Il terzo appuntamento della stagione 2022 di F1 ha fornito le prime certezze sul campionato: su tutte, Charles Leclerc e la Ferrari.

Per i tifosi della Ferrari è sicuramente valsa la pena di svegliarsi prestissimo per assistere al GP d’Australia. Il Cavallino Rampante ha infatti conquistato la seconda vittoria stagionale sul rinnovato tracciato di Melbourne, terza tappa del mondiale 2022 di F1, dominando senza possibilità di risposta la gara, come probabilmente non si vedeva dal 2018. Le previsioni della vigilia, che davano la Red Bull favorita su un tracciato divenuto assai più veloce dopo gli ultimi cambiamenti, sono state spazzate via: Charles Leclerc ha ottenuto il suo primo Grand Chelem in carriera, mentre il secondo classificato, Sergio Pérez, ha chiuso a più di 20″ dal monegasco nonostante siano intervenute due Safety Car. Un distacco abissale, che certifica sia la bontà del progetto F1-75 sia il grande talento del numero 16, la vera star del weekend australiano.

Su un circuito che, per stessa ammissione del monegasco, non esalta le sue qualità di guida, Leclerc ha guidato in maniera perfetta, fatta eccezione per un piccolo ma ininfluente errore alla seconda ripartenza dalla Safety Car. L’inaspettata Pole Position di sabato è arrivata grazie a quello che ormai è il suo marchio di fabbrica, ossia l’ultimo tentativo del Q3, con il quale ha inflitto un distacco importante a Verstappen e Pérez. Alla domenica è poi arrivato il quarto successo in carriera, che tuttavia è completamente diverso da tutti gli altri: se infatti a Spa, Monza e Sakhir il monegasco ha dimostrato di saper primeggiare nei duelli ruota a ruota e sotto la pressione di un inseguitore, a Melbourne ha dominato e gestito dall’inizio alla fine, senza tuttavia perdere quell’intensità che è uno dei suoi tratti caratteristici. La conferma di ciò è la mini-diatriba con il suo ingegnere di pista per la realizzazione a fine gara del giro veloce, che Leclerc già deteneva. Nonostante l’indicazione contraria del team, all’ultimo giro il monegasco ha portato a casa il record del tracciato, dando un’ulteriore dimostrazione di velocità e sicurezza nei propri mezzi.

I superlativi per descrivere il monegasco ormai sono terminati: è chiaro che Leclerc sia nella miglior forma della sua carriera, ma certamente il suo talento, già chiaro dai tempi delle categorie propedeutiche, non si scopre oggi. Come sottolineato dal monegasco, non si deve però dimenticare l’importanza della vettura. La F1-75 è un capolavoro d’ingegneria facile da guidare e immediatamente veloce in tutti i circuiti e in tutte le condizioni. In più, è affidabile: l’unico ritiro delle prime tre gare è arrivato per un errore del pilota, mentre la Red Bull conta già tre zeri per noie tecniche. Dopo appena tre gare, i distacchi in Classifica Piloti e Costruttori sono già quasi abissali: George Russell, il rivale più vicino, dista 34 punti da Leclerc, mentre Max Verstappen (il rivale più pericoloso) deve già recuperarne ben 46; la Rossa ha invece un vantaggio di 39 e 49 lunghezze rispettivamente su Mercedes e Red Bull. La terza gara non rappresenta ancora il momento dei proclami, ma se la Scuderia di Maranello saprà migliorare la F1-75 e tenere testa ai ritmi di sviluppo di Red Bull e Mercedes, le premesse per lottare per una storica doppietta di titoli ci sono tutte.

Se Leclerc ha vissuto un weekend da sogno, l’Australia rimarrà a lungo un incubo per il suo compagno di squadra, Carlos Sainz. Tra sfortuna, problemi tecnici ed errori, lo spagnolo ha portato a casa il primo zero dal GP di Francia 2021 e il primo ritiro con la Ferrari. Dopo un ottimo inizio nelle libere, nel momento chiave, ossia il Q3, la situazione ha iniziato a precipitare: prima, la sfortuna dell’esposizione della bandiera rossa pochi secondi prima del suo passaggio sul traguardo per chiudere il primo tentativo (un giro, tra l’altro, molto competitivo); poi, i problemi di fire-up della Power Unit che lo hanno costretto a realizzare un solo giro di riscaldamento; infine, l’errore di guida in curva 11 che gli è valso il nono posto in griglia. Lo stesso mix di sfortuna, problemi tecnici ed errori individuali si è ripetuto alla domenica: un inconveniente in griglia di partenza lo ha obbligato a sostituire il volante con uno nuovo, ma non ben configurato per lo start, che dunque è stato disastroso anche a causa delle gomme dure; la ciliegina sulla torta è arrivata con l’azzardo del sorpasso all’esterno in Curva 10 da parte di Sainz, finito prima sullo sporco, poi sull’erba e infine nella ghiaia.

