ore tornando, di fatto, alla stessa situazione in cui si trovano le squadre quando fanno una mezza macchina, mentre noi facevamo simulazioni complete di due macchine”.

Le squadre non dovrebbero avere il margine che avevano a disposizione nel 2009 ma da ex ingegnere di teams di Formula 1 sa che faranno di tutto per studiare le cosiddette “zone grigie” ma crede che non succederà: “Da un punto di vista teorico o scientifico, non c’è dubbio che il concetto sia fondamentalmente solido”.
Anche quest’ultimo progetto della federazione ha, comunque, avuto bisogno di alcuni test “reali” nella galleria del vento in Svizzera. La galleria del vento “virtuale” potrà mai sostituire quella reale? Man mano che la tecnologia progredisce potremo anche arrivarci ma l’attesa che tutti hanno per i primi test delle nuove vetture ad effetto suolo ci dicono che alla fine…comanda ancora la pista!

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