INTRODUZIONE ALLA NISSAN DELTAWING

Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle supercar più innovative del mondo. Come detto stiamo cercando una risposta alla seguente domanda: come i costruttori di automobili stanno cercando di annullare le differenze di prestazioni tra auto derivate dalla serie e auto da formula?

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Abbiamo visto, del resto, a seguito di uno studio riguardante le principali differenze tra le due categorie di veicoli, che le auto con ruote scoperte nascondono vantaggi fino ad ora irraggiungibili da parte degli altri tipi di automobili. (LINK A FONDO ARTICOLO)

Abbiamo fino ad ora visto anche l’impegno dei costruttori nel cercare nuove soluzioni per ridurre il gap, inventando nuove filosofie di disegno e costruzione delle hypercar del futuro.

Questa volta tocca alla Nissan Delta Wing.

Inserisco i link alle descrizioni dei veicoli analizzati in precedenza:

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I VANTAGGI DELLA NISSAN DELTAWING

La Macchina nipponica nasce per affrontare al meglio le rivali durante l’appuntamento della 24h di LeMans. In tale occasione, la parola chiave è la velocità di punta, visti i lunghissimi rettilinei del circuito francese. LA vettura è una vera e propria novità, con la sua forma appuntita, dalla quale il nome DELTA, per penetrare l’atmosfera riducendo al massimo le resistenze aerodinamiche.

Il design innovativo di questa rivoluzionaria automobile porta con se due principali vantaggi. Innanzitutto la riduzione di qualsiasi superficie frontale perpendicolare al flusso, cosi che questo non possa urtarvi contro, generando resistenza aerodinamica. Si immagini quanto sia meno efficace, per esempio, l’esteso paraurti di una vettura classica a ruote coperte.

In secondo luogo la riduzione di tutte le superfici esterne parallele al flusso, visto il “cofano” strettissimo, sul quale si genererebbe tantissimo attrito con la corrente d’aria che vi sfrega sopra.

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Il tutto, quindi, fa pensare ad un progetto attuato per la riduzione estrema della resistenza aerodinamica.

SVANTAGGI DELLA NISSAN DELTAWING

Ogni nuovo prototipo innovativo deve essere testato su più punti di vista perché se anche solo fosse più debole su un singolo aspetto in confronto ad una vettura tradizionale, non validerebbe l’idea che porta con se. Questo caso non fa eccezione. Non si può costruire una macchina che sia perfetta dal punto di vista della riduzione di resistenza aerodinamica, se poi non c’è abbastanza deportanza per mantenere il grip in curva. Sarebbe auto-penalizzante e boccerebbe l’intero progetto. La Delta Wing, per vincere come idea, doveva vincere su tutti gli aspetti contro le “normali” supercar.

Ovviamente, l’introduzione di alettoni avrebbe inficiato qualsiasi ricerca di efficienza aerodinamica e i tecnici nipponici hanno dovuto escogitare soluzioni differenti.

LA DEPORTANZA SULLA DELTAWING

Innanzitutto, e questo è uno dei motivi principali per il quale voglio analizzare questo veicolo, richiamiamo ancora una volta il profilo del corpo vettura a forma di goccia. Questa è la caratteristica che accomuna ogni tipologia di concept car innovativa fin qua analizzata. Nell’immagine che segue, si evidenzia quanto sia affusolato il corpo vettura, sia sulla parte frontale che su quella posteriore. Questo concede uno spazio di dimensioni inedite rispetto ad altre supercar e il diffusore può crescere enormemente in grandezza.

Ribadiamo quindi una volta ancora il concetto: il corpo vettura a goccia diverrà sempre maggiormente realtà per qualsiasi costruttore che voglia creare una vettura aerodinamicamente superiore.

LA DISTRIBUZIONE DI PESO

È vero, l’auto potrebbe essere particolarmente scarica aerodinamicamente sull’anteriore. Questo, però, è accompagnato da una leggerezza meccanica elevatissima: le ruote anteriori assorbono una parte di peso minima e sono delegate unicamente alla direzionalità del veicolo. Il bassissimo effetto suolo sotto la parte frontale lunga e stretta basta a fare aderire lo pneumatico quanto serve.

Ciò comporta una maggiore quantità di peso sulle ruote posteriori, attorno alle quali si sviluppa un diffusore di cui abbiamo già parlato e altri sistemi deportanti particolarmente efficienti.

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In questo modo, si riesce a sfruttare il corpo vettura per generare il carico aerodinamico richiesto, senza dover introdurre superfici alari frontali, le quali guasterebbero il flusso e quindi l’efficienza aerodinamica. Il concetto è: perché inserire componenti aggiuntivi quando, concentrando il peso attorno ad un unico assale, possiamo sfruttare il corpo dell’auto: una parte che di fatto non sarebbe comunque eliminabile.

È cosi che il fondo piatto si concentra unicamente da metà automobile in poi, verso il lato posteriore. Come detto, esattamente dove serve, visto che la maggior parte del peso è lì.

UN ELEMENTO DEPORTANTE INEDITO

In fine, per aiutare ancora di più la generazione di carico aerodinamico, vengono inserite delle barriere sul quale il flusso urta comprimendosi. Compressione significa aumento di pressione che, è vero, si scarica sulle barriere stesse aumentando la resistenza, ma anche sopra la vettura, premendola verso il terreno.

Queste bandelle sono poste sopra il diffusore sul lato posteriore dell’auto, esattamente dove serve premere per avere il giusto grip sulle ruote motrici.

CONCLUSIONI

Tra le auto già analizzate, per altro tutte molto differenti dalle attuali supercar, la Nissan Deltawing propone un concetto comunque molto differente ed inedito e esprime l’opinione della casa Nissan su un nuovo modo di interpretare i flussi attorno ai veicoli. Non è il caso, del resto, che mostri un immagine di una classica supercar da competizione iscritta alla 24h di Lemans per sottolineare le differenze della macchina a punta giapponese.

Ogni concetto che si tramuta in realtà, porta con se un nuovo livello di conoscenza e nuovi spunti per le altre case utile a continuare l’evoluzione delle attuali vetture da competizione. Da idea nasce idea e se c’è una cosa certa è che ad oggi, nel mondo del motorsport, sono tante le proposte innovative. Il settore delle automobili sportive cambierà molto e non siamo che all’inizio.

A presto dall’ing. Alberto Aimar.

LINK AGLI ARTICOLI DI TEORIA AERODINAMICA.

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