Max Verstappen e Lando Norris nel Gp del Brasile sono stati ancora di un altro pianeta, Fernando Alonso ha fermato di nuovo il tempo, la Ferrari è stata protagonista dell’ennesimo disastro in questa stagione.

leclerc Brasile crash

Il Gp del Brasile non solo ha posto la fine alle speranze della Ferrari di salvare la stagione, ma ha messo tanti interrogativi sul 2024. Infatti con un’altra prestazione convincente,  la McLaren si accredita sempre di più come avversaria della Red Bull nel 2024. Max Verstappen ha conquistato la 52° vittoria nella carriera superando Prost, ma come nella Sprint ha dato vita ad un bellissimo duello con Lando Norris, che l’ha costretto a spingere fino al traguardo. Alle loro spalle nel finale andava in scena un’altra magnifica sfida, aggiudicandosela un intramontabile Fernando Alonso, il quale nell’ultimo giro è tornato davanti a Sergio Perez, spegnendo i rumors della scorsa settimana, riportando sul podio l’Aston Martin. Dietro di loro Carlos Sainz ha salvato di nuovo la Ferrari, che ha sprecato la giornata no della Mercedes, per poter ridurre il distacco nella classifica costruttori, con il problema d’affidabilità di Charles Leclerc nel primo giro.

Proprio questo è stato il primo colpo di scena della gara. Leclerc nel giro di formazione, mentre scaldava le gomme è andato a muro, a causa non del sistema idraulico come sembrava all’inizio, ma di un problema alla power unit. Quando la corsa ripartiva dopo la bandiera rossa, per la carambola fra Albon e le Haas, il copione era lo stesso di Sabato. Norris non solo è l’unico a tenere il suo passo, ma prova nell’ottavo giro ad attaccare Verstappen, che resiste e gli chiude la porta. Il campione del mondo, che fino a quel momento era concentrato soltanto sulla gestione gomme, allunga aumentando il ritmo, e andrà al pit stop con un vantaggio di quasi quattro secondi. Dal grafico del passo gara del primo stint, possiamo vedere che come nella Sprint, Verstappen e Norris abbiano fatto una gara parte, infliggendo dai sette ai nove decimi ad Alonso, Perez, Hamilton e Sainz. Lo spagnolo nel traffico non ha potuto far vedere il reale passo della SF-23, che perde tanto in trazione rispetto all’Aston Martin nell’ultima curva, non permettendogli di attaccare Stroll.

La parte centrale della corsa è decisiva per la gara. Verstappen appena Norris riduce il gap, nel giro successivo risponde, tattica che gli permetterà di andare in fuga nel secondo stint. Nonostante all’inglese in questa fase perda definitivamente contatto, e il gap fra i due salga ad un decimo, la MCL60 si conferma l’unica ad avvicinarsi ai livelli della RB19, non solo nella prestazione, ma anche nella gestione gomme. Il vantaggio di Verstappen e Norris sugli avversari, diminuisce rispetto alla prima parte di gara. La Ferrari come è successo tante volte quest’anno, con meno benzina inizia ad andare forte, e Sainz non solo supera Russell e Hamilton, ma ha lo stesso ritmo di Alonso e Perez. Tutto il contrario di una Mercedes, che se nel primo stint aveva fatto vedere come nella Sprint di non poter competere con Red Bull e McLaren, nel secondo con le medie va completamente in crisi.

Nel terzo stint Norris con un supergiro veloce prova a mettere pressione a Verstappen, che non replica, ma pensa solo ad amministrare il vantaggio. Invece la scena nel finale se la prende tutta Alonso, che nel penultimo giro sembra vedersi sfumare il terzo posto. Invece non molla, e nel passaggio successivo risponde al sorpasso di Perez, e precedendolo di 53 millesimi sotto la bandiera a scacchi, si prende il podio. Sainz gira anche nell’ultima parte di gara sui tempi di Alonso e Perez, ma non riesce a avvicinarsi a Stroll, ancora peggio Hamilton che voleva le Hard e deve ancora limitare i danni.

Dal grafico del passo gara complessivo, possiamo vedere come i dettagli abbiano deciso il confronto fra Verstappen e Norris, e che il podio di Alonso è una sua magia, con una macchina nettamente inferiore. Invece per Ferrari e Mercedes, il Gp del Brasile mette in discussione la loro capacità di sfidare la Red Bull, ma anche il lavoro fatto un anno fa. Le Frecce d’Argento nella passata stagione ad Interlagos vinsero, mentre l’affidabilità del motore era una delle aree su cui la Ferrari doveva concentrarsi per il 2023. Invece in Qatar Sainz non ha preso il via, e ieri Leclerc, segno che qualcosa in fabbrica non funziona. Situazione che insieme ai tanti errori di strategia non è più accettabile, che pone la Scuderia di Maranello ad un bivio, Essere o non Essere Ferrari? La risposta sta a Vasseur che non è un caso abbia cambiato comunicazione nelle ultime settimane, in quanto è consapevole che al di là dei limiti della SF-23 nel 2023, la Ferrari non è pronta a lottare per il titolo, e deve apportare nuovi cambiamenti per farla tornare un team vincente.

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