La posizione di Frèdèric Vasseur e Benedetto Vigna si rafforzano dopo la vittoria di Carlos Sainz nel Gp di Singapore di F1, e allontanano qualsiasi ipotesi di una nuova rivoluzione in Ferrari da parte di John Elkann.

Ferrari F1 Vasseur

Momento migliore non poteva esserci per la prima vittoria in F1, per Frèdèric Vasseur. Oltre ad aver interrotto un digiuno che durava da 434 giorni, il successo di Sainz nel Gp di Singapore, è frutto di un grande lavoro che Vasseur ha fatto da quando a Dicembre ha preso il posto di Mattia Binotto. Infatti ci ha dovuto mettere poco ad ambientarsi per far fronte ad una Ferrari, che fin dallo shakedown di Fiorano, capì che non poteva lottare per il titolo, come si era dichiarato alla presentazione.

La prima conseguenza fu l’addio di Sanchez, e Vasseur ha subito dovuto pensare a ricostruire il Team.  L’ex Alfa, ha fatto capire immediatamente quale fosse il suo metodo: bastone e carota. Da una parte difendeva i suoi tecnici dagli attacchi dei media, dall’altra pretendeva un cambio di approccio, non nascondere la polvere sotto il tappeto, ma lavorare per risolvere i problemi.

Da quel momento scattò il piano di Vasseur, appoggiato totalmente da Vigna. Da una parte capendo che la Ferrari era carente in alcune aree, prese dalla Red Bull alcuni tecnici, anche se non il tanto desiderato Watche, e ingaggiando dalla Mercedes Serra. Dall’altro diede fiducia alla squadra, dichiarando che la SF23 aveva del potenziale inespresso, che bisognava soltanto tirarlo fuori, e che non si doveva aspettare il 2026 per tornare al vertice.

Parole che furono ripagate con la SF-23 EVO, e risolvendo dopo il Test di Barcellona il problema di gestione gomme. La conseguenza fu la buona prestazione in Canada ed i podi di Leclerc in Austria e Spa, ma i passi indietro sui circuiti ad alto carico aerodinamico, fecero nascere nuove polemiche. Vasseur restava convinto che la vettura era buona, e a differenza di Binotto, insisteva nel continuare a svilupparla, e non pensare alla prossima stagione come fatto nel 2022.

Però nonostante abbia ereditato una situazione pesante, gli alti e bassi della SF-23, e risultati che non arrivavano anche per sfortuna ed errori, a Vasseur non veniva perdonato nulla. In particolare ad allarmare fu Zandvoort, dove la Ferrari fu costretta ad usare un’ala da basso carico, e la mancata presenza di Elkann a Monza, insieme alle voci dei giorni successivi, sembravano il replay di quanto successe un anno fa.

Invece proprio in quel week end per la Ferrari arrivò la svolta. Vasseur completò la ristrutturazione della squadra, e soprattutto pose fine ad un’anomalia che durava dal 2019. Una delle accuse principali che furono fatte a Binotto è di non aver mai scelto un nuovo direttore tecnico. Vasseur ha ufficializzato la nomina di Cardile, facendolo esordire nella conferenza stampa del Gp d’Olanda, e introducendo una novità. Come negli altri team ha nominato Cardile responsabile dei telai, e Gualtieri della power unit.

Questo ha permesso di fare il definitivo salto di qualità, insieme al successivo Test Pirelli di Fiorano, la Ferrari come al Montmelo alcuni mesi prima, capì come mai all’Hungaroring e a Zandvoort avesse faticato. A Singapore la SF-23 ha stupito tutti, Vasseur ha potuto raccogliere i frutti del suo lavoro, grazie ad una prestazione perfetta di tutto il team dai tecnici, a quella di Sainz e Leclerc. Proprio sui piloti ora si dovrà concentrare Vasseur, visto che c’è da gestire una rivalità più reale sui media che nella realtà.

Vasseur e dopo alcune polemiche dalla Spagna per gli ordini di Scuderia dati a Sainz in alcune gare, e non a Monza a Leclerc, nemmeno la vittoria le ha stemperate. Domenica chiedendo a Leclerc, con il quale ha avuto rapporto speciale e conosce meglio, avendo fatto esordire in F1 di aiutare il compagno di squadra, ha fatto capire che non ci sono gerarchie prestabilite. L’errore è stato non aver rimesso la Ferrari prima di tutto, ma non aver dato ordine di Scuderia l’anno scorso, quando Leclerc nella prima parte di stagionale lottava per il titolo.

Però Vasseur sta dimostrando di avere carisma e leadership, e di essere in grado di gestire i suoi piloti, ed anche le trattative per i rinnovi che stanno entrando nel vivo. Il francese è consapevole che per convincere Leclerc e Sainz per rinnovare, non è essere dichiarati prima guida, ma avere una macchina forte per sfidare nel 2024 Verstappen. Per fare tutto questo però Vasseur deve avere tempo e non essere messo sulla graticola se l’anno prossimo il gap non sarà colmato, avere fiducia, carta bianca e vicinanza da Elkann. Solo così Vasseur potrà provare ad eguagliare il suo connazionale Jean Todt, e rompere un altro lungo digiuno: quello che vede la Ferrari non vincere il mondiale da oltre sedici anni.

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