Michael Schumacher vincendo il Gp di Cina del 2006 di F1 e raggiungendo Fernando Alonso in testa della classifica piloti, sembrava vicino a lasciare la Ferrari e la Formula 1 da campione del mondo.

Esattamente diciassette anni fa a Shanghai, con la vittoria di Michael Schumacher, il mondiale di F1 sembrava il viatico di quanto successo nel 2000 e 2003.  La Ferrari l’anno prima, aveva visto porre fine al suo dominio da Fernando Alonso, che nel 2006 darà vita con Schumy ad uno dei più bei duelli nella storia di questo sport.

La Scuderia di Maranello nella prima gara del 2006 nel Gp del Bahrain, fece capire subito che era tornata, lanciando la sfida ad Alonso e alla Renault. Schumacher fece la pole, ed in gara rimase in testa fino alla seconda sosta, quando Alonso adottando la sua solita tattica, allungando lo stint e con dei giri veloci, rientrò in pista al comando e vinse.

Le cose per la Rossa non andarono nello stesso modo in Malesia ed in Australia, dove si imposero Fisichella e ancora Alonso. Se la Renault dimostrò di essere nuovamente la vettura migliore, la 248 F1 fece un passo indietro, con Schumacher che collezionò un sesto posto ed un ritiro, ed aveva già un distacco di diciassette punti nella classifica piloti.

Imola e il Nurburgring sembravano essere stati soltanto un’illusione. Schumacher ottenne due successi di fila, ma Alonso rispose con un poker che lo fece andare in fuga nel mondiale. A Maranello però non si arresero, Ross Brawn e i suoi uomini lavorano duramente per chiudere il gap dalla Renault, permettendo a Schumacher, a partire dagli Stati Uniti, di tornare in corsa per il mondiale.

Il destino vuole che Indianapolis e Monza siano i teatri della svolta del campionato di Michael. La Ferrari fa doppietta sia in qualifica che in gara negli Stati Uniti, e Schumacher si ripeterà anche in Francia e Germania, riducendo il distacco da Alonso, ad undici punti. Dopo non aver approfittato del ritiro dello spagnolo in Ungheria, ed essere finito alle sue spalle e di Massa in Turchia, Schumy si aggiudica il Gp d’Italia, e grazie al ko di Alonso riduce a meno due il distacco nel mondiale.

Al termine della gara c’è un altro déjà-vu. Come nel 2000 in conferenza stampa Schumacher sorprende tutti, annunciando il ritiro a fine stagione. Da quel momento il suo obiettivo è solo uno lasciare la Ferrari e la Formula 1 da campione del mondo, e vola in Cina per andare in testa alla classifica piloti. Però le cose non si mettono bene, in qualifica Alonso fa la pole e con la Renault grazie alla superiorità sul bagnato della Michelin, piazza l’uno-due, con Schumacher che non va oltre il sesto tempo.

Stesso copione all’inizio della gara, con Alonso che presa la testa della corsa allunga, mentre Schumacher deve limitare i danni. Tutto si stravolge quando la pista inizia ad asciugarsi, e il tedesco inizia la sua rimonta. Schumacher con il sorpasso a Button e grazie al ritiro di Raikkonen sale in terza posizione, e sfruttando le difficoltà delle Michelin sull’umido, riduce il distacco dalle due Renault.

In questo momento il muretto Ferrari fa un altro capolavoro strategico, richiamando ai box Schumacher, nel 20° giro, facendolo tornare in pista con gomme usate. Questo permetterà al Kaiser di raggiungere Alonso, e fare una magia superandolo in trazione al tornantino, e lanciarsi all’inseguimento di Fisichella. La gara invece diventa sempre più in salita per Alonso, che perde tempo a causa di una seconda sosta molto lunga.

Schumacher con le gomme d’asciutto vola, e all’uscita dai box dopo il pit stop di Fisichella, sfruttando le sue difficoltà a mettere in temperatura gli pneumatici, di cattiveria a cinque giri dal termine, lo supera passando sul cordolo, e mettendo due ruote sull’erba. La gara regala un altro colpo di scena, quando Schumacher sembrava ormai vicino alla vittoria, ricomincia a piovere ed alza il suo passo, mentre le Renault si avvicinano.

Schumy gestisce il vantaggio senza problemi, e nemmeno il gioco di squadra della Renault, e lo scambio di posizioni fra Fisichella e Alonso, gli impedirà di conquistare la 91° vittoria della carriera, ed agganciare in testa alla classifica piloti lo spagnolo. Quando esce dalla 248 F1, Schumacher è euforico perché sente che la sua storia con la Ferrari può davvero avere il lieto fine. Invece Suzuka gli negherà il lieto fine, ma come nel 1998 e 1999 gli regalerà un’altra delusione, con la rottura del motore che permetterà ad Alonso di vincere il secondo titolo di fila.

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