E’ ovvio che lo spagnolo, contrariamente a Leclerc, non sta attraversando il momento più felice della sua carriera in F1. Dopo una stagione d’esordio in Ferrari estremamente promettente, le prime tre gare del 2022 sono state meno convincenti: nonostante i due podi, in Bahrein e Arabia Saudita Sainz non ha mai tenuto il passo del compagno di squadra, mentre in Australia un weekend cominciato molto bene si è presto trasformato in un disastro, anche a causa dei suoi errori di guida. Sarebbe però prematuro dare giudizi e tirare conclusioni sul madrileno dopo appena tre gare: per vincere entrambi i titoli, il team sa benissimo di aver bisogno di un Sainz competitivo e positivo, quindi il suo “recupero” sarà fondamentale. Il weekend di Melbourne non ha assolutamente certificato il suo declassamento a secondo pilota, che dopo appena tre Gran Premi rappresenterebbe una vera mazzata dal punto di vista psicologico. Tutti, prima o poi nell’arco della stagione, vivranno un fine settimana o un periodo negativo. Dopo aver toccato il fondo in Australia, per lo spagnolo il vero momento chiave arriverà nelle prossime gare: lì dovrà dimostrare di aver lasciato alle spalle le delusioni di inizio stagione.

Diversi invece sono la situazione e l’umore in casa Red Bull. Se Verstappen e Pérez stanno guidando ad un livello eccellente in queste prime gare, l’ennesima rottura sulla RB18 rappresenta un grosso campanello d’allarme, amplificato dal fatto che si tratta di un problema diverso da quello sofferto da entrambe le vetture in Bahrein. Nonostante la vittoria di Gedda, Verstappen (che ha definito “inaccettabile” l’affidabilità della vettura) si trova già molto lontano in campionato e la sua difesa del titolo pare sempre più complicata. Inoltre, la RB18 sembra una vettura estremamente complessa da configurare se confrontata, ad esempio, alla F1-75. Nelle prove libere il team ha lavorato moltissimo sull’assetto, ma non è mai riuscito a trovare il bilanciamento ideale. Soprattutto in gara, i piloti si sono lamentati del comportamento della vettura, che rispetto alla Rossa era nettamente meno veloce e dolce nella gestione delle gomme. Ed ora, incredibilmente, il team di Milton Keynes è dietro anche alla Mercedes in Classifica Costruttori.

F1 Russell Mercedes

Insieme alla Ferrari, la Stella può essere il team più soddisfatto del weekend. Giunta a Melbourne con l’idea di dover lottare nella mischia di centro gruppo, il team anglo-tedesco ha chiuso con un inaspettato terzo e quarto posto per un solido George Russell e uno sfortunato Lewis Hamilton. Nonostante le performance della W13 siano deludenti (in qualifica il team era in lotta con Alpine e McLaren, che a Melbourne hanno trovato una certa competitività), la vettura è affidabile e sul passo gara si è distaccata dal centro gruppo e ha tenuto il ritmo della Red Bull. Il team di Brackley continua dunque a massimizzare i risultati e le opportunità anche trovandosi in una situazione deficitaria dal punto di vista tecnico, segno che la squadra continua ad essere concentrata ed affamata. Vista la buona situazione di classifica, la Mercedes non può essere già data per sconfitta: se gli aggiornamenti previsti per la W13 funzioneranno e il team e i piloti continueranno ad estrarre il massimo potenziale possibile, la Stella potrebbe davvero tornare pericolosamente nei piani alti della classifica. Ma prima di quel momento, la vetta resterà un miraggio.

Menzione d’onore del weekend per la Williams ed Alexander Albon, che grazie ad una strategia tanto folle quanto geniale ha conquistato un punto preziosissimo per la scuderia di Grove. L’anglo-thailandese ha infatti percorso 57 giri sullo stesso set di gomme dure, mantenendo fino a fine stint un ritmo incredibile (riusciva a tenere il passo delle McLaren), per poi fermarsi per la sosta obbligatoria solo all’ultimo giro. Il bel risultato di Albon lascia solo la Aston Martin a zero punti in Classifica Costruttori. Il fine settimana australiano del team inglese non può essere descritto a parole, bastano i fatti: rottura della Power Unit nelle FP1 per il rientrante Sebastian Vettel, che non ha potuto partecipare nemmeno alle FP2; pesanti incidenti sia per il tedesco sia per Lance Stroll nelle FP3; tragicomica incomprensione e incidente tra il canadese, penalizzato, e il connazionale Latifi in Qualifica; altro schianto, stavolta per Vettel, in gara; altra penalizzazione per Stroll dopo qualche manovra scorretta nel tentativo di difendersi da Bottas. Raramente in F1 si è visto un weekend così.

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