In una lunga intervista ad Auto Motor und Sport, Jean Todt si è espresso sul momento negativo della Scuderia e sugli scenari futuri che si prospettano per il circus.

Tra i tanti volti noti presenti alla celebrazione del millesimo Gran Premio in F1 della Ferrari al Mugello, non poteva mancare uno dei principali artefici dei più recenti successi della Scuderia: Jean Todt. L’ex Team Principal del Cavallino Rampante ha condotto la Rossa alla conquista di 8 titoli costruttori e 6 titoli piloti tra il 1999 e il 2008, suo ultimo anno al servizio di Maranello. Nel 2009, Todt è stato eletto Presidente della FIA, una prestigiosa carica che il francese manterrà almeno fino a fine 2021 dopo due rielezioni consecutive nel 2013 e nel 2017.

Intervistato durante il weekend GP della Toscana da Auto Motor und Sport, il manager transalpino ha parlato così della profonda crisi che ha colpito la Ferrari in questo 2020: “Non mi piace vedere qualcuno che soffre, chiunque egli sia. Per questo motivo, prima di tutto, provo a capire le ragioni dietro questa sofferenza. L’unica cosa che posso dire è che la Ferrari di oggi non può essere paragonata a quella del 1993, anno in cui ne ho preso il controllo. Mi sarebbe piaciuto partire da una base così solida. Oggi la Ferrari è un’organizzazione forte, ci sono solo alcuni pezzi che non si incastrano nel puzzle”.

Vettel Ferrari

Il Presidente della FIA si mostra invece indifferente in merito al traguardo dei mille Gran Premi in F1 raggiunto dalla Scuderia: “E’ un grande numero, ma non scaturisce particolari emozioni. Da bambino sono stato tifoso della Ferrari, così come quando ho lavorato per loro. Adesso sono uno spettatore neutrale, la mia parentesi in Ferrari si è conclusa”.

Todt ha proseguito parlando lungamente del futuro del circus, partendo dal fondamentale tema dell’abbattimento dei costi: “Oggi non è più possibile tornare al passato e fare test illimitati, avere diversi fornitori di gomme, sviluppare le macchine senza limitazioni. Tutto ciò è troppo costoso e ucciderebbe lo sport. Mi chiedo anche se sia necessario che ogni team debba costruire da zero le proprie vetture. Poco tempo fa sono stato ad Indianapolis e ho visto un bello spettacolo di motorsport. Là alcuni team competono con budget da 8 milioni di dollari”.

Anche dal punto di vista tecnologico la F1, secondo il manager francese, non può permettersi di guardare al passato, ma deve concentrarsi sul futuro: “Il nostro sport è unico. E’ una lotta tra piloti e piloti, tra macchine e macchine. Però con il tempo le macchine sono profondamente cambiate, così come è cambiato il mondo che ci circonda. I cambiamenti climatici sono in cima alle liste di tutti i governi del mondo. Gli attuali motori di F1 possono piacere oppure no, ma lo sport non sarebbe sopravvissuto senza la svolta ibrida. Oggi però le tecnologie e i regolamenti sono troppo complessi”.

La prossima sfida tecnologica per la F1 sarà rappresentata dalla progressiva adozione dei carburanti sintetici, una valida alternativa all’elettrico che potrebbe attrarre nuove case automobilistiche all’interno del circus. In quest’ottica, Jean Todt ha voluto strizzare l’occhio a Herbert Diess, capo del Gruppo Volkswagen, che in una recente dichiarazione aveva aperto ad un impegno del colosso tedesco in una F1 “green”: “Se l’adozione dei carburanti sintetici a partire dal 2023 sarà un successo, saremo flessibili per quanto riguarda la scelta dell’architettura dei nuovi motori. Le parole di Mr. Diess? Le ho sentite, ma non da lui in persona. Perciò voglio essere cauto, non so se lui abbia effettivamente parlato in questi termini. Se lo ha fatto, posso solo dirgli: benvenuto in F1″.

Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, il Presidente della FIA ha parlato dell’introduzione della quota d’iscrizione da 200 milioni di dollari per i nuovi team di F1 e della folle proposta di svolgere le qualifiche in forma di gara sprint a griglia invertita: “Preferirei avere dodici team invece che dieci, ma al momento questa quota rappresenta una sorta di garanzia sulla serietà della candidatura. Per quanto concerne lo spettacolo, credo che sorprese come la vittoria di Pierre Gasly al GP d’Italia siano l’essenza dello sport. La griglia invertita non mi piace in F2 e F3, non rappresenta il vero spirito delle corse. Creare spettacolo in maniera artefatta non funziona, quindi voterò contro la proposta. Se la maggioranza sarà favorevole, la accetterò”.

Foto copyright Credits: Pauline Richard tratta da Wikipedia

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